Army of the Dead: ecco come Chris D’Elia è stato sostituito con Tig Notaro a film finito!
Chris D'Elia è stato sostituito da Tig Notaro dopo la fine delle riprese di Army of the Dead. Ecco come hanno fatto usando ingegno e CGI
In quel periodo Army of the Dead era però nel pieno della post-produzione. Con la pandemia in corso era difficile riportare sul set il nutrito cast per i reshoot, oltre che estremamente costoso. Una soluzione simile a quella adottata da Ridley Scott per Tutti i soldi del mondo, in cui la parte di Kevin Spacey è stata rigirata completamente in presenza da Christopher Plummer non era percorribile. Come suo solito Zack Snyder si è ingegnato per trovare una soluzione domestica fatta di un mix tra furbizia, tecnologia, e CGI.
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Per prepararsi all’azione di Army of the Dead Tig Notaro ha fatto un corso su come maneggiare le armi via Zoom in casa, nascondendosi dai suoi figli. Oltre ovviamente ad essersi studiata la sceneggiatura e concordato con il regista le variazioni sul personaggio.
Prima di iniziare, Tig Notaro ha visto tutto Army of the Dead nel montaggio che include il collega Chris D’Elia. Sostiene di avere ammirato molto la sua performance e di essersi quindi sentita in difetto ad emularla. Snyder le ha allora dato carta bianca per costruire sostanzialmente un altro personaggio che avesse l’umorismo e le movenze della nuova attrice. Non doveva quindi imitare passo passo tutto quello che era avvenuto sul set principale. Sarebbe stato inoltre troppo complesso un lavoro di semplice “copia e incolla” della nuova attrice su Chris D’Elia. Le differenze di statura tra i due avrebbero reso la donna sproporzionata rispetto al resto del cast, se si fosse percorsa la via di una semplice sovrapposizione.
I tecnici hanno quindi cancellato Chris D’Elia da tutte le scene, per lasciare a Tig Notaro libertà di azione. Non è noto quanto sia costato questo processo, ma Snyder ha detto che è stato più dispendioso creare la tigre zombi.
L’attrice recitava su schermo verde avendo come riferimento visivo dei punti laser e delle palline da tennis appese a un bastone. Nelle scene in cui doveva interagire fisicamente con un altro personaggio un sostituto si metteva di fronte alla cinepresa con lei, vestito però di verde per essere poi a sua volta sostituito digitalmente dall’attore principale.
Il più grande problema fu sincronizzare le reazioni durante i dialoghi, per mantenere la fluidità della scena e simulare la presenza uniformando il tono delle inquadrature.
Questa tecnica non funzionò in tutte le scene. In post produzione infatti dovevano trovare non solo le inquadrature migliori, ma anche quelle più integrate e in sincrono con il film. Quando proprio le cose non andavano per il verso giusto la produzione ricorreva alla CGI. Prima di girare hanno infatti fatto uno scan completo in Computer Grafica del volto dell’attrice. Hanno creato una sua versione digitale da inserire nel film, soprattutto nelle immagini in cui il personaggio si trova sullo sfondo e non è chiaramente visibile.
Snyder parla di queste riprese con il suo consueto entusiasmo e fascinazione per le potenzialità della tecnologia, non come un ostacolo. Racconta che le scene più difficili da chiudere sono state quelle in cui lei cammina nel gruppo. Il movimento della cinepresa doveva infatti essere identico a quello della prima ripresa e il passo, oltre che la prospettiva, dovevano coincidere al millimetro.
Tig Notaro dal canto suo parla dell’esperienza con una battuta. Dopo molti giorni da sola sul set si è infatti convinta di essere l’unica star del film. Salvo poi realizzare che non solo non lo era, ma che molte delle inquadrature la vedevano lontana e sullo sfondo. Snyder l’ha presa amichevolmente in giro regalandole un Oscar alla “migliore attrice fuori fuoco”.
Fonte: Vulture