Bad Movie - Insurgent, di Robert Schwentke

Il Bad Movie della settimana è il secondo atto di Divergent: Insurgent. Spari alla testa, pauperismo, donne misteriose e un taglio di capelli sbagliato

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Spoiler Alert

Esecuzioni

Insurgent è un film di spari freddi in testa. L'idea del proiettile singolo e spietato che tronchi in pieno il pathos action di una scena eliminando di fatto lungaggini e acrobazie, è molto coerente con l'identità pauperista di una saga di formazione al femminile alla Twilight (lì si presentavano alle giovani lettrici due tipologie maschili attraverso le metafore del vampiro de del lupo mannaro) o Hunger Games (lì si avvertiva la lettrice futuro leader politico e le si diceva: "Strumentalizza tu il tuo corpo prima che lo faccia il maschio!") che fa della serietà e rigore due fondamentali marchi di identità. Ecco quindi uno dei personaggi più camp (Jai Courtney, con le sue espressioni cariche di odio e la sua fantastica corsa slanciata a testa bassa da supervillain nella scena dell'inseguimento a piedi + treno) anche del primo film (grazie all'ormai costante parossismo della recitazione fisica del bravissimo attore australiano) salutarci in fretta e furia in questo Insurgent con un singolo sparo di proiettile che non lascia tempo all'immaginazione e campo visivo al nostro occhio (non si può inquadrare la sua testa spappolata, altrimenti arriva la censura R). Ma è solo l'antipasto di una chiusa brutalissima e senza fronzoli dove di nuovo non viene posta enfasi nel duello fisico tra due personaggi (Naomi Watts e Kate Winslet) ma semmai sulla capacità di un personaggio di mettere fine allo scontro nel modo più economico e vantaggioso possibile. Quale? Ancora uno sparo in testa con canna della pistola a pochi centimetri dal cranio del nemico. Senza farlo parlare, senza perdersi in spiegoni che avrebbero irritato il figlio del Dottor Male di Austin Powers.

Donne

InsurgentÈ molto interessante come in questo secondo capitolo delle sue avventure, e primo pienamente da fuggiasca dopo aver scoperto la sua identità "divergente" nel primo film del 2014, Tris Prior (Shailene Woodley) sia in crisi dal punto psicologico SOLO nei confronti di personaggi femminili mentre i maschi che la circondano non la mettono troppo in difficoltà. I maschi sono meccanismi semplici: chi la ama incodizionatamente (il dolcissimo Quattro di Theo James), chi la delude affettivamente (Ansel Elgort, qui fratello ma in passato innamorato della Woodley in Tutta colpa delle stelle), chi la vuole genuinamente uccidere (Jai Courtney), chi si diverte a fare il joker doppiogiochista senza però confonderla più di tanto (Miles Teller, l'unica nota ironica di un film supersobrio). Chiunque di loro (ci mettiamo anche il sincero capo dei Candidi Daniel Dae Kim) non è per Tris un intricatissimo puzzle da risolvere. Le donne, invece, sono un bel mistero per lei.

In questo ordine:

  1. Jeanine (perché, si chiede e le chiede Tris, la capa degli Eruditi ha questa urgenza interiore di imporre un nuovo ordine sociale con la sua fazione a capo d tutto?)

  2. Mamma (perché il genitore Abnegante le continua ad apparire in sogno per cercare di dirle qualcosa che lei non capisce?)

  3. Evelyn (perché la leader zingara degli Esclusi, nonché madre snaturata del rancoroso amante guerriero Quattro, le mette addosso tutta quella agitazione quando si confronta con il suo sguardo feroce?)

  4. Se stessa: "Why can't I be good?" si chiede per tutto il film Tris come canta Lou Reed in Così lontano, così vicino! (1993) di Wim Wenders

  5. La donna misteriosa uscita letteralmente dalla scatola MacGuffin del film nel finale che, alla Lost, sembra voler dire a Tris & Co: "Adesso vi spiego io perché vi trovate in questa Chicago postapocalittica divisa in cinque fazioni + Esclusi. Sembra tutto assurdo... ma un motivo c'è".

Taglio

In una saga tagliente si è sbagliato un taglio: quello dei capelli di Tris Prior. Nel momento in cui la nostra eroina decide di sforbiciare i suoi capelli lunghi (come simbolo di una frivolezza che non può più permettersi da fuggiasca lacerata dai sensi di colpa riguardo la morte dei genitori), vediamo la produzione scegliere un corto-non-troppo-corto addirittura mesciato che non c'entra molto con le macerie, le canotte, i piercing e le sterpaglie cresciute tra il cemento di questa saga luddista che corre indossando dei jeans. Sarebbe stato molto meglio rapare la Woodley a zero per cercare di raggiungere quella iconica Sinéad O'Connor del 1990 ripresa dal regista inglese John Maybury nello storico video clip di Nothing Compares 2 U che definì un'epoca e segno il passaggio del corto musicale dai patinati e rutilanti '80 ai più poveri e introspettivi '90. Il naso importante, lo strabismo e quegli occhi affusolati da cerbiatto della Woodley, con una testa rasata alla Sigourney Waeaver di Alien³, avrebbero reso il film ancora più coerente con l'immagine scarna di una saga più spigolosa rispetto a Twilight e Hunger Games. Lo sbaglio del taglio, e quindi del look di Tris per tutta la seconda parte di Insurgent, è l'unico elemento che ci sentiamo veramente di criticare all'interno di una proposta di romanzo di formazione al femminile in chiave fantastica estremamente coerente e convincente anche in questo secondo capitolo.

Insurgent

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