Bad Movie - Babadook, di Jennifer Kent

Il Bad Movie della settimana è Babadook di Jennifer Kent, forse l'horror più sopravvalutato di sempre. Esordio premiatissimo per l'australiana Jennifer Kent

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Da Monster (2005) a Babadook (2014)

La regista ex attrice Jennifer Kent ha fatto come il Damien Chazelle di Whiplash. Prima un corto e poi un lungo. Lei ha aspettato però molto di più. E soprattutto... ha rovinato il suo corto. Ci sono molte differenze tra Monster e Babadook. Nell'economia dei 9 minuti di narrazione audiovisiva in bianco e nero è tutto più equilibrato e organico: la mamma non sembra così esasperata e stucchevole nella recitazione come nel lungo, il bambino non è così insopportabile e il nostro mostrone Babadook (qui senza cappello ma con un capello lungo e un viso pallido alla gothic metal) cresce e diminuisce in altezza a seconda di quanto la mamma si incavola.
Grande idea: se la mamma alza la voce, lui si fa piccolo piccolo. Se la maternità single si fa ordine dando ordini e ritrovando la propria voce... tutto il mondo infantile attorno a lei ridimensiona la sua aggressività horror (Babadook) o da piccola peste (figlio).
Il corto è una commedia horror inusuale. Il corto è humour. Il lungo è hybris.
Babadook nel ménage familiare della mamma single con tanti piatti da lavare nella casa in legno piena di stanzette e scricchiolii... diventerà un terzo membro della famiglia chiuso nello stanzino che potrà giocare con suo figlio SOLO quando lo vorrà lei.
E poi... volete mettere quanto sia più ironico un bicchiere di latte lucente alla Il Sospetto (1941) di Hitchcock rispetto a una punitiva scodella di vermi?

Peggioramento

Il passaggio dal corto garrulo da 9 minuti al lungo serioso e presuntuoso da 93 primi peggiora tutti gli spunti interessanti del progetto embrionale dell'ex attrice Kent. In questo noiosissimo racconto del terrore introspettivo girato con dei colori freddissimi in un ambiente borghese senza alcun problema economico, vediamo una sfiancata e sfiancante Essie Davis nel ruolo di mamma vedova (nel corto è meno chiaro e infatti è tutto più leggero) da 7 anni vivere con Samuel figlio unico di 7 anni (non è una coincidenza) appassionato di magia che non sta un attimo fermo, non dorme la notte, urla tutto il tempo e getta la cugina giù dalla sua (della cugina) casetta degli alberi. Troppo antipatico lui e troppo passiva lei. Il mondo sembra quello di ieri (danno Méliès, Mario Bava e Il Fantasma dell'Opera del 1925 in tv), lei è circondata da freddezza cromatica e umana (tranne un collega che forse vorrebbe provarci anche se sembra asessuato o peggio ancora gay) sia nell'ospedale dove lavora sia presso la sorella la quale, giustamente, non sopporta Samuel la piccola peste. Fino al minuto 50 sembra il prequel di Mommy di Xavier Dolan ovvero: come si può essere madre e al contempo volerti sbarazzare di quella piaga di tuo figlio? Poi arriva un libro rosso pop da cui viene fuori...

