Bad Movie - Humandroid, di Neill Blomkamp

Il Bad Movie della settimana è il brutale Humandroid di Neill Blomkamp con lo sgradevole gruppo rap Die Antwoord come star. Ottima fantascienza allegorica

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Brutti, sporchi e cattivi

I Die Antwoord sono chiave per capire tutta l'operazione. Sembra infatti che Neill Blomkamp, dopo aver cercato invano di avere l'altissimo Ninja (all'anagrafe Watkin Tudor Jones, leader del gruppo insieme alla moglie Yo-Landi Visser che da borghese fa  Anri du Toit) come protagonista di Elysium (anche solo immaginarlo al posto di Matt Damon potrebbe procurarvi un'emicrania), sia partito proprio da questo gruppo musicale rap esploso nel 2009 con la hit Enter the Ninja per immaginare il plot di Humandroid. La domanda alla quale il regista sudafricano classe 1979 voleva darsi una risposta fu la seguente: e se i brutti, sporchi e cattivi Die Antwoord, così squallidi e sgraziati da essere due corpi bianchi chiaramente simbolo del senso di colpa afrikaner nei confronti dell'apartheid (sistema legislativo segregazionista in vigore in Sudafrica dal 1948 al 1994), fossero i folli educatori del mio dolcissimo robot Chappie? E allora ecco che Mami e Papi -lei simile a una versione più albina e malata di Ziggy Sturdust e lui somigliante al figlio denutrito e vigliacco del biker Wez (Vernon Wells) di Mad Max 2- prenderanno sotto la loro squallida ala protettrice il droide Chappie uscito dalla mente dell'ingegnere nerd patito di Red Bull (come Ninja nel video Ugly Boy dei Die Antwoord) interpretato da Dev Patel. Lei, Mami, sarà dolce e comprensiva (ma sempre in secondo piano rispetto alle decisioni dell'uomo). Lui, Ninja, gli insegnerà urlando ad atteggiarsi come un robo-gangster, a sparare (con la pistola in orizzontale alla Pulp Fiction) e lo riempirà di graffiti mettendogli al collo il collanone finto oro con la mitica $ a mo' di ciondolone supercoatto. Mentre l'ingegnere nerd della Tetravaal (fu il titolo del famoso corto di Blomkamp del 2003 dove Chappie vide la luce con le orecchie da coniglio più lunghe ispirate al Briareos del manga Appleseed di Masamune Shirow) Dev Patel vuole insegnare a Chappie a dipingere, Ninja vuole usarlo come protesi più efficace per le sue malefatte criminali al fine di recuperare i soldi che deve al gangster Hippo. E' un padre vigliacco (lo abbandona da solo per strada), velleitario (non ha fatto una grande carriera nel crimine) e senza cuore (forse). Il Deon Wilson di Dev Patel, invece, parte come un demiurgo snob con consueto delirio d'onnipotenza tipico dei mad doctor fantascientifici ("Io sono il tuo creatore!") per poi trasformarsi, in un terzo atto che non ti aspetti, nel Jake Sully di Avatar e quindi capire che è il caso di affidarsi al più evoluto Chappie per il futuro delle loro vite... e forse per il futuro dell'intera umanità.

Ai...a!!!!!

Quindi cosa ci troviamo per le mani? Un incrocio molto interessante tra Robocop (il poliziotto del prossimo domani sarà un robot?), Pinocchio (crescere un'intelligenza artificiale, vedi anche A.I.), E.T (c'è qualcuno che viene educato da chi non dovrebbe avere il ruolo di educatore -ma i bimbi di Spielberg erano meglio dei Die Antwoord) e Avatar (è forse il caso di lasciare il nostro corpo per approdare a forme più interessanti di esistenza/resistenza?). Tutto ciò in mezzo alla tanta sporcizia, urbana e morale, di una Johannesburg simile a Los Angeles come metropoli sconfinata divisa tra orride periferie e ordinati quartieri residenziali. E' un A.I. di Spielberg con più dolore fisico e meno fronzoli? Decisamente sì.

chappie banner

Hugh Cabaret

Ma quanto si deve essere divertito il sex symbol Hugh Jackman a prendere peso, perdere autorità (il suo Vincent Moore è un travet della Tetravaal umiliato dal più intelligente Deon Wilson) e indossare quel ridicolo taglio di capelli mullet alla Angus MacGyver, per non parlare di quei tristissimi pantaloncini bermuda, dimostrando a tutti il suo innato senso dell'umorismo e voglia di fare qualcosa di diverso da Wolverine? Pensiamo che Jackman si sia divertito veramente tanto. Questo è il cinema del contrappunto di Neill Blomkamp. Prendere una star come il simpatico australiano e mortificarla, anche come screen time, nei panni tristo-fascistoidi del frustrato Vincent Moore e, al contrario, elevare delle orride forme punk anni '80 come i Die Antwoord a, di fatto, protagonisti della pellicola insieme all'incredibile Chappie di Sharlto Copley in mo-cap e l'inglesino di origini indiane Dev Patel. Complimenti a Jackman per essere stato perfettamente al gioco. Un gioco, però, che aveva scritto: "Fallimento" nel suo destino fin dall'inizio. Un conto è fare fantascienza allegorica sporca con illustre sconosciuto alla guida come Sharlto Copley (District 9) lavorando su un forte parallelismo con la storia dell'apartheid in Sudafrica. Un altro conto è fare ambiziosa sci-fi spettacolare con droidi umiliando Hugh Jackman e ricollegandosi all'action sociale di Robocop e Avatar. Nel primo caso hai un pubblico nordamericano propenso a darti credito. Nel secondo caso... istighi quasi deliberatamente il pubblico Usa a odiarti.

Neill Blomkamp italiani cercasi

Un giovane cineasta italiano non potrebbe prendere degli elementi del suo paese e inserirli dentro una fantascienza allegorica?

In fondo Blomkamp ha preso la sua esperienza sudafricana (memoria storica condivisa circa l'apartheid, baraccopoli, divisioni tra poveri e ricchi) e l'ha inserita dentro il cinema di genere fantascientifico. Ma un robot non potrebbe anche sostituire il picchetto d'onore che fa la guardia alla tomba del milite ignoto presso l'Altare della Patria del Vittoriano di Roma? Un giovane cineasta italiano non potrebbe prendere degli elementi del suo paese (cattolicesimo, arte -vedi La grande bellezza-, familismo vs individualismo, corruzione, cibo, fatalismo) e inserirli dentro una fantascienza allegorica? Se avevano ragione i creatori della serie web Freaks! a domandarsi polemicamente: "Ma perché in Italia non potrebbero esserci dei supereroi?", la stessa cosa si potrebbe pensare in relazione alla fantascienza allegorica, o sociale, nella quale opera Neill Blomkamp. Prendete ad esempio il suo celebre corto Tetra Vaal (2004), fonte di ispirazione per tutto Humandroid: non sarebbe interessante per voi spettatori italiani vedere quel robot girare per le strade di Scampia? E che tipo di infiniti sviluppi drammaturgici potrebbe provocare l'utilizzo di droidi, magari forniti dalla Nato, sul suolo italiano? Non sarebbe possibile creare un prodotto audiovisivo che tiri in ballo caratteristiche forti della nostra Italia gettandole dentro le regole del cinema di genere? E questo tipo di prodotto, poi, non sarebbe possibile venderlo, anche, a livello internazionale? Speriamo che crescano nuove generazioni di Neill Blomkamp anche in Italia (anche tra i produttori, ovviamente). Sarebbe auspicabile e redditizio da un punto di vista artistico. E forse anche economico.

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