Arte e noia vincono agli Oscar


Vittorie scontate per i Coen e Daniel Day Lewis, meno previsti i successi di Marion Cotillard, La bussola d'oro e The Bourne Ultimatum in una serata noiosetta. Il commento agli Oscar...

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Rubrica a cura di ColinMckenzie

L'elenco dei vincitori

Sarà stata la notte degli Oscar meno seguita della storia? La paura era questa e, in attesa di conoscere i dati di ascolto, bisogna dire che i produttori dello spettacolo ce l'hanno messa tutta per battere questo (poco prestigioso) record. Già l'inizio con tanti protagonisti del passato nella stessa scena non era efficacissimo, sia a livello tecnico che emotivo. E poi, tutta la serata è stata ammorbata dai filmati (il peggiore quello di tutti i 79 vincitori, banalissimo). Inutile poi chiedere miracoli a Jon Stewart, come solito notevole (ricordo le battute su Vanity Fair, su Glen Hansard dopo la sua vittoria e soprattutto il "the baby goes to... Angelina Jolie") e dotato di grande classe quando richiama la vincitrice di Once, che era stata bloccata dall'orchestra nel suo discorso. In effetti, è stata questa vittoria il miglior momento della serata, anche per via dell'onestà e dell'umiltà assolutamente sincera della coppia, a differenza del produttore Scott Rudin che sostiene che sia stata una sorpresa per lui la vittoria di No Country for Old Men (sì, come no, un film che aveva vinto tutto il vincibile, incredibile...).

Sorprese vere? Gli effetti speciali a La bussola d'oro (Poland sul suo blog spiega che la ragione è la lotta intestina della ILM, che aveva in gara sia Transformers che Pirati) e il totale di tre Oscar per The Bourne Ultimatum, così come zero per Transformers (a proposito, il venti volte nominato Kevin O'Connell se la prende in saccoccia anche quest'anno: starà meditando il pensionamento anticipato?). Non considererei una sorpresa la vittoria di Marion Cotillard, un momento tra l'emozionante e il divertente, perché ad un certo punto era rimasta senza parole, per poi uscirsene con delle frasi degne di Roberto Benigni.

Coen tre volte sul podio, ma già dalla prima si capisce che non è proprio il luogo dove si trovano meglio. Continuo ad avere qualche perplessità su No Country for Old Men (che non è il capolavoro di cui si vaneggia), ma comunque una pellicola molto interessante e se mi avessero detto che avrebbe vinto un film del genere nel periodo in cui a trionfare erano Chicago e A Beautiful Mind, mi sarei messo a ridere.
Diablo Cody ha dimostrato (a parte il vestito, decisamente non anonimo) di essere anche sul palco un mezzo bluff, non tanto per via della commozione senza freni (e vabbeh, la sopportiamo), quanto per la retorica elargita a piene mani. E sarebbe questa la voce degli indipendenti?

Daniel Day Lewis mostra ancora una volta la sua classe immensa. Nulla di straordinario nel suo discorso, ma la solita umanità e grande semplicità che lo rendono così distante da Hollywood.
Tre vincitori italiani, due categorie: Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo per le scenografie di Sweeney Todd, Dario Marianelli per la colonna sonora di Espiazione. La differenza? Marianelli si capisce che ormai vive e lavora stabilmente all'estero per il suo buon inglese. I primi due (come avvenuto l'anno scorso per Morricone) ci si chiede come cavolo facciano a comunicare con i registi stranieri, visto il loro limitatissimo vocabolario...

Per il resto, vi segnalo le statistiche interessanti di Poland, come tutti gli attori vincitori stranieri (e undici premi andati ad artisti non americani). Harry Knowles fa notare giustamente che non c'era Brad Renfro nel montaggio delle persone scomparse (chiuso ovviamente con Heath Ledger). Per quanto riguarda la serata di Sky, devo ancora capire quale sia il senso di invitare gente che non ci capisce nulla di premi e che per giunta non è neanche nota al grande pubblico. Mah...

Infine, i miei pronostici. Ne ho azzeccati 14 su 24, dato non straordinario, ma comunque 2 Oscar presi in più dell'anno scorso. Considerando che ho impiegato poco tempo in quest'occasione, mentre nel 2007 mi ero studiato tutto a puntino, dovrebbe essere un inno alla superficialità. Interessante, no?

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