Babadook

Evvai! E' arrivato il mostro a salvarci dalla mamma passiva/aggressiva e dal figlio indemoniato! No. Non cantate vittoria. Babadook... non vale niente come creatura. E' una figura lunga, nera, con cappellaccio a cilindro, faccia da scimmia con manone lunghe e affusolate. E' nettamente più infantile rispetto a quello del corto. Il goth metal? Bye bye. E non abbiate paura: praticamente non si vede mai. Proprio perché il film gioca maldestramente con il registro dell'horror introspettivo che di solito piace tanto a chi non ama, e non conosce, il genere horror... il mostro non ha alcun fascino in questa pellicola. E' un mero pretesto. Già nel tratto disegnato del libro popup in cui compare... sembra una creatura partorita dalla mente di un Tim Burton svogliato, quando aveva sedici anni e ancora non disegnava tanto bene. Dopo il minuto 50 (il film fino a quel momento è: Samuel è insopportabile e lei sta crollando), la Kent fa arrivare il libro misterioso (ma come? un horror così sofisticato ed elegante... e io non so come cavolo è finito quel libro in quella casa?), gioca con rumori e vocine paurose (qualcuno rantola B-a-b-a-d-o-o-k al buio... sai che paura) e poi copia di brutto L'evocazione - The Conjuring (2013) di James Wan. Come Lily Taylor veniva posseduta da qualcosa (o meglio qualcuno o meglio ancora qualcuna) mentre si trovava a letto, qui la vedova triste che non riesce nemmeno a masturbarsi con il vibratore nei primi 50 minuti (indovinate per colpa di chi? E' l'unica scena minimamente viva del film) forse riceve la visita in bocca del Babadook il quale la trasforma in un simil Jack Torrance di Shining con tanto di coltellaccio e frasi con parolacce e minacce di morte urlate al figlio ("Va' a mangiare la tua merda!").
Originalissimo, non c'è che dire. E' proprio l'horror dell'anno.
Ma purtroppo c'è di più: laddove nel corto questa madre con personalità e meno frignona di Essie Davis si metteva a fare l'arbitro tra Babadook e figlio decidendo quando e come i due potessero giocare insieme, qui nel forzatissimo showdown finale... scopriamo che Babadook rimarrà in famiglia con loro quasi a sostituire la figura paterna morta in un incidente automobilistico mentre lei stava andando a partorire Samuel in ospedale.
Senza sapere il perché (non c'è alcun rapporto intellettuale o emotivo tra il mostro e il bimbo come invece succedeva nel bellissimo finale di Super 8 grazie al momento della collanina), questo Babadook completamente vuoto (letteralmente: la Kent inquadrerà le vesti del mostro cadere a terra senza niente dentro) diventerà il terzo inquilino della casa scricchiolante mangiando i vermi invece di bersi il bicchierone di latte del corto. Contento lui.
La Kent sbaglia tutto. Lei è contemporaneamente: 1) insopportabilmente snob nei confronti dell'horror 2) incredibilmente coatta come il peggior regista horror.
Serve qualche immagine disturbante buttata lì a caso per non far addormentare lo spettatore? Ecco una minestra con dei vetri dentro (?) oppure l'estrazione di un dente compiuta a mani nude e senza anestesia oppure degli strani rumori al telefono oppure un astioso bussare alla porta oppure qualche scarafaggio che esce dal muro (l'incubo della donna... è l'incubo della casalinga. Complimenti per il progressismo). Il nostro Babadook c'entra qualcosa in tutto ciò? C'è una minima mitologia del mostro cui poter collegare qualche evento? Ma nemmeno per sogno ragazzi. A confronto della Kent il Jon Watts di Clown (2014) aveva costruito un background degno di J.R.R. Tolkien per il suo bellissimo mostrone.

Conclusione

E questo sarebbe l'horror dell'anno? E questo sarebbe il film che ha vinto 34 premi presso 43 Festival o Premi nazionali tra il 2014 e il 2015?
Meno male che Sarah Snook ha fregato l'insopportabile Essie Davis come Miglior Attrice Protagonista nell'Oscar australiano con Predestination. E' una consolazione.
L'impressione è che si sia enfatizzata a dismisura la qualità di un horror snobbetto al femminile e che il complesso di inferiorità di alcuni (horrorofili) e il complesso di superiorità di altri (critici), abbia creato questo grosso equivoco che di fatto è il successone mondiale di una pellicola mediocre.
Fa bene la Kent a ripetere che non ci sarà nessun Babadook 2.
Come avrebbe detto Truffaut... mica scema la ragazza.
Una volta che hai ipnotizzato il mondo con il nulla... meglio far finta di niente e rinchiudersi in cantina.
Proprio come fa il suo impalpabile e insignificante mostro che non c'è.

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