Avatar 2 in streaming su Disney+: 10 curiosità sul film di James Cameron

Avatar 2 - La via dell’acqua è ufficialmente disponibile in streaming su Disney+ da alcuni giorni: ecco alcune curiosità sulla pellicola

Redattore per badtaste.


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Avatar 2 - La via dell’acqua è ufficialmente disponibile in streaming su Disney+ da alcuni giorni, a circa sei mesi dall'arrivo al cinema: ecco alcune curiosità sulla pellicola di James Cameron.

No all'effetto Stranger Things

Uno dei motivi per cui c’è voluto così tanto tempo per vedere Avatar 2 al cinema è che James Cameron non ha girato solo il secondo film, ma anche integralmente il terzo e una piccola parte del quarto. Il regista ha infatti voluto approfittare per girare tutte le sequenze con gli attori più giovani in modo da non creare un distacco troppo grande tra un film e l’altro.

Cameron era deciso a evitare “l’effetto Stranger Things”, come raccontato a Entertainment Weekly:

Amo Stranger Things, ma se non avessimo fatto così avremmo avuto l’effetto Stranger Things, dove dei liceali sembrano dei ventisettenni. Amo la serie, lo capisco, c’è la sospensione dell’incredulità. I personaggi sono belli, ma non so se mi spiego…

Jack Champion è stato l’unico attore dei giovani protagonisti a girare per il maggior numero di anni, visto che ha preso parte ai primi due anni di riprese in performance capture (a cui ha partecipato come “test”) e poi ai successivi due di riprese in live-action. Per motivi logistici, l’attore si è ritrovato a girare delle sequenze per Avatar 2 nel corso di due anni, cosa che in alcune scene del film è evidente, come raccontato all’Hollywood Reporter:

È bizzarro, in alcune scene ho 14 anni e nella successiva ne ho 16, perciò penso: “Un momento, qui sembro un po’ più grassoccio”. E poi in un’altra scena sono più alto di 5 cm e con gli addominali (ride).

Ciak, si gira (anche con il Covid)

James Cameron aveva finito la porzione in performance capture di Avatar 2Avatar 3 e parte di Avatar 4 quando la produzione ricevette una dura battuta d’arresto (come tutta Hollywood) a causa del Covid-19.

A marzo 2020 la Nuova Zelanda chiuse i confini e impose uno dei lockdown più rigidi al mondo, cosa che indusse allo slittamento delle riprese live-action con Jack Champion, che stava crescendo in fretta. Se la produzione non fosse ripartita a breve, ci sarebbe stato un distacco troppo grande nelle sue scene.

Cameron, che si trovava negli Stati Uniti, scrisse una lettera al governo neozelandese spiegando perché la produzione di Avatar 2 rientrasse nelle eccezioni stando ai criteri stabiliti dal governo, sottolineò tutte le precauzioni che avrebbero preso e chiese di ammettere le maestranze in Nuova Zelanda. In questo modo sarebbero stati garantiti più di 1000 posti di lavoro, compresi gli artisti della Weta al lavoro da remoto. A maggio il governò accetto la richiesta e così Cameron, Landau e 31 membri della troupe entrarono nel paese a bordo dello stesso aereo. I confini di fatto era ancora chiusi, ma il gruppo era stato ammesso nel paese in base a un’eccezione che prevedeva che i civili “di interesse economico significativo” potessero entrare.

Grazie, The Abyss

James Cameron ha parlato di come la sua esperienza sul set di The Abyss sia stata molto utile per le riprese sottomarine:

Per girare sott’acqua [e usare la performance capture] non puoi avere troppe bolle d’aria perché ogni singola bolla diventa uno specchio in movimento. Il sistema che cerca di vedere i segni sui corpi degli attori, infatti, non sa riconoscere la differenza tra un segno e una bolla.

E se ogni bolla è come uno specchio, è inutile parlare di quel grosso specchio in movimento chiamato superficie. […] Il sistema quindi andava in sovraccarico e i personaggi si trasformavano in polpi.

