Assassin's Creed - Il salto della fede di Ubisoft
Mentre due nuovi capitoli debuttano, ripercorriamo la saga di Assassin's Creed dall'origine a oggi
Articolo a cura di Alessia Pelonzi
[caption id="attachment_134738" align="aligncenter" width="600"] Assassin's Creed Unity porta per la prima volta la serie nella nuova generazione[/caption]
Ma come si è arrivati fin qui?
Occorre fare un passo indietro, fino al 2007, quando la casa francese Ubisoft, in cerca di un successore spirituale dell'acrobatico quanto scenografico Prince of Persia, decide di sviluppare un'avventura basata sul romanzo Alamut, dello scrittore sloveno Vladimir Bartol, focalizzato sull'origine della setta dei Nizariti (detti anche Asasyyn), adepti del movimento ismailita fondato da Ḥasan-i Ṣabbāḥ, che durante le Crociate divennero i combattenti più letali che l'Oriente avesse mai visto. Il tema dell'associazione segreta creata allo scopo di agire silenziosamente si sposava benissimo con lo sviluppo di un gioco incentrato, per lo più, sull'omicidio furtivo e sulla mimetizzazione. In questo senso, il primo Assassin's Creed resta un modello tuttora ineguagliato, seppur ancora acerbo per certe dinamiche interne al gameplay - non ultimo, la morte per caduta in acqua. Tuttavia, appare chiaro sin da subito l'eccelso livello qualitativo del prodotto, specialmente dal punto di vista della grafica e dell'accurata ricostruzione storica delle medievali Acri, Damasco e Gerusalemme.
[caption id="attachment_137431" align="aligncenter" width="600"] Arno Dorian, il protagonista di Assassin's Creed Unity[/caption]
Al successo clamoroso del primo episodio fa seguito, nel 2009, Assassin's Creed II. Un secondo capitolo ben diverso, per personaggi e ambientazione: dai torridi scenari mediorientali della Terza Crociata, la Ubisoft trasferì la vicenda principale nello sfarzo del Quattrocento italiano, grazie al fil rouge incarnato dal tormentato protagonista, Desmond Miles. Dopo aver vissuto, grazie a un sofisticato cognegno chiamato Animus, i ricordi dell'avo arabo Altaïr Ibn La-Ahad, il giovane americano viene costretto dall'industria Abstergo a ripercorrere la parabola vendicativa di un altro antenato, il fiorentino Ezio Auditore. Il che dà occasione agli sviluppatori di inserire personaggi storici il cui interesse va ben al di là dell'ambito videoludico: ecco infatti Ezio stringere un'amicizia fraterna col giovane Leonardo da Vinci, salvare Caterina Sforza per scontrarsi poi con Lucrezia e Cesare Borgia e, soprattutto, con suo padre, il papa Alessandro VI.
[caption id="attachment_137432" align="aligncenter" width="600"] Gli Assassini dei quattro episodi numerati della serie[/caption]
Con Brotherhood, videogioco più venduto del 2010, e con Revelations, Assassin's Creed è definitivamente consacrato, e la Ubisoft si trova di fronte a un momento cruciale: esaurita la storyline di Ezio, a chi passare l'oneroso testimone? La scelta si concretizza in un videogioco, Assassin's Creed III (2012) che segna una cesura definitiva rispetto ai primi episodi. Il mistero si fa meno fitto, la trama sovrannaturale legata a Desmond più semplice e, a tratti, approssimativa; il nuovo protagonista dei ricordi rievocati dall'Animus è Connor Kenway, o Ratonhnhaké:ton, figlio di un Templare inglese e di una nativa pellerossa che, nell'America della Guerra d'Indipendenza, lotta contro l'ordine templare e, quindi, contro il suo stesso sangue. L'episodio riceve un'accoglienza di critica non univoca, e rimane il capitolo più controverso della saga.
Frattanto, il mondo dei videogiochi è cambiato, e con esso cambia il respiro della storia trattata in Assassin's Creed, che vanta scenari sempre più ampi e sconfinati e una vicenda sempre più lunga e articolata. Ma come consentire al giocatore di apprezzarne appieno ogni dettaglio? La Ubisoft decide quindi di applicare tante piccole mutazioni nelle dinamiche di gioco, che rendono il superamento delle singole missioni meno complesso di quanto non fosse nel primo episodio della saga. Giocabilità più fluida, recupero dell'energia vitale più rapido (e già da diversi titoli non più affidata alle cure dei medici di strada) per una godibilità più piena, nessun dubbio in proposito. Inoltre, a fronte di un basso livello di difficoltà nei combattimenti - mai come in questo capitolo, divenuti meramente accessori - Assassin's Creed III spinge sull'acceleratore per raggiungere un'innovativa varietà nelle missioni secondarie, finalmente incastrate in modo impeccabile nella storia principale.
