Bad Movie - Gold, di Stephen Gaghan

Il Bad Movie della settimana è Gold di Stephen Gaghan, racconto in flashback di un'amicizia particolare tra miniere d'oro e uno strepitoso Matthew McConaughey

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Spoiler Alert

The Mac

Stranissima carriera quella dell'uomo reclutato da Richard Linklater per rimorchiare le ragazzine della high school in La Vita È Un Sogno (1993). Un trasformista naturale tanto che, ritenuto troppo bello dal regista di Boyhood per quel ruolo interessante di uomo maturo in ambigua "caccia" nel mondo dei più giovani, McConaughey convinse il regista ad inserirlo nel cast abbruttendosi con strani baffi e un taglio di capelli bizzarro. L'uomo nato a Uvalde, Texas, il 4 novembre 1969 è sempre stato un camaleonte. La sua carriera ha tre fasi.

  • 1) Esplosione (1993-2001): spopola dentro il cinema indy di Sayles per il bellissimo Stella Solitaria (accanto a un all'epoca sconosciuto Chris Cooper), viene preso da Spielberg come avvocato progressista in Amistad (e aggiunge degli occhialini da John Lennon + barbetta da Abramo Lincoln + una postura leggermente gobba) e convince come eroe della legalità nel courtroom drama mainstream Il Momento Di Uccidere (1996) di Joel Schumacher. Ron Howard lo vuole addirittura mattatore in EdTv (1999) dove McCounaghey è eccezionale nell'essere neutro e diventare il ragazzo della porta accanto proprio come il Ricky Cunningham dell'Howard di Happy Days. Così medio da risultare anonimo. Qualcuno ad Hollywood comincia realmente ad esaltarsi e anche noi in Europa vediamo un nuovo Paul Newman con la capacità di passare da film a film e da idee di cinema diversissime con una strabiliante nonchalance.

  • 2) Regressione (2001-2011): con una costanza che sa quasi di autoironia, questo brillante trentenne decide che dal 2001 tutto deve diventare più scemo e addominale. Prima O Poi Mi Sposo (2001) segna l'inizio di un ciclo di film che più frivoli non si può, tra commedie sentimentali e avventure esotiche di cartapesta. I titoli sono Come Farsi Lasciare In 10 Giorni (2003), Sahara (2005), A Casa Con I Suoi (2006), Tutti Pazzi Per L'Oro (2008). Siamo tutti un po' sconcertati perché ci ricordiamo che quel texano aveva fatto furore in produzioni chic come Stella Solitaria e Amistad. Che succede? McConaughey è come se mettesse deliberatamente in stallo la sua carriera. Si legge quasi un calcolo di vacanza dall'ambizione e dal talento. Durante il periodo cosiddetto della regressione riemergono le qualità del passato come ne Il Regno Del Fuoco (2002; la capacità di trasformismo attraverso le mille possibilità di dislocazione di peli e capelli in faccia e in testa) o nel capolavoro inquietante Frailty (2001) diretto dal compianto Bill Paxton (che potete trovare in sala nell'ultima prova The Circle). Il gioco a due con Al Pacino, invece, non funziona neanche un po' (Rischio A Due). Ma la rivincita è vicina.

  • 3) Resurrezione (2011-presente): Killer Joe di William Friedkin ci ripresenta davanti agli occhi un attore che capisce sempre la drammaturgia che va a mettere in scena (caratteristica dei grandi). È per questo che McConaughey colpisce. Egli sembra sempre sapere, manco fosse un critico cinematografico, qual è il tipo di film che sta andando a fare. Se c'è da mettere in scena uno scabroso noir tra white trash da Tracy Letts degno di Brutti, Sporchi e Cattivi del nostro Ettore Scola... McConaughey è pronto a mettersi nelle mani di un cattivo ragazzo come Friedkin per regalarci una prova destabilizzante come tutto il film. Come aveva deciso bruscamente di darsi alle cavolate dal 2001 in poi, si intuisce da Killer Joe che il nostro ha deciso di cambiare nuovamente, tornando di fatto a quell'approccio al lavoro estremamente serio e raffinato che ci aveva fatto innmorare di lui già ai tempi di Stella Solitaria. È la parte della sua carriera che conoscete tutti. Dallas Buyers Club (ed arriva l'Oscar come Miglior Attore Protagonista), Wolf Of Wall Street (2013) e la serie tv di culto True Detective (2014) accanto a Woody Harrelson. Bello anche l'astronauta contadino di Interstellar dove, grazie a lui, il cinema di Cristopher Nolan diventa leggermente più "spielberghiano" e quindi caldo ed empatico.
    Gold di Stephen Gaghan... continua sulla linea di questa terza fase della sua carriera.

