Bad Memories - Out Run

Bad Memories: Out Run fa sognare, in ogni sua veste, con una Ferrari, paesaggi evocativi e brani sensazionali

Un giorno troverò qualcosa di interessante da scrivere qui dentro.


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“Vorrei viaggiare all'infinito”, diceva la biondona seduta al fianco del guidatore del bolide controllato dal giocatore in quello che è l'ultimo titolo uscito della serie Out Run, ovvero quel capolavoro che risponde al nome di Out Run 2006: Coast to Coast. Vent'anni dopo l'originale, anno 1986, e quasi altri dieci ne sono passati, un vuoto che SEGA prima o poi dovrà riempire, ce lo auguriamo, e che intanto riempiamo noi, magari assaporando la versione più moderna della visione di Yu Suzuki, magari tornando alle origini, prendendo in mano Nintendo 3DS e dando sfogo alla nostra voglia di libertà con 3D Out Run.

Out Run non è un gioco, è uno stato dell'anima. Si parte sgommando e si viene catturati da una magia meravigliosa, quella che obnubila la mente, disattiva la percezione di un esterno ed infila nella testolina sensazioni straordinarie, che poco importa se sono veicolate da pixel o da poligoni, da colonne sonore composte da bit o da note più raffinate, perché Out Run è bellissimo lo stesso, in ogni sua veste. A qualcuno potrebbe venire da chiedersi come tutto ciò sia possibile con una console portatile in mano ed un titolo di quasi trent'anni fa sullo schermo. L'efficacia goduriosa di 3D Out Run è indiscutibile, e va bene che uno dei nostri sogni più dolci prevede un cabinato in camera, uno di quelli tutti rossi e con le scritte e con le ruote e il sedile e il volante, ma la scala ridotta non pregiudica niente. Out Run se ne frega dello spazio e del tempo, esiste in un'altra dimensione. Anzi, è un'altra dimensione.

[caption id="attachment_140992" align="aligncenter" width="400"]3D Out Run screenshot 3D Out Run - screenshot[/caption]

Come spiegare, altrimenti, il passaggio tra le aree che compongono il mondo del gioco? Com'è possibile che basti prendere un bivio, per passare da montagne innevate a rovine antiche, da prati a deserti? E' il pieno compimento di sogni infantili, essere in un attimo ovunque, viaggiare con la fantasia, e siccome a Yu Suzuki gli piacciono le macchine la fantasia è una Ferrari. Che non è nemmeno più un Ferrari, perché SEGA i diritti non li ha più, è un'altra cosa che ha i fari diversi e si è persa il cavallino per strada, o forse se l'è mangiato l'aquila che occupa il suo posto, ma tutto sommato va benissimo anche così, anzi per fortuna che lo schermo è piccolo così non ci si fa troppo caso. Si gioca a 3D Out Run e ci si lascia cullare, esaltare, solleticare dalle note dei brani della colonna sonora, si ammirano paesaggi colorati ed evocativi, si guida anche, ma forse nemmeno ci se ne accorge, a parte quando ci si spadella contro qualcosa o finiscono i preziosi secondi utili a raggiungere il successivo checkpoint. E se non ci si riesce è quasi un trauma, la brusca interruzione di un'esperienza bellissima.

Perché si, con Out Run si vorrebbe veramente viaggiare all'infinito.

[caption id="attachment_140993" align="aligncenter" width="400"]3D Out Run screenshot 3D Out Run - screenshot[/caption]

Come è stato (ri)giocato: Out Run è disponibile per una vasta serie di retro console, da solo così come inserito in raccolte. Noi lo abbiamo giocato su Nintendo 3DS, grazie ad un codice per il download da eShop di 3D Out Run.

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