Bad Movie - Foxcatcher - Una Storia Americana, di Bennett Miller

Il Bad Movie della settimana è Foxcatcher di Bennett Miller. La cronaca nera diventa un gran film su sport, fratelli, potere. Grandi Carell, Tatum e Ruffalo

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Spoiler Alert

Al servizio segreto di Sua Maestà

John du Pont (Steve Carell) pensa di essere un americano libero. Ma non lo è. Pensa di mostrare tutto contento a Mark Schultz (Channing Tatum) le vestigia della lotta di indipendenza yankee conservate sul suo stesso terreno di Foxcatcher in Pennsylvania, ma in realtà è ancora prigioniero dei primi dominatori inglesi rappresentati da sua madre (non a caso interpretata da un'icona del cinema british come Vanessa Redgrave), la quale lo giudica uno che ha dirazzato (per aver preferito la lotta libera ai cavalli) ed è appassionato di volgarità. John è straniero nella sua stessa dimora (Foxcatcher tradotto letteralmente è "agguantatore di volpe" come le immagini di repertorio ad inizio pellicola illustrano bene) ed è un americano ancora vittima del dominio inglese. Ecco spiegata l'ossessione per le armi (è come se John stessse inconsciamente preparando un esercito per fare la propria guerra di liberazione) e l'esibito patriottismo. Ma la madre morirà da sola, non certo per mano del represso figlio freak. E lui, una volta venuto a mancare il padrone inglese, impazzirà del tutto. Quindi il suo problema, perfettamente sviluppato nel film, è la dipendenza da una madre castrante. Ci ha ricordato molto Norman Bates di Psyco.

Bestiario

Foxcatcher è un film tratto da una storia vera che non dimentica l'importanza cinematografica del make up e del travestimento. E' un film dove è molto presente la metafora animalesca. Ci piace assai la sua natura di bestiario umano sotto forma di film drammatico con una morale a base di conflitto di classe. Steve Carell e Channing Tatum sembrano usciti da Salita al calvario di Hieronymus Bosch. Carell è un uomo sinistro dal becco di uccello (infatti John Du Pont sarà autore di un libro sugli uccelli e amerà essere definito "Ornitologo, filatelico, filantropo"). Tartum è un uomo maiale dalle narici porcine (nel suddetto quadro di Bosch li troverete che litigano sotto a destra rispetto alla figura centrale di Gesù). E Mark Ruffalo? Il secondo fratello Schultz più intelligente e indipendente è anche lui un animale? Certamente. E' un uomo scimmia per via di un trionfo tricologico che sembra unire petto, collo, viso e testa in un indistinto boschetto pilifero diradato in nuca. Egli cammina un po' caracollando, è leggermente curvo e sembra proprio uno scimpanzé sensibile e riflessivo come questi che stiamo vedendo ora nella saga sagace nata da L'alba del pianeta delle scimmie (2011).
L'uomo uccello (infido), l'uomo maiale (stupido), l'uomo scimmia (evoluto). John Du Pont, Mark Schultz e David Schultz.

È domenica

Ravvisiamo un tema costante nei primi tre film di un autore apparentemente poco monotematico come Bennett Miller ed è: la lotta al conformismo sociale

La fierezza di vivere la vita a schiena dritta anche se cammini come uno scimpanzé. L'orgoglio di rivendicare il tuo diritto alle ferie dal lavoro come piacerebbe a Ken Loach. La verità fondamentale è una e una sola: Mark Schultz si è avvicinato a John Du Pont per una questione affettiva e psicologica (qualcuno per una volta punta su di lui e non sul fratello più bravo), mentre David accetta di lavorare per il ricco magnate della lotta libera statunitense perché, dopo aver rifiutato all'inizio, si tratta in fondo di un buon lavoro, bei soldi e con la moglie pragmatica si può organizzare il trasferimento in Pennsylvania insieme ai due figli piccoli. Mark ha bisogno di John Du Pont. David ci lavora solamente. John può sperimentare su Mark giochi di potere psicologico. David è totalmente immune a ciò. Questo è sempre stato chiarissimo a tutti i protagonisti della vicenda.