Tutti Pazzi Per L'Oro

Era il titolo di una pellicola della sua fase scema. È ora il leitmotiv di questa divertente avventura raccontata in flashback e ambientata negli anni '80. È la storia di un amicizia riepilogata in voice over da un maschio e subito la memoria va a Quei Bravi Ragazzi (1990) e The Wolf Of Wall Street di Scorsese. In realtà siamo più dalle parti di C'Era Una Volta In America (1984) perché Kenny Wells, nonostante non sia stordito dall'oppio, mentre ricorda i fatti di quel 1988 all'agente Fbi di Toby Kebbell, deve anche cercare di capire se un uomo che riteneva quasi più di un amico lo ha, nel frattempo, tradito. La terza regia dello sceneggiatore premio Oscar per Traffic (2000) Stephen Gaghan è l'epopea di una strana coppia dove la corsa all'oro è una droga (Gaghan è un ex tossicodipendente) e le azioni individuali dell'uomo possono sembrare niente di fronte alla geopolitica (Gaghan è regista del distaccato e brillante Syriana che regalò l'unico Oscar da attore a George Clooney). Tra citazioni illuminanti dei diari di Cristoforo Colombo (convinse la Regina di Castiglia a finanziargli la spedizione per le Indie usando la parola “Dio” 26 volte, mentre il termine "Oro" raggiunse il numero più importante di 114) vediamo il bromance fiorire when prospector met geologist. Il prospettore è Kenny Wells (Matthew McConaughey) il quale fuma e beve come un turco, è ignorante, pelato, pancione, sudicio e intrallazzatore. Il geologo è il laureato ad Oxford e MIT Michael Acosta (Edgar Ramírez). Michael a differenza di Kenny è asciutto, colto (la citazione dai diari di Colombo è sua). Insieme Kenny e Michael seguiranno la corrente del fangoso Deya Kensana, in Indonesia, per andare a trovare quella miniera d'oro sognata da Kenny (è un visionario) e inseguita meticolosamente negli anni da Michael (è uno scienziato). Nessuno crede in loro due. Tranne loro due. La strana coppia mette in piedi la spedizione con Kenny alla ricerca di soldi (è un prospettore) e Michael alle prese con trivelle (è un geologo), macchine scavatrici e corruzione delle autorità indonesiane (il geologo conosce la geopolitica). I due incontreranno di tutto, da zanzare giganti, a tigri in gabbia, malaria, corporation fameliche, figli di politici indonesiani pazzoidi e diluvi universali. La parola “Dio” compare in questo film 2 volte. “Oro” mille volte di più.

Conclusioni

Non c'è la parodia della rapacità chapliniana (La Febbre Dell'Oro) né la tragicità morale de Il Tesoro Della Sierra Madre (1948) di John Huston. Ripetiamo che qui siamo più dalle parti di una grande amicizia maschile incline a trasformarsi in noir e tradimento come C'era Una Volta In America di Leone o The Wolf of Wall Street di Scorsese nel rapporto tra Jordan Belfort e Donnie Azoff. McConaughey nella fase "regressione" mostrava gli addominali e un sorriso apollineo. Ora, nella fase "resurrezione" post Dallas Buyers Club, è contento di farsi vedere grasso (inquadratura di un nudo da dietro), pelato e con i dentoni.
È sempre bravissimo. Ma questo noi lo sappiamo già fin dal 1993.

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