Avatar ha favorito il cinema italiano?
Il giornalista Michele Anselmi si chiede se l'arrivo del blockbuster di James Cameron non abbia favorito, contro tutte le attese, i titoli italiani. Ipotesi che ha un fondamento, ma anche delle zone d'ombra da analizzare...
Rubrica a cura di ColinMckenzie
Molti di quei spettatori (interessati ad Avatar, NdR), una volta usciti per godersi la fanta-epopea di Cameron, poi hanno dato fiducia ai film italiani. Perché erano divertenti, avvincenti, toccanti. Parlo, appunto, di Verdone, Virzì, Muccino. Per altri versi anche dello straordinario "L'uomo che verrà" di Diritti.
E' andato bene anche La prima cosa bella, che è uscito lo stesso giorno di Avatar e ha tenuto ottimamente nelle settimane successive, arrivando quasi a 6 milioni totali (a parte Ovosodo, un record per Virzì). Ma vista la qualità del film, ci si chiede se un'uscita a marzo, periodo più tranquillo, non avrebbe portato anche maggiore attenzione verso questo titolo. D'altronde, persone bene informate sostengono che Virzì stesso non fosse felicissimo di uscire in contemporanea con Avatar. Di sicuro, non capisco come possa essere contento Gabriele Muccino, che con il suo Baciami ancora sta faticando ad arrivare ai 9 milioni (e comunque, rimarrà ben lontano dai 16 che aveva conquistato il film originale). E, nonostante i trionfalismi di certa stampa accomodante, i 2,9 milioni di Scusa ma ti voglio sposare non sono un bel risultato rispetto ai 4,6 del film originale. Infine, non capisco che vantaggi avrebbe avuto L'uomo che verrà di Diritti, che peraltro non è ancora arrivato al milione di euro dopo 4 settimane (a dimostrazione di quanto la critica italiana non sia in grado di spingere i film che ama). Insomma, se qualcuno, arrivato al multisala, non ha trovato posto per Avatar magari ha visto Muccino o Virzì, non certo Diritti, che è presente solo nelle sale d'essai.
In tutto questo, lascia perplessi anche il confronto su gennaio tra l'anno scorso e questo. Vero, la quota di mercato è passata dal 23% al 32%. Ma mentre l'anno scorso a gennaio, di titoli forti italiani, era uscito solo Italians, qui abbiamo avuto Verdone, Virzì, Muccino e (volendo) anche Diritti. Tutto considerato, con questa differenza di programmazione, un aumento del 9% non è un dato straordinario.
Più che altro, lascia invece perplessi la scelta di mettere tanti titoli italiani importanti nello spazio di 2-3 mesi, quando poi sappiamo benissimo che, da aprile ad agosto, vedremo poco o nulla di nostrano. E' particolarmente curioso il caso di Medusa, che in meno di un mese ha fatto uscire La prima cosa bella, Baciami ancora e Scusa ma ti voglio sposare. Forse, una spalmatura maggiore non avrebbe fatto male, magari anche per gli stessi interessi di Medusa e dei suoi film. Per esempio, nel weekend in cui è arrivato Baciami ancora, La prima cosa bella ha perso ben 114 schermi, praticamente un terzo delle sale che aveva a disposizione, nonostante stesse ancora andando bene. Ecco, forse il vero problema con gli autori italiani sarà convincerli a non uscire sempre in prossimità dei Festival (con la speranza, spesso infranta, di andarci) e di fare più attenzione a una divisione razionale durante l'anno...