Per The Abyss usammo delle perline nere di plastica per coprire la superficie in modo che sembrassimo immersi a 300 metri piuttosto che a 20. Da lì ho avuto l’idea di usare delle palline da ping pong traslucide [per Avatar 2].

In questo modo il regista si è assicurato che la superficie non ostacolasse le riprese in immersione. Per evitare che invece gli attori e gli operatori producessero delle bolle d’aria con le maschere di ossigeno inizialmente previste, a ognuno è stato richiesto di imparare a stare in apnea e per questo sono servite settimane di preparazione con degli esperti.

Il compenso di James Cameron

Forbes ha piazzato James Cameron all’ottavo posto della classifica delle dieci personalità del mondo dell’intrattenimento che hanno guadagnato di più nel corso del 2022. Il regista si trova fra i 98 milioni messi in banca dai Rolling Stone e i 92 milioni di Taylor Swift con ben 95 milioni di dollari ricavati grazie ad Avatar 2. Come ha fatto notare il sito, la cifra potrebbe anche essere più alta di così considerato che il suo contratto prevede ulteriori bonus al raggiungimento di determinate (e non note) soglie da parte degli incassi della pellicola.

Il record in apnea di Kate Winslet

Per le riprese sottomarine di Avatar 2 Kate Winslet si è allenata a tal punto da riuscire a trattenere il respiro per 7 minuti e 14 secondi, battendo così il record di Tom Cruise, arrivato a 6 per le riprese di Mission: Impossible.

È stato bellissimo e sono stata molto fiera di me, probabilmente non riuscirò a rifarlo mai più” ha commentato l'attrice alcuni mesi fa. “È successo alla fine di quattro settimane di intenso allenamento in una grossa vasca d’acqua, ma l’ho adorato“.

Durante un'intervista con Insider, l’attrice ha scherzato sul collega che non ha mai incontrato:

Povero Tom. Non lo conosco, non l’ho mai incontrato in vita mia, ma credo ne abbia anche abbastanza di sentire questa storia che ho infranto il suo record. Da parte mia sono stata felicissima, sono rimasta stupita di quanto fossi brava e di quanto migliorassi sempre di più.

Battaglia spaziale

Lo sceneggiatore di Avatar 2 Rick Jaffa ha spiegato che la sceneggiatura iniziale del sequel è stata cestinata dopo diversi mesi di lavoro. Nei piani originali, come raccontato, il popolo Na’vi avrebbe dovuto combattere contro i suoi nemici nello spazio:

C’era l’idea di una battaglia spaziale con i Na’vi. L’idea era diventata allettante, ne abbiamo parlato molto, anche se abbiamo fatto molta fatica. Come facevamo a inserirla nella storia che volevamo raccontare? Jim ci disse: “Datemi alcune settimane”. Si ritirò e scrisse una sceneggiatura intera. Tra parentesi, era una sceneggiatura splendida, ma alla fine abbiamo cestinato tutto perché non quadrava con quello che volevamo narrare.

La scena diretta da Sigourney Weaver

Il regista ha svelato che per esigenze pratiche Sigourney Weaver si è ritrovata a dirigere una scena che la vedeva protagonista:

Per la scena in cui si ritrova nel mondo degli spiriti, e incontra sua madre, Sigourney doveva alternarsi velocemente tra i due personaggi. [….] Recitava due ruoli nella stessa scena, perciò abbiamo avuto bisogno di una controfigura fidata, Alicia Vela-Bailey, con cui Sigourney ha lavorato. Alicia faceva cose che Sig non riusciva fisicamente a fare, tipo saltare su una vasca come farebbe una Na’vi di 15 anni. A quel punto le ho detto: “Ok, non voglio dirigere Alicia, voglio che la diriga tu nella scena. Voglio che creiate un rapporto di fiducia e che tu dica ad Alicia cosa fare e come“. Le ho praticamente detto: “Ti affido la regia“.

In quanto tempo sono stati realizzati i costumi?

