Su arte.tv, una selezione di film ancor più ricca con ArteKino Classics: uno sguardo inedito sul patrimonio cinematografico continentale

Su ArteKino Classics disponibile la ricca selezione 2024 di film europei: uno sguardo inedito sul patrimonio cinematografico continentale

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Dal 1° giugno, su arte.tv è aperta la stagione 2024 di ArteKino Classics, con cui la piattaforma di servizio pubblico ARTE propone uno sguardo inedito sul patrimonio cinematografico continentale. Una ricca galleria di film, tutti restaurati e con sottotitoli, minuziosamente selezionati dal gruppo ARTE, in collaborazione con l’Association des Cinémathèques Européennes (ACE).

La selezione di quest'anno è caratterizzata da un viaggio tra cinematografie diverse, da quelle più note (Francia) ad altre meno esplorate (Albania, Ungheria, Svizzera), così come sono eterogenei i generi di riferimento, dal documentario all'horror. A unire la maggior parte dei titoli riscontriamo del resto l'intreccio tra storia privata e Storia pubblica. Alcuni dei più importanti avvenimenti del secolo scorso (spesso però poco noti a livello internazionale) vengono raccontati dalla prospettiva di persone comuni (che siano bambini in un orfanotrofio o agricoltori in cooperativa), in strenua lotta contro qualcosa più grande di loro.

Alcuni titoli sono già disponibili, altri arriveranno di mese in mese ad arricchire la piattaforma: a cadenza regolare, noi di BadTaste vi proporremo degli approfondimenti speciali dedicati ad alcuni tra questi (riportati nella selezione alla fine dell'articolo). Intanto, ecco l'elenco completo, a cui dal 1° agosto si aggiunge Intervista di Federico Fellini: un racconto sui generis di una giornata del maestro a Cinecittà, in vista della preparazione di un film tratto da America di Frank Kafka.

Donna: women in revolt

In questo documentario realizzato nel 1980, Yvonne Scholten propone una carrellata di toccanti ritratti che compongono un quadro straordinario di 80 anni di resistenza femminile in un contesto di sconvolgimenti politici.

Utilizzando documenti d’archivio e interviste, la regista ci accompagna in un viaggio eccezionale dietro le quinte del femminismo italiano. Scholten incontra donne che si oppongono all’oppressione in tutte le sue forme, dai movimenti fascisti ai partiti politici e alla Chiesa e ci mostra ritratti individuali che testimoniano indistintamente gli effetti deleteri del sistema patriarcale.

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Malpertuis

Yann, un giovane marinaio, torna a Malpertuis, la casa dove ha trascorso la sua infanzia. Lo zio Cassavius, in punto di morte, annuncia alla famiglia che lascerà la casa a chiunque accetti di viverci e chiede a Yann di continuare la sia opera. Dopo la sua dipartita, nella vecchia casa si verificano una serie di eventi inquietanti. Il rahazzo si troverà al centro di fenomeni soprannaturali, presto seguiti da morti misteriose.

Il film, diretto da Harry Kümel, è tratto dall’omonimo romanzo di Jean Ray, il cui titolo evoca la tana della volpe malvagia nelle leggende del Medioevo. Nel cast è presente anche Orson Welles.

Carosello

Marika, figlia di un ricco agricoltore, si innamora del bel Máté, segretario della cooperativa agricola. Nonostante la riluttanza del padre, nasce un idillio tra i due giovani che suscita un forte scandalo.
Vero gioiello del cinema ungherese, Carosello, diretto da Zoltán Fábri, è ambientato sullo sfondo della collettivizzazione delle terre seguita alla presa del potere da parte dei comunisti.

Papaveri rossi sui muri

Come in tutta l’Albania, l’occupazione fascista si fa sentire anche in un orfanotrofio di Tirana, gestito come un carcere. Il direttore costringe gli orfani a cancellare gli slogan antifascisti che di tanto in tanto coprono i muri della città. Indignati da questi ordini, i bambini iniziano a guardare con sospetto ogni mossa dell'uomo. Finiranno per ribellarsi contro il sistema scolastico corrotto, l’oppressione fascista e la costante manipolazione.

All’apogeo del comunismo in Albania, Papaveri rossi sui muri, per la regia di Dhimitër Anagnosti, mette in luce la lotta di questo movimento contro il fascismo. È una delle opere più note, riconosciute e amate del patrimonio cinematografico del Paese.

À l’ombre de la canaille bleue

Per reprimere una sedizione, le autorità di Necrocity affidano le redini della polizia a una banda di malviventi. Seguiamo dunque il vagabondare dannato di un assassino fino a quando tutto cambia.

