Bad Movie: Focus - Niente è come sembra, di Glenn Ficarra e John Requa

Il Bad Movie della settimana è Focus - Niente è come sembra di Ficarra & Requa. Commedia a base di truffa con due sgargianti Will Smith e Margot Robbie

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Spoiler Alert

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Che geni quei registi che sanno essere alti, bassi, grandi, piccoli, di nicchia, mainstream, provocatori, rassicuranti, sotterranei ed evidenti. Proprio perché il cinema è un'arte molto difficile perché collegata a forti interessi economici, sono dei fuoriclasse assoluti coloro che conoscono così bene il loro mondo e il loro linguaggio da saltellare di qua e di là cambiando forma da produzione a produzione. Ci riferiamo ai Soderbergh, Frears, Linklater e nel passato Wilder, Huston, Edwards, Nichols, Scola, Lizzani e Bertolucci. Dei veri grandi uomini di Cinema con la C maiuscola.

Ci piacerebbe che nel cinema italiano di oggi i registi avessero una testa così libera, colta e sofisticata

Qual è dunque il problema di esordire alla regia con un gioiellino sulla truffa + romantic comedy gay chic tipicamente da Sundance come Colpo di fulmine - Il mago della truffa (2009) per poi dirigere da shooter (ovvero senza sentire l'urgenza di scrivere la sceneggiatura) il blockbuster Crazy, Stupid, Love. (2011) per allargare il proprio pubblico e inserirsi nel fiorente e mai morto filone delle romantic comedy mainstream? Senza dimenticare che ab initium, nel 2003, si era scritta la sceneggiatura osannata di un piccolo campione economico come Babbo bastardo (2003)? C'è qualche problema? No. Non c'è nessun problema. Glenn Ficarra & John Requa (responsabili di tutte le "malefatte" precedentemente digitate) fanno parte di quella lista di maestri della settima arte sopraelencati. Certo... devono ancora darci sotto per essere paragonati a quei campioni ma come attitudine ci siamo proprio. Sono due registi intelligenti e di mondo, in grado di muoversi agilmente sapendo che la differenza oggi non è tanto tra cinema d'autore (ma che vuol dire questa espressione nel 2015?) e cinema commerciale (ma che vuol dire, ancora, questa espressione nel 2015?) ma solo tra un brutto film (che può essere anche d'autore) e un buon film (che può essere anche commerciale). Ci piacerebbe che nel cinema italiano di oggi i registi avessero una testa così libera, colta e sofisticata. Ma sappiamo bene che purtroppo non è così . Ficarra & Requa, invece, ci piacciono. Sono i registi di Focus, un film apparentemente molto superficiale ma in realtà gradevole e rinfrescante come i tanti cocktail che beve il suo perno centrale Nicky (Will Smith). Un truffatore tutto d'un pezzo che verso la fine di questo film si troverà a pezzi e sorretto dalla bella biondona Jess (Margot Robbie) che prima aveva scaricato in mezzo a una strada.

Caratteristi

Ma quanto sono belli i momenti in cui Ficarra & Requa consegnano il film nelle mani di BD Wong, Adrien Martinez e Gerald McRaney? E' una mossa a ben guardare più astuta che generosa e questo dimostra quanto questi due cineasti siano in grado di ironizzare sul concetto comunque portato avanti con forza, e mai negato, relativo al fatto: questo è il film di Will Smith & Margot Robbie. E' così. Vero. Ma ecco arrivare tre momenti decisivi che liberano Focus dalla presenza asfissiante delle due star e in questo modo rendono la loro presenza ancora più convincente e desiderata dallo spettatore. BD Wong è grande nel ruolo del miliardario cinese Liyuan, sfoggiando dei baffetti che rendono il suo sorriso ancora più beffardo. Il corpulento Adrian Martinez è meraviglioso quando si presenta, nei panni del collega persiano di Nicky Farhad, dalla Jess di Margot Robbie per parlarle bene del suo amicone sfoggiando un papillon bianco su camiciona a quadretti che dà all'incontro quel pizzico di dolce e innocente rimpatriata che serve assai allo scopo (soprattutto allo scopo di Nicky). E vogliamo parlare dell'arcigno e sempre di cattivo umore Owens di Gerald McRaney? La star anni '80 di Simon & Simon, anni '90 di Agli ordini, papà e anni 2013-14 di House of Cards, ruba la scena a tutti quando verso la fine... ruba i soldi al figlio Nicky (la cui madre evidentemente non doveva essere di origini scozzesi come il papà) e ovviamente lo fa senza perdere un briciolo del suo perenne cattivo umore. "Papà è fatto così" commenterà quasi praticamente dissanguato (sia fisicamente che economicamente) il figlio Nicky. Will Smith fa veramente ridere per come chiude il film.

