Baby Driver: il nostro resoconto dell'incontro con Kevin Spacey a Roma!
Il resoconto della conferenza stampa romana di un divertito e divertente Kevin Spacey per presentare Baby Driver di Edgar Wright
Si è parlato del suo ruolo del basista Doc in Baby Driver - il Genio della Fuga di Edgar Wright, nelle nostre sale dal 7 settembre. Ma non solo. Ecco il resoconto dell'incontro stampa al quale abbiamo partecipato:
Tre anni fa durante un'intervista all'Hollywood Reporter lei ha dichiarato che avrebbe voluto accettare solo ruoli di rilievo al cinema e non avrebbe più interpretato il fratello di nessuno aggiungendo che o la chiamava Martin Scorsese per un ruolo importante o se ne potevano andare tutti a fare in culo. Conferma questa decisione?
Parlavo di un momento della mia carriera in cui per poter di nuovo confermare un alto livello nella mia carriera avrei dovuto rinunciare a un certo tipo di parti troppo marginali. È un concetto legato al fatto che ora io sia interessato a ricostruire la mia carriera cinematografica. Dopo aver fatto tanto teatro a Londra, sono uscito negli ultimi anni dalla vista e dalla mente di tanti spettatori. Ora voglio essere una parte importante del racconto di una storia. Se Scorsese mi chiamasse... prometto di non mandarlo a fare in culo.Considera a questo punto Edgar Wright come un Martin Scorsese del cinema?
Amo i suoi film. È intelligente, divertente e adoro il suo uso della musica. Mi sembrava che in Baby Driver Edgar mi offrisse un ruolo alla Michael Caine. Come potevo dire di no?Lei in Baby Driver recita la parte dell'ennesimo "bad guy". In che modo Doc di Baby Driver è diverso dai cattivi precedenti?
Io non giudico i personaggi che interpreto. Quando interpreto un ruolo non è mai il mio compito quello di giudicare moralmente un personaggio. Le parole "cattivo" o "diabolico" non rappresentano dei concetti che puoi recitare. Tu come attore puoi solo recitare come effettivamente la gente parla o come effettivamente la gente si comporta. Lo spettatore ultimamente è sempre più interessato a personaggi complessi e machiavellici e questo in tv esiste soprattutto dai tempi dei Soprano.
È più interessante recitare nei panni di un basista di rapine in banca, di un politico corrotto o di un grande personaggio a teatro?
È come paragonare le arance e le mele. Però... se una mela o un'arancia è in un teatro... allora io sono la persona più felice del mondo. Per cui rispondo... teatro!
Lei è un modello per molti attori (Spacey ride sarcasticamente quando sente la traduzione; N.d.R.). Chi sono stati i suoi modelli come attore?
Mia madre amava il teatro e il cinema permettendomi di amare una varietà enorme di attori come Henry Fonda, Katherine Hepbun, Spencer Tracy, Cary Grant, Jimmy Stewart, Bette Davis. Ho avuto la fortuna di lavorare con Jack Lemmon per quattro anni quando ero molto giovane. Lui è stato un grande mentore per me. Voglio ricordare anche Joseph Papp, direttore del New York Shakespeare Festival, e Alan J. Pakula, forse il primo regista che ha combattuto realmente per me.
Ha mai conosciuto Roberto Pedicini o conosce il suo lavoro come suo doppiatore italiano?
Chi altro doppia oltre me?
Jim Carrey, Javier Bardem...
Ve lo chiedo perché ho conosciuto un uomo al Festival di Berlino che viene da me e mi dice: "Io sono te! Faccio la tua voce in tutti i film in Germania. Faccio anche Robert De Niro e Sean Connery". Io gli dico: "Quindi se io faccio un film con Sean Connery e Robert De Niro le voci le farai tutte te". Non conosco Roberto Pedicini ma farò in modo di non girare mai un film con Jim Carrey.
Ci sono dei ruoli che lei non prende proprio in considerazione?
Le uniche parti che non voglio accettare sono quelle che sono scritte male. Sono aperto a ogni tipo di ruolo. Niente mi spaventa. Solo la stupidità mi spaventa. Voi giornalisti spesso pensate che siamo noi a scegleire in nostri ruoli quando in realtà il nostro raggio di azione si limita a ciò che ci viene offerto e a ciò per cui siamo disponibili.
È vero che avete recitato in Baby Driver a tempo di musica?
Abbiamo avuto il privilegio di leggere la sceneggiatura potendo ascoltare già le musiche che Edgar aveva già scelto. Leggere lo script è stato eccitante perché potevi sentire tutte le canzoni che lui voleva nella scena. Quando Edgar voleva che la nostra recitazione fosse esattamente dentro il ritmo della canzone presente nella scena, ci metteva degli auricolari in modo tale che noi potessimo sentire effettivamente il brano che si fermava nel preciso istante in cui noi dovevamo porgere le battute.
Che ci dice del suo lavoro da produttore? Un commento sulla serie Unabomber?
Mi piace l'aspetto di essere un "facilitatore". Quello che amo del lavoro di produttore è scegliere il cast artistico e tecnico. Come direttore artistico dell'Old Vic a Londra per dodici anni posso dire di conoscere questo lavoro. Unabomber mi ha molto convinto.
Il ruolo più difficile da interpretare in questi anni?
Non lo so. È stupido quando un attore dice quanto è stato duro fare questo o quel ruolo. È solo fottutamente divertente per me. Non è mai qualcosa di duro o difficile.