Avatar: la via dell'acqua, tutto quello che c'è da sapere sul film di James Cameron

Tutto quello che sappiamo e che ci aspettiamo da Avatar: la via dell'acqua e dai molti sequel previsti da James Cameron

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Mentre l’attesa si fa sempre più spasmodica per Avatar: la via dell’acqua, grazie anche a un secondo - visivamente straordinario - trailer ci si rende conto di sapere ancora relativamente poco sul film. L’opera di James Cameron, in sviluppo dal 2009, si è mostrata al pubblico solo tramite i due filmati promozionali, e con alcune scene esclusive in eventi limitati per pochi fortunati. Le aspettative che il film porta con sé sono altissime. In primis per gli esercenti che sperano nel sequel del film di maggior incasso di sempre (senza contare l’inflazione) per un exploit di fine anno che possa far chiudere con ottimismo gli incassi del 2022. Alta anche l’attesa degli appassionati, chi delle nuove tecnologie audiovisive e degli effetti speciali, chi dei grandi blockbuster epici. Vediamo quindi cosa aspettarsi da Avatar: la via dell’acqua e quello che sappiamo fino ad ora.

Avatar: la via dell’acqua è il secondo film di cinque previsti

Avatar è tornato con un progetto ambizioso, che ha cambiato più volte tempi e dimensioni durante gli anni. Ad oggi sono previsti cinque film. Avatar: la via dell’acqua uscirà il 14 dicembre 2022. Più ci allontaniamo dal presente più il condizionale, visti i continui rimandi, dovrebbe essere d’obbligo. Il terzo film dovrebbe uscire a dicembre 2024. Il quarto è previsto a dicembre 2026 e la saga potrebbe trovare la sua conclusione nel dicembre 2028.  

Anche se James Cameron ha tentennato di fronte all’impresa di girare da solo il quarto e il quinto film il produttore Jon Landau ha dato buone notizie. Avatar 3 è già a buon punto, con le riprese in live action completate per il 95%

Notizia ancora più sorprendente: il primo atto di Avatar 4 è già stato quasi interamente girato. Comprimere i tempi di ripresa di un film sull’altro permette di fare economia di scala e ottimizzare il tempo degli attori già sul set, le maestranze e i set costruiti. 

Avatar: la via dell’acqua può essere compreso anche senza avere visto il primo film

Nonostante la sua dimensione colossale, il lungo lavoro sulla sceneggiatura, tra cui una scartata dopo un anno di scrittura, James Cameron non sembra voler seguire la via interconnessa del Marvel Cinematic Universe. La saga si articolerà in capitoli autoconclusivi e perfettamente comprensibili senza avere visto gli altri. Non dobbiamo aspettarci quindi nessun cliffhanger alla Infinity War. Spiega Jon Landau infatti che la logica nella progettazione è stata la seguente.

La sceneggiatura è la planimetria dalla quale noi partiamo per lavorare. Quindi una grande porzione del nostro tempo è stata dedicata alla scrittura… con la sfida che ciascuno dei nostri quattro script doveva avere una storia autoconclusiva che terminasse in maniera emotivamente soddisfacente e imponente – ma poi doveva anche esserci essere una storia più ampia, come un unico arco narrativo connesso che creasse una grande saga

Il primo film di Avatar è stato però molto criticato per una storia giudicata troppo lineare, simile ad altre trame sul tema dei selvaggi contro l’invasore. James Cameron ha accettato la sfida e ha promesso, per il sequel un intreccio impossibile da prevedere.

Di cosa parla Avatar 2?

La sinossi del film recita:

Ambientato più di dieci anni dopo gli eventi del primo film, Avatar: La Via dell’Acqua inizia a raccontare la storia della famiglia Sully (Jake, Neytiri e i loro figli), del pericolo che li segue, di dove sono disposti ad arrivare per tenersi al sicuro a vicenda, delle battaglie che combattono per rimanere in vita e delle tragedie che affrontano.

Ulteriori informazioni arrivano dai trailer e dalle clip che abbiamo visto oltre che dalle immagini promozionali. Sappiamo che Quaritch tornerà in forma di Na’vi. La RDA avrà un team di Recoms, ovvero i Ricombinanti: Avatar equipaggiati con ricordi di soldati umani. Jake e Neytiri, dopo le vicende di Avatar, hanno formato una famiglia; hanno dei figli e vivono in pace su Pandora. Il pericolo è però in agguato. Quaritch rapisce alcuni bambini, il pericolo costringe i Na’vi a una migrazione. Giungeranno nei pressi di una nuova tribù con regole molto rigide e legata all’elemento dell’acqua. Ambientarsi potrebbe comportare alcune prove, tra cui cavalcare dei mostri marini.