Ravvisiamo un tema costante nei primi tre film di un autore apparentemente poco monotematico come Bennett Miller ed è: la lotta al conformismo sociale. Anticonformista è quello scrittore tremendamente effeminato che arriva in Kansas per fare un reportage su un atroce delitto simpatizzando per uno degli assassini (Capote). Anticonformista è quel manager di baseball che gestirà la sua squadra in modo anticonvenzionale e rifiuterà un'offertona di lavoro che te ne capitano una volta sola nella vita (L'arte di vincere). Anticonformista e fieramente indipendente è, in ultima analisi, David Schultz sia quando decide di non accettare di seguire il fratello Mark da Du Pont in un primo momento, sia quando, alla fine, accetta il lavoro di allenatore dei lottatori americani presso la tenuta del miliardario dal becco d'uccello. Ma, pur essendosi trasferito dentro l'immensa Foxcatcher, ci tiene a tenere separati il lavoro dalla famiglia, rimandando indietro Du Pont come ospite indesiderato quando il miliardario lo andrà a trovare un giorno di domenica ("La domenica è per la famiglia, John" gli dirà sorridendo come se parlasse con un deficiente). Purtroppo... subito dopo quel rifiuto di avere a che fare con il boss durante il giorno di ferie (rifiuto che sbatte in faccia a John il fatto che David non lo consideri certo un amico o comunque una persona che riesca a travalicare il rapporto di lavoro)... John Du Pont prenderà un'irreversibile e drammatica decisione contro questo tipo di atteggiamento.
Truman Capote, Billy Bean e David Schultz sono tre uomini che vogliono vivere la vita come vogliono loro, rischiando il disappunto e la diffidenza sociale per via di scelte personali figlie di una forte personalità anticonformista.

Foxcatcher

Steve

Una delle tante regole che al cinema funziona sempre è trasformare l'attore comico per un ruolo drammatico respingente. Steve Carell, ad onor del vero, l'aveva già fatto per due sodali e amiconi di Alexander Payne nell'interessante C'era una volta un'estate (2013) di Faxon & Rash. Mai dimenticare inoltre che Carell aveva già sperimentato gli oneri e onori del ruolo del discutibile e perfettibile "capufficio" nella versione americana di The Office (2005-2013) e, inoltre, era stato non proprio simpatico nei panni di Evan Baxter in Una settimana da Dio con Jim Carrey.

Sienna

Secondo ruolo di moglie americana concreta e casual per l'ex sex symbol inglese e fidanzatina di Jude Law. Non male e inaspettata questa svolta trasandata yankee per una irriconoscibile Miller. Il fatto poi che interpreti in due film significativi come American Sniper e Foxcatcher una donna il cui uomo viene ucciso violentemente, e a tradimento, in suolo americano da uno psicopatico a sangue freddo... rendono questa svolta "milleriana" ancora più affascinante nella sua misteriosa casualità.

La nobile arte dello sport

Abbiamo trovato un punto di contatto tra questi uomini animali bagonghi e caracollanti di Foxcatcher e gli Enea Guarnacci (Ugo Tognazzi) e Artemio Altidori (Vittorio Gassman) de I mostri (1963) di Dino Risi. Ci piace un cinema che caratterizza così bene il mondo di una specifica disciplina sportiva. Bennett Miller, dopo L'arte di vincere (2011), torna a rappresentare bene i tic degli atleti. Lì c'era la compulsione fisica dell'ex giocatore di baseball Billy Bean perennemente sputante e irrequieto nelle sue tutine acriliche da ex sportivo con parecchi pruriti e rimpianti da grattarsi via da corpo e anima. Qui in Foxcatcher ci sono i fratelli Schultz, i loro asciugamani agitati con colpo di frusta in faccia, le loro camminate a gambe larghe e i loro muscolari abbracci virili. A volte indistinguibili. Solo mosse di lotta libera o anche sfide gerarchiche tra maschi? Il bellissimo Foxcatcher ci lancia anche quest'ultimo, affascinante, interrogativo.

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