Un thriller politico in versi liberi che, formalmente, è ambientato di notte in una Parigi totalitaria, chiamata Necrocity, tra i quartieri della Bastiglia e della Goutte-d’Or. Il film ricorda il burlesque delirante di William S. Burroughs, che porta sulle scene di un teatro paranoico conflitti senza logica apparente, e personaggi perseguitati da un ordine di distruzione. Alla regia troviamo Pierre Clementi, noto attore che ha lavorato con Pier Paolo Pasolini, Jacques Rivette, Luis Buñuel.

Amore

Budapest, anni ‘50, durante le purghe del regime autoritario di Mátyás Rákosi. Una donna il cui marito è prigioniero politico fa credere alla suocera che il figlio sia diventato un famoso regista in America. Inventa così un’immagine gloriosa del figlio e scrive lettere piene di notizie straordinarie per nascondere la miseria e mantenere in vita la suocera.

Il regista Károly Makk ha iniziato a lavorare nell’industria cinematografica nel 1944. Il suo primo film, Uttőrők (1949), fu vietato dalle autorità ungheresi e non fu mai distribuito. In compenso, Il giglio (Liliomfi), una commedia a colori in costume, ha rappresentato l’Ungheria al Festival di Cannes nel 1955. Da quel momento in poi. Makk si afferma come uno degli artefici della prima rinascita del cinema ungherese, accanto a Zoltán Fábri e Félix Máriássy.

L'enclos

In un campo di concentramento, due comandanti nazisti fanno una scommessa perversa: chiudere due prigionieri in un recinto e promettere l’ergastolo a chi uccide l’altro prima del mattino. Karl, un prigioniero politico tedesco condannato a morte per aver stenografato trasmissioni radiofoniche vietate, e David, un modesto orologiaio di Belleville deportato perché ebreo, si trovano dunque faccia a faccia.

L’Enclos è uno dei pochi film sull’orrore dei campi realizzati da un ex deportato. Pur potendo essere letto indipendentemente dalla biografia del suo regista Armand Gatti, vi è tuttavia indissolubilmente legato.

Il tamburo di latta

Oskar è nato a Danzica nel 1924. Fin da piccolo si rivela particolarmente dotato e intelligente. Nel giorno del suo terzo compleanno, riceve in regalo un tamburino di latta e, da quel momento, decide di smettere di crescere. Prende le distanze dagli altri bambini e si lega con i reietti della società, come una condanna della mentalità borghese e del nazismo. Da quel momento in poi, esprimerà la propria rabbia continuando a battere sul tamburo e lanciando grida stridule, con cui riesce a spaccare i vetri.

Con Il tamburo di latta, Volker Schlöndorff realizza un adattamento brillante e fedele del celebre romanzo di Günter Grass, vincitore ex-equo della Palma d'Oro al Festival di Cannes 1979 e dell'Oscar come Miglior Film Straniero l'anno successivo.

Una sera... un treno

Mathias, professore di linguistica nell’Università di una piccola città delle Fiandre, conduce una vita tranquilla. Anne, la sua amante, è scenografa teatrale. Una sera, l'uomo prende il treno per tenere una conferenza in un’altra città e viene raggiunto dalla donna. Il viaggio viene interrotto da un incidente. Anne è scomparsa… In compagnia di altri due viaggiatori, Mathias si ritrova in mezzo alla campagna e penetra in un mondo sconosciuto.

Diretto da André Delvaux, il film può contare su un notevole cast composto tra gli altri da Yves Montand e Anouk Aimée.

Zaseda

Subito dopo la guerra, il giovane Ive (Vrana) si unisce ai partigiani vittoriosi di Tito inviati a “ripulire” le zone rurali da monarchici, preti e collaborazionisti. Tutti coloro che non partecipano al bagno di sangue vengono rapidamente eliminati perché accusati di essere controrivoluzionari. Nell’epoca in cui la Jugoslavia era alleata dell’Unione Sovietica, i metodi sommari delle Grandi purghe vengono messi in atto anche per perseguitare i potenziali oppositori. Inizialmente pieno di fervore idealistico giovanile, il ragazzo, nell’assistere alla violenta e spietata repressione della popolazione, comincia a dubitare della fondatezza del pensiero dominante.

Il regista Živojin Pavlović racconta in modo disilluso la storia delle purghe sanguinose del dopoguerra. Zaseda fa da contrappunto ai film sulla resistenza che hanno segnato a lungo il cinema jugoslavo. Il realismo critico dell’“Onda Nera” cade però presto in disgrazia presso i responsabili della politica culturale dell’epoca. Nella sua opera a carattere storico, Živojin Pavlović tralascia gli accenti eroici e il pathos per mettere in discussione l’idealismo del suo protagonista.