Per quanto abbia raccolto comunque un buon numero di consensi e non sia certo stato un fallimento commerciale, Assassin's Creed III apre gli occhi alla Ubisoft sulla necessità di cambiare rotta, non solo in senso metaforico. In Assassin's Creed IV: Black Flag, dalla terra si passa al mare, in quello che è forse il capitolo più distante dal primo prodotto, con un protagonista per la prima volta dissimile in tutto e per tutto dalla fisionomia di Desmond: Edward Kenway, nonno di Connor, che muove i suoi passi dal Galles alle Americhe in cerca di ricchezze, dedicandosi alla pirateria. Poco o niente a che vedere, almeno per buona parte del racconto, con gli ideali di giustizia e lotta contro la tirannia al centro del credo degli Assassini. Molti meno problemi etici, molta più spettacolarità nei paesaggi mozzafiato del Mar dei Caraibi e, soprattutto, un sistema di gioco - di cui si erano visti accenni già nel precedente capitolo - basato in buona parte sulle missioni navali. Inoltre, perdiamo il fil rouge di Desmond, che sembrava dover contraddistinguere tutti i capitoli fino alla conclusione della saga: scelta coraggiosa ma, per la verità, non abbastanza ponderata. La perdita di un personaggio che, malgrado avesse forse ormai terminato il proprio arco narrativo, aveva fatto affezionare milioni di videogiocatori, non è stata consolata dall'introduzione di un protagonista altrettanto coinvolgente, adagiando il gioco sulla comoda scelta di una prima persona indefinita e, per questo, del tutto priva di fascino.
[caption id="attachment_137433" align="aligncenter" width="600"] Edward Kenway, il protagonista di Assassin's Creed IV: Black Flag[/caption]
Se, dal punto di vista storico, i capitoli della saga di Assassin's Creed sono assai diversi l'uno dall'altro, non meno articolato è il piano tematico. L'impetuoso Altaïr aveva mosso i propri passi a partire dall'espiazione di un peccato d'arroganza, per arrivare alla scoperta di essere stato una mera pedina in quello che è, tuttora, il finale più sconvolgente dell'intera saga; nel secondo capitolo troviamo il nobile Ezio, che nel corso della storia passa dall'irrequieta giovinezza fiorentina alla maturità senza mai abbandonare il proprio feroce proposito di vendetta nei confronti degli assassini dei proprio famigliari. Connor vive quello che è forse il conflitto più tragico, trovandosi a dare la caccia al proprio stesso padre, Gran Maestro dell'Ordine Templare. Edward è l'uomo che si è fatto da solo, in cerca di un riscatto sociale ed economico e, per questo, sordo a qualsiasi richiamo etico, finché l'Ordine degli Assassini non interverrà a deviare la sua strada verso scopi più alti. Tutti i protagonisti, in ogni caso, vantano un dramma interiore di inconsueta profondità nell'ambito videoludico - o, almeno, tra le avventure dinamiche. Da Ezio ad Altaïr, da Edward a Connor, tutti partono da sé stessi, dal proprio tornaconto personale, per poi dedicarsi alla causa degli Assassini in tutto e per tutto; iter necessario, a ben guardare, per poter far calare emotivamente il giocatore nei panni dell'uno o dell'altro protagonista, facendo leva sui sentimenti più elementari (l'amore per la famiglia, il desiderio di gloria, la fame di vendetta) per elevarli, infine, a virtuali portabandiera di giustizia universale. L'intento, nel corso degli anni, risulta riuscito alla perfezione, complice anche la parallela creazione di romanzi, fumetti e numerosi spin-off a fare da legante tra i vari capitoli.
Interessante, a tal proposito, anche la trattazione dell'elemento "nemico", che si è andata arricchendosi sempre più di sfumature con il procedere dei episodi. Siamo giunti dunque ad Assassin's Creed: Unity, dove il titolo stesso suggerisce che la distanza tra Assassini e Templari non sia mai stata così sottile. Staremo a vedere cosa ci riserva questo capitolo, che sul lato tecnico promette molto bene (la mappa di Parigi sarà la più ampia mai vista in un videogioco della serie, e troveremo una potenziata intelligenza artificiale nei nemici); la speranza è che anche il lato narrativo sia stato curato con la medesima attenzione, a seguito di un capitolo, Black Flag, memorabile per godibilità ma non certo per carico emozionale.