Bad Memories - Super Mario Land 2: 6 Golden Coins

Bad Memories: Super Mario Land 2: 6 Golden Coins e il definitivo sdoganamento del mobile gaming

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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Riascoltando certi strimpellamenti 8-bit, riattraversando certi scorci di quel fantasiosissimo e strabiliante “Land”, verrebbe davvero da dire che “si stava meglio una volta”. Riuscite a immaginarvelo il 1993? Le tute inguardabili, i cellulari senza app che non mandavano nemmeno gli sms, le vecchie Lire, le console portatili che, pur a fatica, stavano davvero nelle tasche dei jeans. Quell’anno, alla fine di gennaio per essere precisi, a distanza di qualche mese dalla release nipponica, giunse anche dalle nostre parti Super Mario Land 2: 6 Golden Coins.

Il suo diretto predecessore aveva scavato solo la superficie delle potenzialità grafiche del Game Boy, avendo comunque l’ardire di inscenare l’ennesimo rapimento ai danni di una principessa in un regno piuttosto distante dagli stilemi classici del Mushroom Kingdom. Fu abbastanza, ma la netta sensazione di trovarsi tra le mani una versione “in miniatura” del classico Mario fu troppo palpabile affinché stampa e pubblico restassero completamente stregati da quell’avventura dai toni stranianti. In questo contesto storico, l’irruenta conquista del castello da parte del terribile Wario, pretesto narrativo sufficientemente valido per richiedere l’intervento dell’instancabile idraulico, rappresentò il definitivo, totale e irreversibile sdoganamento del mobile gaming. Metroid 2, e ovviamente Tetris, furono innegabilmente dei precursori, ma solo Super Mario Land 2 ha effettivamente evoluto, come mai prima di allora, la percezione di ciò che fosse possibile creare e giocare con una minuscola console portatile.

[caption id="attachment_142593" align="aligncenter" width="300"]Super Mario Land 2 6 Golden Coins screenshot 1 Buona parte del successo del gioco lo si deve anche al carisma della nemesi di Mario: non a caso, il successivo capitolo della saga ebbe per protagonista proprio Wario.[/caption]

Il merito, in primis, va allo straordinario lavoro tecnico che permise agli artisti di Nintendo di dare un volto più definito al proprio eroe e di disegnare scenari estremamente caratterizzati, suggestivi, immersivi. A ben vedere, rigiocando oggi a quella splendida avventura, dobbiamo ammettere che bastò poco per farci emozionare a dismisura nell’esplorare scenari così originali e al tempo stesso estremamente rispettosi dell’estetica del brand. Sconfinati mari scintillanti si estendevano sino all’orizzonte; isole lontanissime ci davano l’idea di quanto ancora ci fosse da scoprire e vedere; gigantesche nuvole bianche ricordavano i cieli estivi, infiniti e magici, della nostra infanzia; fondali totalmente oscuri incutevano in noi un sincero timore e trasmettevano un sinistro presagio delle difficoltà che di lì a poco avremmo dovuto affrontare.

Fu un gioco assaporato principalmente con il cuore e con l’anima, che ad ogni nuova ambientazione sapeva stupire e ammaliare il suo pubblico toccando corde emotive indefinibili. La squillante colonna sonora fungeva da catalizzatore ritmando l’esecuzione dei salti, enfatizzando i passaggi più tetri e misteriosi, vivacizzando a suon di fanfare ogni scalata verso la fine dello stage.

In questo scintillio di paesaggi da sogno, il level design si dimostrava vagamente accondiscendente nei confronti del videogiocatore: per quanto giovani e inesperti, non era difficile accumulare vite e completare, anche al primo tentativo, un’intera ambientazione. Mario soffriva di una certa inerzia, ma ciò non evitò comunque il superamento sfrontato di orde di nemici poco convinti e burroni meno minacciosi di quanto potessero inizialmente sembrare. Tutto ciò è valido ad esclusione del castello di Wario: labirinto di trappole e vero spauracchio che poteva costringerci persino a “farmare” (termine all’epoca totalmente sconosciuto), pur di evitare l’irreversibile game over che ci avrebbe sottratto le monete d’oro accumulate sino a quel momento.

Super Mario è diventato il re dei platform quando ha conquistato anche il regno dei portatili. Se con la sua prima escursione c’era riuscito solo a metà, con 6 Golden Coins l’impresa si compì completamente. A sorprenderci, fu la strategia con cui gli riuscì: non con un level design complesso e intricato, come imporrebbe la tradizione, ma con un’epopea artisticamente sublime. Senza nulla togliere alla giocabilità, comunque raffinatissima, è innegabile che in quel viaggio ci appassionammo, più che alla sequenza di salti e acrobazie richieste, ai panorami offerti da quel “Land” che nel lontano 1993 ci fece tanto sognare.

[caption id="attachment_142594" align="aligncenter" width="300"]Super Mario Land 2 6 Golden Coins screenshot 2 Suonando la campana al termine di ogni livello si accedeva ad alcuni minigiochi generosi di bonus e vite extra.[/caption]

Come è stato (ri)giocato: Su Ebay non è difficile (né eccessivamente costoso) imbattersi in un vecchio Game Boy e in una copia di Super Mario Land 2. Se volete comunque essere più pratici e risparmiosi, sappiate che potete tranquillamente scaricare il gioco su 3DS, accedendo alla Virtual Console.

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