Tutti pazzi meno io

Verso la fine della Prima Guerra Mondiale, gli occupanti tedeschi si ritirarono dal piccolo villaggio di Marville dopo avervi nascosto una carica esplosiva. Gli abitanti, avvertiti del pericolo, evacuarono il villaggio, abbandonando le persone internate nell’ospedale psichiatrico.
Un soldato alleato, lo scozzese Charles Plumpick, viene inviato a disinnescare la bomba ed è accolto a braccia aperte dai residenti del manicomio, che lo fanno diventare il loro re. Mentre cerca disperatamente di trovare la carica esplosiva, gli abitanti della città danno libero sfogo alla loro esultanza e l'uomo si affeziona ai suoi sudditi.

In Tutti pazzi meno io l’innocua follia dei pazzi incontra l’insensata follia della guerra. Uno dei titoli principali del regista Philippe De Broca, definito "il comico della Nouvelle Vague".

Ritorno dall'africa

Due giovani sposi svizzeri, Vincent e Françoise, vorrebbero lasciare Ginevra per trasferirsi in Africa. Un loro amico che vive in Algeria promette loro un lavoro. Proprio quando stanno per partire, ricevono un telegramma che chiede loro di annullare la partenza.

Con Ritorno dall'africa, il regista svizzero Alain Tanner rende omaggio alla poesia di Aimé Césaire, scoperta dopo aver lasciato il suo Paese natio ed essersi imbarcato a Genova come “scriba di bordo” nella marina mercantile. Tra i suoi lungometraggi, ricordiamo Charles vivo o morto.

Segundo López, aventurero urbano

Giunto a Madrid per iniziare una nuova vita e cercare lavoro, Segundo López stringe amicizia con Chirri, un monello di strada che si guadagna da vivere con piccoli furti. Insieme incontrano Marta, un’ex attrice che, colpita da una grave malattia, ha dovuto abbandonare la sua professione ed è stata lasciata dal suo compagno.

Tratto dall’omonimo romanzo di Leocadio Mejías, il film diretto da Ana Mariscal, è fortemente influenzato dal neorealismo italiano, tratteggiando un quadro desolante della Madrid all’alba degli anni ‘50. Una denuncia non priva di humour degli effetti perversi della società classista e un'esaltazione del valore inestimabile della solidarietà.

Nove mesi

Juli lavora come operaia in una fabbrica di mattoni. Ha interrotto gli studi per crescere il figlio da sola, ma la sera continua a studiare. Ha una relazione con il suo caporeparto, János e, quando rimane incinta, quest'ultimo accetta di sposarla. Dopo il matrimonio l'uomo diventa però estremamente autoritario. Juli lo lascia, preferendo partorire da sola: qualunque sia il prezzo da pagare, la cosa più importante è mantenere la propria autonomia e libertà.

Nata a Budapest nel 1931, esiliata in Unione Sovietica, la regista Marta Mészàros torna in Ungheria dopo la morte del padre, lo scultore Làszlo Mészàros, vittima nel 1938 delle purghe staliniane, e della madre, scomparsa durante la guerra. Dopo aver studiato cinema a Mosca, inizia negli anni ‘60 un’affascinante serie di ritratti di donne diventando una pioniera del cinema femminista, come dimostra questo titolo e la trilogia autobiografica di I diari.

Sono venuto così

Primavera 1945. Alla fine della guerra, Jozsef, un giovane ungherese, viene fatto prigioniero dai sovietici. Dopo un tentativo fallito di fuggire in patria, viene mandato in una fattoria isolata per aiutare un giovane soldato russo a raccogliere il latte per l’esercito. Tra i due uomini nasce un sentimento di solidarietà e poi un’amicizia.

Sono venuto così è uno dei primi lavori di Miklós Jancsó, cineasta ungherese (1921 - 2014) che ha dedicato molti film alla storia del suo Paese. Tra questi, ricordiamo L'armata a cavallo, Salmo Rosso, Vizi privati, pubbliche virtù.

Come vedere i film di ArteKino Classics

Tutti i titoli della rassegna sono visibili sulla piattaforma streaming europea arte.tv, in Italia disponibile gratuitamente al sito arte.tv/it, che propone la versione sottotitolata di un’ampia selezione del catalogo di Arte, costituito da tutti i generi audiovisivi di carattere informativo e culturale: documentari e reportage, serie, programmi di infotainment, musica e spettacoli dal vivo.

I titoli sono visibili anche sulle applicazioni arte.tv per smart TV, Fire TV, Apple TV e dispositivi mobili e sul servizio tivùon di tivùsat.

I nostri approfondimenti

Aggiorneremo il pezzo linkando ai nostri approfondimenti di volta in volta

Articolo in collaborazione con ArteKino e arte.tv

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