Bad Memories - Game Boy Camera

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L'elemento retrogaming che analizzeremo oggi è un accessorio con un'aura di mistero...

Esistono essenzialmente due tipologie di retrogamer.
Da un lato abbiamo “la vecchia guardia”, gli irriducibili amanti del vintage che coltivano la loro passione videoludica direttamente sui supporti originali. Console, controller e cavetti impolverati adornano i loro scaffali.
Nell’altro schieramento invece troviamo i retrogamer “digitali”. Videogiocatori che, pur non possedendo macchine di gioco vecchie di vent’anni, scelgono di non rinunciare alla loro ludicità retrodatata. Questa tipologia di gamer gioca a vecchi titoli sul proprio notebook, tablet o smartphone, con metodi più o meno leciti.

 

Lungi da noi dare un giudizio finale su queste due categorie. Escluse le annose questioni legali del gioco emulato (ormai esistono numerose alternative totalmente lecite e supportate dalle case produttrici), il retrogaming digitale spesso non è tanto una scelta, ma una necessità dettata da costi e necessità.
Ben pochi videogiocatori rinuncerebbero, avendone l’opportunità, al formato fisico originale. Specialmente per quei prodotti antichi che, come la Game Boy Camera, esistono solo come hardware.

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Creata nel 1998 come accessorio per Game Boy classic e pocket, Gameboy Camera non era altro che un  antesignano delle moderne fotocamere digitali. L’apparecchio, inseribile attraverso lo slot cartucce, permetteva ai gamer di tutto il mondo di trasformare la propria console portatile in una bislacca telecamerina dalla risoluzione di 256x224 pixel, il tutto nei classici quattro toni di grigio resi disponibili dalla macchina.
Quelle che adesso possono sembrare specifiche ridicole, al tempo risultavano davvero significative.
Ne da conferma l’edizione 1999 del Guinnes Worlds Records, che cita l’apparecchio come la fotocamera digitale più piccola disponibile al momento. La semplice idea di trasformare la propria console di gioco in qualcosa che non fosse legato totalmente all’universo videoludico appariva ai più estremamente rivoluzionaria.
Chi ha posseduto una Game Boy Camera in quegli anni ricorderà sicuramente i disagi causati ad amici e parenti che iniziavano a sperimentare gli effetti di un mondo in cui si può essere costantemente registrati.
La Camera intratteneva il giocatore con tre semplici giochi (DJ, Giocoleria e Sparatutto a scorrimento), che consentivano di creare dei personaggi con le foto acquisite. Tutte idee che vedremo riproposte più tardi, nella generazione Wii, PS3 e Xbox 360.
Tra le funzioni più utili vi era quella del fotoritocco e della stampa in formato tessera o adesivi (previa acquisto del Printer).

E’ difficile spiegare a parole in cosa consista attrattiva di una semplice fotocamera montata su cartuccia portatile. L’elemento che al giorno d’oggi si palesa subito agli occhi del videogamer moderno è la bizzarra interfaccia grafica. Il curioso menu che accompagnava il giocatore nell’esplorazione delle funzioni della macchina tradiva tutta la follia tipica della comicità giapponese.
Autoironico e satirico, il software Game Boy Camera era un misto di strani elementi senza alcuna apparente utilità, se non quella di straniare l’utente.
I giocatori che all' epoca furono impressionati da queste funzioni iniziarono a tramandarle in forma di leggende metropolitane a tinte horror (le famose creepypasta).
Ad oggi, chi scrive questo articolo non riesce a dare una spiegazione alla misteriosa voce RUN del menu stampante, che attivava una sorta di fermo immagine con una foto distorta e la didascalia: “Who are you running from?

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