Aspettando Avengers: Infinity War - Thor: The Dark World
In attesa di Avengers: Infinity War, un ripasso del secondo film di Thor: The Dark World
Ci siamo: tra pochi giorni, Avengers - Infinity War sarà finalmente nelle sale cinematografiche di tutto il mondo.
In attesa che il colossale cinecomic diretto da Anthony e Joe Russo arrivi nelle sale italiane il prossimo 25 aprile (noi lo vedremo all'Arcadia di Melzo il 24 notte), ecco cosa bisogna tenere a mente dei 18 film che lo hanno preceduto.
Thor: The Dark World - 20 novembre 2013
"Proveniamo da mondi diversi, forse erano separati per un motivo".
Thor: the Dark World è il secondo capitolo della Fase Due dell'Universo Cinematografico Marvel. Per la seconda avventura dedicata al figlio di Odino, la Casa delle Idee ingaggiò Alan Taylor, balzato agli onori della cronaca per aver diretto alcuni tra i migliori episodi del Trono di Spade.
Quello che era partito come un connubio intrigante alla fine si risolse in un prodotto al di sotto delle aspettative a riprova di quanto le interferenze tra studio e visione creativa di un regista possano condurre a esiti poco soddisfacenti.
Alan Taylor alla fine ammise di esser rimasto insoddisfatto da tutta la lavorazione. Sebbene avesse ricevuto il pieno controllo creativo durante le riprese, lo studio interferì nel corso della post-produzione con proposte di tagli e modifiche, e chiedendo a Joss Whedon di scrivere delle scene aggiuntive. Tra i motivi, l'esigenza di dare più spazio a Loki.
Anche gli attori non ebbero un bel ricordo dell'esperienza: fu l'ultimo film per Natalie Portman nei panni di Jane Foster, Idris Elba definì le riprese aggiuntive "lunghe e sfiancanti" e in generale una "tortura", mentre Christopher Eccleston confessò di aver accettato il ruolo solo per soldi.
Anche il compositore Carter Burwell, che avrebbe dovuto scrivere la colonna sonora, lasciò il film a causa di divergenze creative e fu sostituito da Brian Tyler.
Aspettando Infinity War
In Thor: the Dark World viene introdotta la terza gemma dell'Infinito, quella della Realtà. Viene definita "Aether" e gli Elfi Oscuri tentano di impadronirsene per far calare l'universo nell'oscurità. Fortunatamente Thor riesce a smontare i loro piani e così la Terra e l'universo sono salvi.
Nella scena dei titoli di coda vediamo Volstagg (Ray Stevenson) e Sif (Jaimie Alexander) che portano l'artefatto al Collezionista (Benicio Del Toro) su Ovunque (Knowhere). Visto che il Tesseract si trova ad Asgard dopo gli eventi di The Avengers, è troppo pericoloso tenere lì anche l'Aether.
Quando i due asgardiani si congedano dal Collezionista, questi dichiara agli spettatori la sua intenzione: "Ne mancano cinque". Il personaggio è quindi alla ricerca delle Sei Gemme dell'Infinito: la cosa avrà una certa risonanza non solo in Guardiani della Galassia, ma anche - come supponiamo - in Avengers: Infinity War.
Curiosità
Il prologo narrato da Odino è un mix di riprese dal vero e CGI. Ci sono solo tre attori reali nella sequenza: Malekith, Kurse e Bor, mentre tutti gli altri sono in CGI. La sequenza è stata girata da Tim Miller, il regista di Deadpool esperto di effetti visivi.
Chris Hemsworth decise di farsi crescere i capelli appositamente per il ruolo: era stanco di indossare una parruca.
Il regista voleva che Asgard in questo film fosse più "vichinga" e meno luccicante.
Natalie Portman non era disponibile per girare la scena dei titoli di coda, così per sostituirla fu chiamata Elsa Pataky, la moglie di Chris Hemsworth.
Il soldato asgardiano in cui Loki si trasforma mentre cammina con Thor per i corridoio è lo stesso che informerà Odino della morte di Loki (il che è in indizio di chi si celi dietro le sue sembianze).
La scena dei titoli di coda fu diretta da James Gunn
Joss Whedon fu chiamato per scrivere le scene da rigirare durante le riprese aggiuntive: furono aggiunte da lui sequenze come Thor che si lava dopo la battaglia, Loki che si trasforma in Captain America nel corridoio e il piano di fuga da Asgard.
A fine 2011 la Marvel offrì la cabina di regia a Patty Jenkins. A causa di divergenze creative la regista si trovò costretta a lasciare la produzione, scatenando il malcontento di Natalie Portman. Jenkins alla fine fu scelta dalla Warner Bros. per dirigere Wonder Woman.
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