Aumenta il prezzo del biglietto?
Il governo propone un andamento in Senato per far salire il costo del biglietto delle sale e con questi introiti finanziare le agevolazioni fiscali. Ma passerà? Speriamo proprio di no...
Rubrica a cura di Colinmckenzie
Ora invece viene riproposta, evidentemente perché non si è trovato nessun modo di finanziare tax credit e tax shelter, oltre che una minima quota di FUS, senza mettere le mani in tasca (scusate un minimo di retorica) ai cittadini. Ma la proposta continua a essere insensata. Come avevamo già detto, non ha senso sostenere degli incentivi fiscali con una tassa. Allora, che incentivi sono? E' folle che vengano visti come se fossero una spesa, quando si stima che per un euro che lo Stato elargisce in questo modo, ne rientrano tre (fossero così tutte le spese del governo, non avremmo debito pubblico).
Anche perché, come è logico, aumentare di un euro il prezzo del biglietto non è esattamente il modo migliore per portare gli italiani in sala. E non è neanche il modo migliore di sostenere il cinema italiano, sia per le minacce dei grandi multiplex di programmare solo prodotti stranieri come forma di protesta, sia perché tante sale che sostengono il cinema italiano d'autore rischiano di essere massacrate da questo provvedimento.
Infine, spiace dover far polemica anche su questo, ma l'esclusione delle sale parrocchiali dall'aumento del prezzo del biglietto è anch'essa molto discutibile. E' vero che questo tipo di schermi svolge un lavoro importante e a basso costo, con il rischio di dover smettere l'attività in caso di un aumento di un euro (molto più pesante su un biglietto a basso prezzo che su uno normale). Ma perché ai cinema d'essai l'aumento viene imposto e alle sale parrocchiali no? Forse, come già capitato in passato, non si vuole far arrabbiare la Chiesa, peraltro in un momento molto delicato? Spiace fare dietrologia, ma in questi casi il Divo insegna che a pensare male si fa peccato, ma di solito si ha ragione...