Bad Memories - Bonk
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Iniziamo la nostra nuova rubrica analizzando questa oscura mascotte: molti conoscono Sonic, tantissimi conoscono Mario, pochi conoscono Bonk...
Con questo articolo diamo il via a una rubrica che mette il focus sui giochi "vecchia scuola" e sulla
passione del trovare e riscoprire piccole perle del passato.Come archeologi in cerca di tesori perduti e dimenticati, sceglieremo di volta in volta per voi un titolo o una serie che ha divertito i videogiocatori dei tempi andati.La nostra speranza non è solo farvi conoscere nuovi capitoli da aggiungere alla vostra cultura videoludica, ma risvegliare in voi sopiti ricordi di pomeriggi pre-adolescenziali passati a giocare a quel-gioco-di-cui-non-ricordo-il-nome, cercando di battere il mostro-del-quinto-livello (quello difficilissimo).Fatte queste premesse, entriamo subito nel vivo. Un trend comune tra le console del passato era la continua ricerca di mascotte. Animali o esseri più o meno antropomorfi, erano la cartoonosa personificazione del sistema di gioco. La mascotte era l'identità della console, la sua dichiarazione d'intenti. Scegliere di seguire un'azienda come Nintendo piuttosto che Sega non era semplicemente una scelta di gusti videoludici, ma una scelta tra Mario e Sonic.Sono molti a conoscere Sonic e tantissimi a conoscere Mario.Pochi conoscono Bonk.La mascotte di NEC e Hudson Soft, benchè famosa tra gli appassionati e gli addetti ai lavori, non è mai riuscita a ritagliarsi uno spazio nella memoria collettiva.La ragione di tale oblio va sicuramente a ricercarsi nella console di rappresentanza, il TurboGrafx-16, nata come competitor diretto di Nes e Sega Mega Drive e morta dopo una manciata di anni.Su questo sfortunato sistema la saga di Bonk si è imposta con forza in mezzo a un mare di titoli mediocri, dando ai pochi acquirenti almeno tre videogiochi di cui avere vanto. Bonk si presenta come un bambino delle caverne dall'enorme testone. Il luogo in cui vive è una sorta di surreale variante acida del mondo dei Flistones, abitato da dinosauri super deformed dalle svariate dimensioni e colori. Similmente ai suoi rivali Sonic e Mario, Bonk mostra un gameplay incentrato sul platform, con alcune interessanti e uniche varianti. Per iniziare, l'onomatopeico personaggio si dovrà far strada nel mondo non per mezzo di pestoni, ma con l'utilizzo della testa. Testa in questo caso non indica "intelletto", ma proprio l'idrocefalo capo del protagonista, che verrà scagliato con forza contro i dinosauri di tutte le taglie. Da questo curioso sistema d'eliminazione dei nemici nasce uno stile di gioco unico, completamente incentrato sulle craniate. Il movimento di Bonk è caratterizzato da continue parabole che si concludono in dolorosissime testate sul terreno. L'appeal del gioco è tutto basato sulla fortissima sensazione di straniamento che si prova prendendo in mano i controlli. Abituati a platform dalle meccaniche rodate, si viene investiti da un'modo di saltare le piattaforme totalmente nuovo. Bisogna sfruttare tutti gli elementi del terreno per potenziare il propri salti, dai nemici ai fiori gommosi. Gli ambienti in cui è calato Bonk, e gli effetti dei power-up, fatti di pura demenzialità giapponese, contribuiranno ad aumentare il senso di stranezza. Basti sapere che Bonk mangiando carne muterà il colore della propria pelle diventando nero e fortissimo. Una volta colpito, prima di tornare al colore originale, assumerà uno stadio intermedio in cui prenderà una tonalità mulatta e degli inspiegabili occhi a mandorla.Bonk, in quanto frontman di TurboGrafx-16 sembrava incarnare il desiderio della console di distinguersi dalla massa, come è possibile vedere in questa vecchia reclame degli anni '80 in cui il cavernicolo si scontra con una versione stilizzata di Mario:In conclusione è un prodotto per intenditori, che cercano nel retrogaming un sapore diverso da quelli consueti. Un gioco per chi riesce a concepire di impersonare un uomo primitivo che attraversa l'apparato digestivo di un Tirannosauro (completo di intestini e sfintere). La reperibilità del videogame è alta. E' possibile trovare la trilogia su TurboGrafx-16 in diversi shop online, in versioni scaricabili per le console odierne. Si consiglia di attenersi alla sola saga su console madre, e di lasciar perdere le versioni NES (port scadenti) e Snes (sequel mediocri). Otto Bit