Assassin's Creed Valhalla, cosa ci aspettiamo dalla nuova sfida di Ubisoft | Speciale
Le nostre aspettative dopo i video di Assassin's Creed Valhalla mostrati durante l'evento Ubisoft Forward dello scorso 12 luglio
Com’è noto, Assassin’s Creed Valhalla è ambientato durante l’invasione dell’Inghilterra da parte dei vichinghi nel IX secolo. A capo di una delle spedizioni vi è Eivor, presente anche qui sia in versione femminile che maschile. Dal caldo del mediterraneo dei precedenti due capitoli, la serie vira verso il gelido nord dell’Europa. Una rottura che appare evidente nei suggestivi paesaggi mostrati nei video dell’evento Ubisoft. In essi i cromatismi scuri e tetri esaltano natura ed edifici inglesi, richiamando perfettamente l’immaginario nordeuropeo. Un’atmosfera dunque vivida pur essendo cupa, già anticipata egregiamente, se ricordate, dal reveal del gioco attraverso l’arte digitale di BossLogic.
Anche perché, al di là delle uccisioni in solitaria, Assassin’s Creed Valhalla fonda parte della sua esperienza sui combattimenti campali, dato che razzie e assedi avranno un ruolo principale nell’economia del gioco. Azioni del genere permetteranno sia di dare sfoggio dell’aggressività combattiva dei vichinghi (sul sistema di combattimento ci ritorneremo dopo), oltre che di consolidare alleanze, e ottenere risorse e supporto per il proprio accampamento. La sua gestione ed estensione si rivelerà essere essere cruciale, in quanto fungerà da nostro campo base principale da cui attingere rifornimenti e combattenti, e fare il punto della situazione sulla mappa. Si tratta di un’incursione gestionale che non dispiace affatto. Riguardo le risorse, adesso sarà necessario cacciare e pescare per la propria sopravvivenza. Un aspetto che rende più verosimile le varie carneficine di animali tipiche dei capitoli precedenti, ma il rischio di farming massiccio rimane dietro l’angolo. In generale è chiaro che Assassin’s Creed Valhalla tenta di far aderire meglio le necessità ludiche al contesto.
Infine, merita una menzione la parte del video dedicato al drinking game, un simpatico gioco in cui dovremmo bere corni colmi di birra il più velocemente possibile, tramite la pressione a tempo dei tasti. Una trovata probabilmente scanzonata, ma che contribuisce a dare personalità a un mondo di gioco dotato di sue regole, usanze, miti e leggende. Riguardo questi ultimi, in Assassin’s Creed Valhalla magia e spiritualità sembrano avere un impatto più forte rispetto a quanto visto in Odyssey. E non solo perché ci sono le rovine romane a fungere da dungeon, o per i riferimenti alla mitologia norrena, ma anche perché c’è un minigioco incentrato sul posizionamento di pietre. Un’attività rilassante, sottolinea Bergeron, per prendere una pausa dali scontri brutali per la conquista. Scontri resi tali da un sistema di combattimento più violento e aggressivo. Non che gli spartani di Odyssey fossero delicati guerrieri, ma i vichinghi di Valhalla esasperano la quantità di sangue e ossa rotte, come a enfatizzare un certo immaginario pop del combattente nordico.
In termini ludici si traduce in un approccio allo scontro più vario e massiccio, svincolato adesso dai livelli. Per riuscire in battaglia contano unicamente i nostri riflessi e le nostre abilità, anche perché andremo a scontrarci contro una varietà maggiore di nemici, che non solo adottano diversi stili di lotta, ma interagiscono con ambiente e compagni per aumentare i danni. Per far fronte a tali rischi, potremmo usare un’arma per mano, ognuna dotata di caratteristiche e quindi di moveset specifici. Sarà fondamentale potenziarle, proprio perché il livello d’esperienza gioca un ruolo meno vincolante per il bene della libertà di gioco.
Dal discorso fatto fin qui, Assassin’s Creed Valhalla appare più attento e incoraggiante per quel che riguarda l’immersione nel contesto videoludico. Tuttavia, nei video più volti citati emergono comunque delle criticità. In primis l’IA nemica sembra ancorata a standard oramai anacronistici. Stesso discorso vale per le animazioni facciali dei personaggi. Non abbiamo visto per fortuna la riproposizione di volti come in Odyssey, ma il rischio di dover interagire con dei manichini c’è. Certo, quanto mostrato adesso è un work in progress. Ricordiamo inoltre che Assassin’s Creed Valhalla, pur uscendo il prossimo 17 novembre, sarà disponibile anche su PlayStation 5 e Xbox One Series X. Per cui è ancora presto per potere criticare la resa grafica dei personaggi, ma viste le esperienze precedenti il timore è alto, soprattutto se si aggiunge una scrittura ingenua e mal collegata alle scelte da noi intraprese nel corso dell’avventura. Questo almeno se si ripensa all’esperienza di Odyssey, ma considerato che il team di sviluppo di Valhalla è lo stesso di Black Flag e Origins, la speranza di avere una sceneggiatura migliore è alta. Anche perché Bergeron parla di personaggi secondari memorabili. Tra i timori restano, come già detto in precedenza, elementi come la caccia e la pesca, che rischiano di farci cadere nella trappola del farming selvaggio.
È sul limare questi difetti che deve puntare la serie di Assassin’s Creed. Solo così potrà rendere di nuovo appetibile, in termini ludici, il suo vanto maggiore, ovvero la riproduzione dei contesti storici. In breve, deve ricominciare a stupire grazie ai suoi mondi. Per questo non è necessaria alcuna particolare innovazione– se non grafica – in Assassin’s Creed Valhalla. Per tutte queste ragioni, non possiamo restare indifferenti alla prossima avventura degli assassini.