Bad Memories - Alex Kidd in Miracle World

Bad Memories: prima di Sonic, la mascotte di SEGA era un giovane ragazzo dalle grandi orecchie, protagonista di Alex Kidd in Miracle World

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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In un mondo fantastico, pieno di creature bizzarre, grotte, foreste, castelli e panini (o onigiri) da mangiare al volo, i duelli tra gentiluomini non prevedono l’uso di armi, né contemplano volgari baruffe a suon di sganassoni e calci proibiti. Per quanto l’offesa possa essere diffamante, il regolamento di conti, nel Miracle World, è consentito solo attraverso la secolare e nobile arte della morra cinese. Sasso, forbice, carta: chi perde ha il dovere morale di decedere senza troppe lungaggini.

L’avventura più famosa della sfortunata mascotte di SEGA, il dimenticato e pensionato Alex Kidd, non lesinava certo sul livello di assurdità che permeava ogni ambientazione dell’avventura. Del resto erano altri tempi: nel 1986, anno di pubblicazione del gioco in terra natia, bisognava arrangiarsi con quello che si aveva per stuzzicare la fantasia dell’utenza. Sebbene il Master System, con i suoi soli 8 bit, fosse una macchina assolutamente all’avanguardia, ben più performante del NES, non bastavano di certo i colori sgargianti e gli sprite incredibilmente (per l’epoca) dettagliati per restituire l’impressione di trovarsi in un regno dove tutto fosse magico e incantato. Il nostro, impegnato in una poco precisata ricerca del fratello, finiva per giungere ai confini del Miracle World, vivendo così un epopea che lo avrebbe portato ad attraversarlo da parte a parte, sino allo scontro finale con il temibile Janken the Great. Un arco narrativo a cui non solo era stata riposta poca cura, come da tradizione per i platform bidimensionali dell’epoca, ma che si estendeva attraverso striminziti dialoghi con inverosimili saggi del villaggio che, quanto meno, avevano l’indiscutibile merito di indirizzare l’ingenuo Alex Kidd nella successiva ambientazione zeppa di ostacoli mortali.

[caption id="attachment_140613" align="aligncenter" width="600"]Alex Kidd in Miracle World screenshot Alex Kidd in Miracle World - screenshot[/caption]

Il gameplay, già all’epoca, era assolutamente classico e forgiato attorno alle uniche due abilità del protagonista: il ragguardevole salto e il poderoso dritto capace di abbattere quasi ogni fellone. A insaporire la collaudatissima formula, alcuni power-up capaci di cambiare repentinamente e brutalmente il consueto approccio ai livelli. Il braccialetto donava all’impavido giovane la capacità di lanciare attacchi dalla distanza che riuscivano a distruggere persino i blocchi che gli ostruivano il cammino. L’immancabile invincibilità temporanea poteva tornare utile per farsi beffe dei passaggi colmi di trappole e nemici. La moto e il singolare velivolo munito di pedali permettevano una sostenuta velocità di spostamento e, nel caso dell’aeromobile, un arsenale sufficiente per mandare al tappeto gli oppositori. Tra sinistre scimmie lanciatrici di foglie affilatissime, immortali e intoccabili fantasmi, coriacei uccellacci e rane sornione con la passione per l’uccisione a tradimento, all’apice di questa stramba catena alimentare dominavano i tre tirapiedi di Janken the Great. Come anticipato, al contrario di altri boss di fine livello, il cui contenzioso si risolveva con una più canonica scazzottata, tali figuri espletavano il mortale duello ricorrendo alla morra cinese. Una stramberia, frutto di chissà quale brainstorming tra gli sviluppatori, che fece comunque la storia e buona parte della fortuna, soprattutto tra i posteri, di Alex Kidd in Miracle World.

Giocato al giorno d’oggi vengono a galla tutti i limiti di un level design a volte ingenuo (alcune sezioni acquatiche erano superabili evitando tranquillamente qualsiasi ostacolo e nemico), di un sistema di controllo non sempre all’altezza, di un art design invecchiato troppo presto. Inutile dunque paragonarne il valore, artistico e ludico, con l’altro mostro sacro della sua epoca: l’immortale Super Mario Bros., che di contro non sembra sentire gli effetti del tempi. Avvicinarsi a questa piccola perla del catalogo Master System significa nutrire nei suoi confronti una sincera curiosità archeologica o affettiva: non saranno certamente le qualità intrinseche dell’opera a tenervi incollati allo schermo per più di un paio di partite. Resta comunque un’indimenticabile avventura dell’infanzia videoludica di molti (sottoscritto compreso) che seppe alimentare grandemente il fascino per questo medium, anche a fronte dell’indimenticabilmente deludente finale: qualcosa di più, che non fosse una semplice schermata di game over, sarebbe stato gradito.

[caption id="attachment_140614" align="aligncenter" width="600"]Alex Kidd in Miracle World screenshot Alex Kidd in Miracle World - screenshot[/caption]

Come è stato (ri)giocato: abbiamo ricollegato un vecchissimo Master System II per concederci qualche partita ad Alex Kidd in Miracle World. In mancanza della versione originale, invero difficilmente reperibile persino tra i rivenditori online, a meno di non sborsare ingenti somme, potreste comodamente giocarlo e rigiocarlo su Wii U rintracciandolo nel catalogo della Virtual Console

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