Bad Memories - Planescape: Torment

Bad Memories: uno dei migliori giochi di ruolo di sempre, Planescape: Torment

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Ci sono giochi che segnano un’epoca, che magari al momento del debutto vendono pochissimo, ma che sono dieci anni avanti al resto del mercato per contenuti, impostazioni, per quello che lasciano; Planescape: Torment è uno di quei giochi, un titolo che segna, senza tema di smentita, un prima e un dopo. Tiepidamente accolto dal pubblico, Planescape: Torment è considerato oggi e in modo pressoché unanime come uno dei più grandi RPG di tutti i tempi.

Nel titolo di Black Isle Studios (storica divisione di Interplay Entertainment) non ci sono elfi, nani, o vallate incantate, tutto è cupo e triste, un lungo viaggio interiore che percorre senza pretenziosità e in modo mirabile il senso della vita, della morte e di come siano influenzate dal rimorso e dai rimpianti. Come suggerisce il titolo, il setting del gioco è il Planescape, ossia il Multiverso, ambientazione del celeberrimo Advanced Dungeons and Dragons, in cui tutti i luoghi materiali e non di D&D confluiscono in un unico, coerente universo di gioco, e proprio nel cuore del Multiverso prende inizio questa leggendaria avventura, a Sigil, la città delle porte da cui è possibile accedere ai vari piani.

[caption id="attachment_145316" align="aligncenter" width="600"]Planescape: Torment screenshot Planescape: Torment - screenshot[/caption]

Il gioco inizia in un mortuario, e sin da subito prende le distanze dalle classiche ambientazioni fantasy stile D&D; interpretiamo un personaggio predefinito, rispetto al quale possiamo intervenire solo sulle caratteristiche di gioco, senza nome e memoria, un antieroe macilento e quasi putrescente, eppure vivo. Appena svegli si comprende che si è come resuscitati e veniamo subito approcciati da un teschio fluttuante di nome Morte, creatura misteriosa e singolare, con una gran parlantina e cinica ironia, che ci ragguaglia sull’unica pista che abbiamo da seguire; un tatuaggio sulla schiena, che fa riferimento a un individuo di nome Pharod, da raggiungere dopo essere fuggiti dal mortuario, presidiato da zombie e altre amene creature. Abbandonarci a spoiler da qui in avanti sarebbe criminoso, perché quella di Planescape: Torment è con ogni probabilità la migliore storia mai scritta per un videogioco, una vicenda complessa e profonda, che riesce a sondare come poche altre l’animo umano. Il numero delle linee di dialogo è ancora oggi tra i più alti della storia dell’industria e nel 1999 costituiva uno sforzo di sceneggiatura mai neanche lontanamente tentato.

I dialoghi sono un parte preponderante e decisiva del titolo, che assomiglia in questo senso quasi a un libro game. Sia che si abbia a che fare con gli NPC che con i membri del party (uno più strano, macabro e drammaticamente malinconico dell’altro), le nostre scelte, fra le numerose opzioni di dialogo, plasmano l’avventura in modo decisivo, conducendoci verso uno dei tanti finali e verso porzioni di avventura fatte di incontri e quest che necessariamente si escludono l’un'altra, obbligando il giocatore a giocare più volte il titolo per vedere tutto. Ogni scelta può modificare l’allineamento morale e la moralità del Senza Nome, da monitorare costantemente, e il modo in cui gli NPC e il party ci vedono; tenere insieme la nostra squadra, diversissima per allineamento, storia personale e obiettivi, è un’impresa titanica, che dà immensa soddisfazione, visto che è molto facile inimicarsi qualcuno, e che questi possono facilmente morire e difficilmente possono essere resuscitati.

[caption id="attachment_145317" align="aligncenter" width="600"]Planescape: Torment screenshot Planescape: Torment - screenshot[/caption]

Di fronte a una narrazione cosi potente il combat system, basato sulle regole di AD&D e semplice e funzionale, passa quasi in secondo piano, ma non per questo è meno riuscito, come memorabile e ancora oggi gradevole (a patto di installare un mod che consente di visualizzare il gioco in alta definizione) è la grafica fatta di fondali disegnati a mano, che rappresentato un mondo cupo, drammatico e apparentemente senza speranza ne luce.

Planescape: Torment, in conclusione, sta alla storia dei videogiochi così come la Divina Commedia sta a quella della letteratura mondiale; è un’opera fondamentale, consigliatissima ancora oggi. Giocandola non solo vivrete una storia senza eguali, ma vi ritroverete a giocare Mass Effect, The Witcher e tutti quegli RPG di nuova generazione che tanto premono sulla narrativa e sulle scelte morali con un altro occhio. Farselo sfuggire sarebbe un crimine.

Come è stato (ri)giocato: Planescape: Torment è disponibile su varie piattaforme di digital download, e provvisto di vari e interessanti mod (su tutti quello per giocarlo in alta definizione) che rendono ancora oggi accessibile un gioco comunque sempre attuale e invecchiato benissimo.

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