Attrazione fatale, rivisto oggi
Attrazione fatale è il padre di tutti i thriller erotici e un film che bisognerebbe rivedere oggi ripensando al successo di Baby Reindeer
Questo articolo fa parte della rubrica Rivisti oggi
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Attrazione fatale: un riassunto oggettivo
Attrazione fatale è la storia di una notte bollente che degenera prima nello stalking, poi nella violenza – che è un po’ quello che si potrebbe dire di quasi tutti i thriller erotici che verranno negli anni successivi. È la storia di Dan Gallagher, avvocato di successo con una famiglia adorabile e tanti amici che lo stimano e gli vogliono bene, ma che, avendo la faccia di Michael Douglas, non ne ha mai abbastanza. Il film ci fa intuire che in lui alberghi un po’ di frustrazione dovuta al fatto che non può fare sesso con la moglie ogni volta che vuole, visto che ha una figlia piccola e un cane da portare fuori a, come si dice, “sporcare” alle ore più improbabili; ma non insiste troppo su questi dettagli, preferendo presentarci la famiglia Gallagher come un nucleo unito e pieno di affetto e amore reciproci.
Attrazione fatale è anche la storia di Alex Forrest, redattrice di altrettanto successo in una casa editrice la quale però non ha una famiglia adorabile e, pare di capire, neanche tanti amici. Non ha nessuno, in realtà, nonostante sia bella, affascinante, intelligente, seducente e discretamente ricca: uno degli scopi del film è farcela conoscere abbastanza bene da convincerci che tutto questo sia possibile. E il film è la storia di quando, di fronte a una tentazione, Dan non riesce a resistere, e si fa coinvolgere nel più classico degli one night stand da Alex. Lui è convinto che i patti siano chiari e l’amicizia proverbialmente lunga, lei invece ha tutt’altra idea, e quando capisce che lui non ha intenzione di proseguire la loro relazione non la prende benissimo, per così dire. Questo è quanto: Attrazione fatale parte da questo semplicissimo presupposto per costruire tutta la sua vicenda, infilandoci a un certo punto, un po’ a tradimento, una gravidanza indesiderata (o desiderata, dipende a chi chiedete).
Il problema dei due corpi
Il problema è proprio discutere di questi presupposti, e di conseguenza di tutto quello che succede poi nelle due ore di film. In questo libro, Susan Faludi sostiene che Attrazione fatale sia un film potentemente misogino perché dipinge Alex come un personaggio interamente negativo, mentre il fatto che Dan sia privo di compassione e di senso di responsabilità non viene mai problematizzato. È una visione in qualche modo condivisibile, soprattutto pensando che risale agli anni Novanta, ma che secondo noi non tiene conto di un dettaglio fondamentale, che andrebbe forse ridiscusso alla luce della cambiata sensibilità relativa al sesso occasionale. Il dettaglio sta nel dialogo che Dan e Alex hanno al bar prima di dirigersi nell’appartamento di lei a consumare la propria attrazione (fatale): il fatto che Dan dichiari “siamo due adulti” e Alex concordi.
Non è un dettaglio da poco. È certo possibile sostenere che Dan sia un insensibile e che non abbia tenuto conto delle differenti situazioni nelle quali si trovano lui e lei: lui con una moglie e una figlia e una vita a cui tornare, lei sola con la sua solitudine. E si potrebbe anche dire che certe cose andrebbero discusse con più attenzione e senza lasciare spazio a equivoci. Ma il punto è che Dan vuole far passare il concetto “quello che stiamo per fare è una scappatella di una notte, senza conseguenze e senza futuro”, e Alex sembra concordare con lui. È da questa incomprensione che nasce tutto il conflitto di Attrazione fatale: tra i due c’è apparente consenso sulla natura della loro (perdonateci il termine) tresca, che viene però smentito dai comportamenti di lei. È come se per una volta fosse l’uomo a dire un “no che in realtà vuol dire sì”, e la donna a (mal) interpretare a suo beneficio. Stiamo dicendo che Dan non faccia nulla di male? Questo dipende, ma dipende dalla vostra opinione sul sesso extraconiugale, non dal modo in cui i due lo affrontano.
Attrazione fatale e il coniglino
Dopodiché, trattandosi di un film thriller erotico e non di cronaca, quello che succede dopo questa, diciamo, piccola incomprensione abbandona presto i confini della normalità per degenerare in un quasi-horror che ha parecchi punti in comune con altri film del passato, uno su tutti Brivido nella notte di Clint Eastwood. Attrazione fatale ci mette poco a trasformare un personaggio fragile e bisognoso di terapia e attenzioni più che di sesso in un mostro spaventoso e senza scrupoli: tutto quello che fa Glenn Close dopo la prima notte con Michael Douglas è sopra le righe, assurdo, anche imprevedibile e di una crudeltà quasi ammirevole. La famosa scena del coniglio bollito diventa quasi una ciliegina sulla torta più che un punto di svolta: il modo in cui Alex perseguita, manipola, tortura Dan è consistentemente angosciante, e in questo senso Attrazione fatale mette presto da parte la parte erotica dell’equazione “thriller erotico”.
Ci ha colpito in questo senso una recensione dell’epoca che loda la “meravigliosamente calibrata discesa verso la follia del personaggio di Glenn Close”, perché ci sembra fuori fuoco: non c’è nulla di calibrato nelle azioni di Alex, che dopo il primo incontro con Dan pigia da subito sull’acceleratore e non dà mai per un istante l’impressione di poter essere un personaggio sfaccettato e non così cattivo come sembra. E non è una critica ad Attrazione fatale, anzi! Alex Forrest non è Catherine Tramell, non è ambigua e seduttiva: è una forza della natura, un angelo vendicatore di torti veri o immaginari, e fa una paura tremenda proprio per questo. Non arriveremo a dire che quello che è il capostipite dei thriller erotici non sia mai stato superato, per intensità e violenza psicologica, ma non ci andremo neanche troppo lontano.