Bad Movie - Benvenuti A Marwen, di Robert Zemeckis
Il Bad Movie della settimana è Benvenuti A Marwen di Robert Zemeckis, splendido viaggio nei traumi fisici e sessuali di un uomo ferito con un grande Steve Carell...
Prima di diventare a sua volta una action figure, Andy Stitzer conservava nel suo appartamentino della San Fernando Valley a Los Angeles quei pupazzetti addirittura ancora confezionati. Quando Paul Rudd e Seth Rogen entravano per la prima volta nell'antro del 40 Anni Vergine (2006) ecco davanti ai loro occhi centinaia di quelle riproduzioni in miniatura di personaggi di film, giochi e serie tv, molto spesso ancora conservati nei loro involucri originali tranne Oscar Goldman, il capo dell'Uomo Da Sei Milioni Di Dollari. Lui era in uno scaffale, fieramente in piedi, fuori da una scatola. E valeva molto di più su eBay rispetto al protagonista del telefilm Steve Austin (Andy ci teneva a specificarlo). Stitzer in quel piccolo film di Judd Apatow che fece il botto a livello mondiale (anche in Italia dove sia lui che il protagonista erano sconosciuti: più di 5 milioni di euro di incasso nel gennaio del 2006) era Steve Carell, all'epoca dalle nostre parti un illustre carneade essendo le serie tv d'oltreoceano non raggiungibili mentalmente e praticamente come oggi. Lui aveva già sfondato in Usa con il primo Anchorman (2004) di McKay e la versione a stelle e strisce di The Office (2005) un anno prima rispetto all'esordio al cinema di Judd Apatow. Prima ancora c'era stato anche il ruolo dell'antagonista in Una Settimana Da Dio (2003) accanto a Jim Carrey. Perché tutta questa intro? Perché è buffo ripensare a Steve Carell oggi in relazione a ieri e soprattutto al suo attaccamento iniziale a bambole, pupazzetti e action figures nel film che lo rese una star protagonista visto che nell'inquietante e bellissimo Benvenuti A Marwen di Robert Zemeckis lo vediamo ancora alle prese con repliche feticci di esseri umani in versione giocattoli.
Stavolta userà quei pupazzetti fuori dalle scatole, dentro il suo giardino, al centro della sua immaginazione, per guarire le ferite del passato.
Da Marwencol a Marwen
Le eroine di Hogie
Tante donne fluttuanti... stravedono per lui.
Marwen Universe
Si chiamano Nicol, Carlala, Roberta, Anna, Wendy, GI Julie. Nel Marwen Universe sono sinuose, sexy e letali. Nella realtà possono essere tutte le signore che hanno a che fare quotidianamente con Mark a partire da quella nuova arrivata (stupenda Leslie Mann, moglie di Judd Apatow, nel ruolo di Nicol). Zemeckis prosegue la sua sperimentazione commerciale con la motion capture spesso più inquietante che entusiasmante cominciata ai tempi di Polar Express (2004). È il suo film più coerente da questo punto di vista perché quell'artificiosità che sempre criticavamo nei suoi personaggi animati da Polar Express allo Scrooge di A Christmas Carol (2009), in questo caso è giustificata dalla natura oggettistica di quelle presenze ben auguranti e protettive nei confronti di Mark. È tutto un film sulla salvezza personale legata a una femminilità che va in soccorso del maschio confermandone l'eterosessualità nonostante la passione di lui per le scarpe da donna. Solo la poetica zemeckesiana legata all'effettistica speciale (mai mero spettacolo nei suoi film ma strumento stesso di trascendenza del racconto) poteva trasformare un documentario pauperistico su un uomo che giocava coi pupazzetti in un viaggio psicanalitico dentro il trauma, la sessualità e il senso di colpa del protagonista.
Conclusioni
È stato un flop. È uno dei film più belli di Zemeckis dietro gli eterni Ritorno Al Futuro, Chi Ha Incastrato Roger Rabbit, Forrest Gump e Cast Away. C'è tutto il suo cinema delle nostre invisibili fragilità ingigantite dalla sgargiante visione del cinema. È forse anche una delle sue opere più personali. Si parte da un trauma per arrivare alla creazione di un mondo in cui poter, fittiziamente, dominare e controllare il caos che ci prende a calci nella vita reale dalla mattina alla sera.
È il film di un regista... su un regista.