Wong, Martinez e McRaney aiutano molto Smith-Robbie a non stancarci con i loro primi piani e corpi perfetti. Ottima idea da parte di Ficarra & Requa questa concentrazione visiva sulle tre uscite d'emergenza dal dominio del duo protagonista.

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I Will Survive

A un passo dall'Oscar nel 2007 grazie al Gabriele Muccino de La ricerca della felicità, battuto da un collega afroamericano più esperto di lui (Forest Whitaker) e poi... l'abisso. Non è facile stare nel business per un anno. George Clooney dice che se resisti anche solo per 10... sei un mito. Quindi... se ne collezioni 25 di anni dentro l'industria dell'intrattenimento più dura e spietata del Pianeta Terra... allora vuol dire che sei un Dio.

Will Smith, attore e cantante professionista dal lontanissimo 1990, sa molto bene che oggi aveva bisogno di tornare l'amicone simpatico di Hitch (2005) dopo che il padre rigoroso di After Earth (2013) aveva clamorosamente fallito. E' un uomo di spessore e acume. Non pensiamo che sia stato particolarmente gratificante per lui a 46 anni suonati tornare a pompare i pettorali, appiattire gli addominali e sciorinare tutto il suo repertorio di sguardi ammiccanti e occhiatine ironiche come e anche di più rispetto ai tempi di Alì per Michael Mann (2002; primo serio tentativo Oscar purtroppo andato al tappeto prima del dodicesimo round ancora per colpa di un collega afromaericano più esperto: Denzel Washington).

Eppure il nostro "I Will Smith Survive" l'ha fatto, è tornato in palestra, si è rimesso gli occhiali da sole e ha dovuto riconvincerci e riconvincerle che è simpatico, sexy e sempre con la battuta pronta. L'ha fatto per sopravvivere dentro Hollywood e non lasciare ancora il campo. C'è riuscito? Pensiamo decisamente di sì. E' importante per il suo agente dire che il vecchio Will è numero 1 al box office (anche se è un b.o. gramo tipico di questo periodo dell'anno) e con un po' di fortuna Focus (costato 50 milioni) potrebbe maturare un minimo profitto con il worldwide (ad oggi si trova a 35 milioni).

E Lei?

Diciamoci la verità: a parte la famosa scena nella stanza con la moquette rosa... Scorsese non le ha dato molto altro in The Wolf of Wall Street. E' stato comunque un buon trampolino di lancio per Margot Robbie come quando la Kidman fece Ore 10: calma piatta (1989) e Billy Zane le strappò via i pantaloncini. Bello allora vedere da vicino il suo viso (Scorsese si concentrò, diciamo, su altro) e notare gli occhi verdi piccoli e vicini (fondamentale il trucco e le linee delle sopracciglia per nascondere questa leggera deformazione oculare), la fronte spaziosa e il naso importante (anche Audrey Hepburn lo aveva ma è glielo hanno sempre nascosto benissimo). Ha humour la ventiquattrenne australiana e sa essere sia femme fatale che vulnerabile, disperata e spiritosa. Grande chimica tra lei e Smith. Credi alla loro forte attrazione. Ficarra e Requa l'hanno voluta ancora con loro per il loro prossimo Fun House. Mica scemi i ragazzi, eh? Sempre molto concentrati. Sempre molto a fuoco sull'obiettivo.

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