Anche se la maggior parte dei costumi dei Na’vi è stata realizzata completamente in digitale dalla Wētā FX, molti dei costumi e gran parte dei gioielli sono stati fabbricati realmente, come spiegato dalla costumista Deborah L. Scott:

Una delle ragioni per cui abbiamo fabbricato questi abiti per intero è il fatto che è impossibile comprendere i movimenti di un tessuto senza averlo a disposizione nella realtà. Per capire se un determinato oggetto è pesante o leggero, fibroso o sfrangiato, e per comprendere come si comporta quando si muove nell’aria, viene sferzato dal vento o si trova sott’acqua, bisogna avere a disposizione quell’oggetto nella realtà e sottoporlo alle stesse condizioni per vedere cosa accade.

Su quanto tempo sia servito per realizzare ogni singolo costume, Scott ha spiegato:

Dipende dal costume. Cominciavamo con la fase di ricerca e sviluppo, per capire ad esempio di cosa aveva bisogno un personaggio o una scena. Abbiamo seguito molto il modello del primo film, elevandone gli standard a livelli più complessi.

Con il mondo Na’vi, direi una media di 200 ore a indumento. Questo senza contare il tempo dedicato alle decisioni sulla natura di un capo d’abbigliamento: ad esempio dovevamo decidere se usare conchiglie vere, se conchiglie stampate in 3D o conchiglie in lamina. Continuavamo ad attingere dal mondo naturale perché è lì che risiede la vita. Ci siamo resi conto che la magia della stampa 3D, che abbiamo utilizzato in alcuni casi, non era tanto convincente quanto le cose reali, lavorate a mano e scolpite.

Le 1000 versioni di Avatar 2

Di Avatar 2 sono state realizzate numerose versioni su misura per i cinema di tutto il mondo: si è trattato di un progetto senza precedenti che ha richiesto l'impiego di molte energie e risorse da parte di Disney, 20th Century Studios, James Cameron e dalla Lightstorm Entertainment del produttore Jon Landau.

In tutto sono state create ben 1065 versioni: una combinazione di 2D, 3D, HDR, 4K, aspect ratio diversi, HFR, luminosità variabili, formati audio diversi, 51 lingue con sottotitoli e 28 doppiaggi. Per fare un confronto, un blockbuster Marvel solitamente richiede circa 500 versioni, che già rappresenta un numero elevatissimo.

Kim Beresford dei Walt Disney Studios ha spiegato che per rientrare nei tempi fissati il film è stato diviso in 15 parti per permettere alle diverse squadre di lavorare alle numerose versioni prima ancora che il film fosse ultimato. “La cosa di cui vado più fiera è il livello di collaborazione e innovazione che abbiamo raggiunto” ha commentato.

La proiezione con i fan per migliorarsi

Lo scorso 16 febbraio, James Cameron e Jon Landau, regista e produttore di Avatar 2, hanno partecipato a una proiezione del film agli studi della Disney a Burbank alla presenza di fan che hanno visto più volte la pellicola. Lo scopo dell’evento è stato quello di raccogliere il riscontro del pubblico che, secondo Cameron, contribuirà a plasmare il resto del franchise.

Questa è una cosa che non abbiamo mai fatto, ovvero [chiederci]: ‘Come possiamo rendere il prossimo film ancora migliore per i fan?’ Andiamo a parlare con loro, scopriamo cosa gli passa per la testa“, ha detto Cameron introducendo il suo intervento. In seguito, ha chiarito di non essere alla ricerca di elogi e pacche sulle spalle: “Potete essere totalmente onesti con noi, non si tratta solo di dirci le cose che vogliamo sentire. Si tratta di dirci le cose su cui… dobbiamo lavorare di più“.

Cameron e Landau sono dunque rimasti a parlare col pubblico per più di un’ora, rispondendo direttamente alle loro domande sulla realizzazione del film.

Concludendo l’evento, Cameron ha dichiarato di voler restare in contatto con tutti i presenti in sala in modo che possano riorganizzarsi dopo l’uscita del prossimo capitolo, il 20 dicembre 2024. “Voglio solo assicurarvi che con il vostro impegno qui stasera avete apportato un miglioramento significativo a Avatar 3 e oltre“.

Trovate tutte le informazioni su Avatar: la via dell’acqua nella nostra scheda!

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