I nuovi personaggi introdotti nel film

Grace Augustine, interpretata da Sigourney Weaver nel primo film, giace in stasi. L’attrice interpreta in Avatar: la via dell’acqua un personaggio nuovo: Kiri, la figlia adolescente adottiva di Jake e Neytiri. Weaver ha anche recentemente affermato che, a suo dire, il film è ispirato alla famiglia di James Cameron e che quello dei legami sarà uno dei grandi temi del film. 

Spider, nome di battaglia di Miles Socorro, è interpretato da Jack Champion. Nato nella base militare su Pandora, ma troppo piccolo per tornare sulla Terra, è stato cresciuto nella giungla bioluminescente da Jake e Neytiri diventando il loro figlio adottivo. 

Gli altri membri della famiglia sono i figli naturali dei due Na’vi. Si chiamano Neteyam (Jamie Flatters), Lo’ak (Britain Dalton) e Tuktirey (Trinity Bliss). Si sa ancora poco del loro carattere. 

Kate Winslet interpreta Ronal, a capo della tribù Metkayina. Una guerriera che abita nelle secche dell’oceano di Pandora. È descritta come una leader leale e senza paura. È incinta e si butta nella guerra per difendere la sua famiglia e la sua casa. Per interpretare il personaggio Winslet ha imparato a stare in apnea per più di sette minuti. Ronal è affiancata da Tonowari, interpretato da Cliff Curtis.

I temi del film: ecologismo, pacifismo e comunità

Sembra che Avatar: la via dell’acqua continuerà ad approfondire i temi cari a James Cameron. Già il primo film aveva un forte messaggio ecologista che, data l’urgenza del tema, non mancherà nemmeno nel sequel. È attesa anche una trama di guerra con lo scontro tra culture diverse e il continuo accaparrarsi delle risorse naturali da parte degli umani. Sicuramente lo scontro tra terrestri e Na'vi, ma è probabile che qualche colpo di scena potrà variare una direzione troppo simile a quella del film. Ce l'aspettiamo, staremo a vedere.

Il film avrà a cuore però anche il pacifismo e il senso di connessione tra esseri viventi. È chiaro però che il film non si fermerà qui ed è probabile che sarà proprio la comunità che vive a stretto contatto con il mare ad aprire nuovi spunti. Per essere coerenti con il messaggio del film, Landau ha detto che tutta la produzione è stata molto green, installando pannelli fotovoltaici per compensare l’alta richiesta energetica e con una particolare attenzione ai materiali usati sul set. 

Per Cameron la ragione del successo dei suoi film è che agiscono su tre livelli: quello esplicito della storia, quello dei suoi significati e infine nella parte inconscia dello spettatore. Quello che potremmo attribuire, sinteticamente, all’esperienza portata dall’immedesimazione. Quale sarà il terzo livello di questo film? Probabilmente sarà proprio il nuovo elemento: poter nuotare in tre dimensioni sentendosi degli alieni blu altissimi. È stato questo aspetto infatti quello più impegnativo dal punto di vista produttivo.

Avatar: la via dell’acqua sarà anche in 3D e ci saranno moltissime versioni

Partiamo dalla durata fiume di Avatar: la via dell’acqua: sarà più di tre ore. Non sono un problema per il regista, che ha ribadito (un po’stizzito):

Nessuno venga a lamentarsi della durata del film quando poi fanno binge-watching di serie tv di otto ore. Posso quasi già scrivere questa parte delle recensioni. “Un film lungo tre ore, un’agonia…” Ma dateci un taglio. Ho visto i miei figli seduti a guardare cinque ore di fila di episodi di una serie. È il grande cambiamento di paradigma sociale che dobbiamo affrontare: non c’è nessun problema ad alzarsi e andare a fare pipì!

Anche questo proverà a riportare in auge il 3D, con una tecnologia ancora migliore, che riesce a dare profondità sia in dentro che verso lo spettatore. Più potenza di calcolo significa più precisione e una resa ancora migliore, soprattutto sugli enormi schermi premium. James Cameron insiste nel ripetere che il 3D, che per anni ha tenuto banco salvo poi andare a spegnersi lentamente, non è affatto morto! L’ha paragonato semmai all’avvento del colore notando che, per un po’ di anni, l’Academy ha premiato direttori della fotografia che hanno lavorato a film in 3D.

È un po’ come il colore… quando sono usciti i primi film a colori era tutto nuovo. La gente si riversava in sala a vederli appositamente. Nel periodo di Avatar la gente andava al cinema perché i film erano in 3D, perciò ha avuto un impatto su come i film venivano proposti e adesso semplicemente non è più una novità e fa parte dell’esperienza di visione come altre cose.

A tal proposito Avatar: la via dell’acqua sarà il film con il maggior numero di formati di sempre. Sarà infatti adattato per un’immensa varietà di schermi premium come l’IMAX e formati di visione particolari come lo ScreenX e il 4DX e sarà adattato in ben 160 lingue. Tutti fatti con la supervisione e il placet di Cameron ovviamente.  

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