Archive 81 – Universi alternativi, dieci film da vedere se vi è piaciuta la serie

Tra grandi classici e gemme da scoprire, dieci consigli di visione se avete apprezzato Archive 81 – Universi alternativi

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Archive 81 – Universi alternativi è su Netflix

Archive 81 – Universi alternativi sta avendo un successo notevole e inaspettato, almeno a giudicare dalle poche metriche che si hanno a disposizione quando si parla di un prodotto Netflix: letture, engagement, posizionamento sui social e sui motori di ricerca, et cetera. Notevole perché se n’è parlato un po’ ovunque, spesso con entusiasmo e anche in luoghi molto mainstream dove solitamente l’horror fatica a trovare posto. Inaspettato perché la serie creata da Rebecca Sonnenshine e basata su questo podcast del 2016 ha, almeno all’apparenza, pochissimi elementi appetibili a un pubblico ampio.

Innanzitutto Archive 81 – Universi alternativi è un found footage o per lo meno si presenta come tale, e questa etichetta negli ultimi anni ha perso molto del suo fascino, sostituito da profondi sospiri e alzate di occhi al cielo (che poi non sia davvero un found footage ma piuttosto una serie che parla di come nasce un found footage è un altro discorso che abbiamo approfondito nella recensione). E poi perché non è facilissimo “entrare” nella serie al primo colpo: i primi episodi sono lenti e circolari, e si prendono molto tempo per presentare il luogo e i personaggi e pochissimo per far davvero progredire la trama; e se la tua concorrenza è un’intera piattaforma di contenuti, il rischio di perdere immediatamente l’attenzione del pubblico è molto alto.

Archive 81 81

Eppure Archive 81 Universi alternativi sta piacendo molto, forse perché contiene anche quello stesso elemento di speculazione e mistero che ha fatto il successo di un’altra improbabile hit come Dark. Di sicuro è aiutata dal fatto di essere una serie profondamente cinefila e anche nostalgico; non però, come capita spesso, fissata con un singolo periodo che tenta di replicare in tutte le sue forme, ma con uno sguardo più ampio all’intera storia del cinema. La serie è stracolma di citazioni più o meno dirette, ma soprattutto vi lascerà addosso una gran voglia di guardare altra roba simile. Noi qui vi consigliamo (in rigoroso ordine alfabetico) dieci film che, in un modo o nell’altro, sono legati ad Archive 81, e che dovreste vedere per apprezzarla ancora un po’ di più.

A Venezia… un dicembre rosso shocking

Il primo suggerimento arriva direttamente da Rebecca Sonnenshine, che parlando delle sue ispirazioni ha citato alcune ovvietà (tra cui lo scontatissimo X-Files) ma ha anche rivelato di essersi ispirata a quelli che chiama “thriller paranoici anni Settanta”. Tra cui appunto il film di Nicolas Roeg con Donald Sutherland e Julie Christie, nel quale si incrociano la storia di un* serial killer, tematiche attinenti al paranormale e alla possibilità di comunicare con gli spiriti, e una lunga riflessione sugli effetti devastanti che la perdita di una figlia causa nei genitori. Il film gioca spesso, come fa anche Archive 81, con la giustapposizione tra passato e presente.

Candyman

Candyman

Forse il primo (o il secondo, come vedremo tra pochissimo) film che viene in mente non appena si comincia a seguire la vicenda di Melody, che si trasferisce in un palazzo di edilizia popolare e ne scopre, a sue spese, i segreti più oscuri. Va detto che Archive 81 è meno connotato dal punto di vista razziale, e in generale quasi privo del sottotesto sociologico che rende Candyman un capolavoro, ma non si può avere tutto.

La casa nera

A proposito di sottotesti, politica e questioni di classe, eccovi un film del 1991 che parla di cose strane che succedono in un disturbante edificio abitato da una delle coppie più orrende della storia del cinema. Vale lo stesso discorso di Candyman: La casa nera è anche, forse soprattutto, una satira sociale, mentre Archive 81 è più interessata alla weirdness in quanto tale, al mistero, al gusto dell’enigma e della risoluzione dello stesso.

Rosemary’s Baby

Ed ecco il secondo film che viene subito in mente non appena si comincia a seguire la vicenda di Melody che, come Rosemary Woodhouse, si trasferisce in un nuovo condominio con le migliori intenzioni del mondo e scopre suo malgrado che, dietro la facciata di perbenismo e buona educazione, i suoi vicini nascondono i più classici degli orribili segreti. Lo sviluppo è ovviamente diverso e in Archive 81 (SPOILER!) Rosemary si chiama Jessica, ma sono dettagli: nel momento in cui Dina Shihabi mette piede al Visser, la mente corre subito a Mia Farrow.

Session 9

Session 9

Dimenticatissimo horror psicologico di Brad Anderson, altrettanto dimenticatissimo regista che fece dimagrire di 30 kg Christian Bale per L’uomo senza sonno, è il film perfetto se la cosa che più vi è piaciuta di Archive 81 è l’idea di ricostruire il passato usando testimonianze audiovisive. Nel caso di Session 9 c’è solo audio senza video, e l’ambientazione è un ospedale psichiatrico abbandonato e non un condominio, ma sono dettagli.

The Blair Witch Project

Lo sappiamo, abbiamo detto che questa serie non è un found footage e poi vi consigliamo il capostipite di tutti i found footage moderni. Il punto è che è impossibile non citare TWBP parlando di Archive 81, un po’ perché quello stile (camera a mano, inquadrature sbilenche, zero montaggio) è citato in continuazione tutte le volte che Dan guarda un vecchio nastro di Melody, un po’ perché c’è un legame tra il film di Daniel Myrick ed Eduardo Sanchez e la cultura del creepypasta, uno dei riferimenti principali di Archive 81.

The Empty Man

Lo citiamo perché la serie e il film di David Prior condividono un attore, Evan Jonigkeit, ma non solo: in entrambe le opere si parla di culti, di apocalisse, di orrore cosmico, ma anche di fantasmi e apparizioni, in un minestrone di influenze che vanno da Lovecraft al folk horror fino all’orrore digitale e alle leggende metropolitane. The Empty Man ha avuto la sfortuna di uscire in piena pandemia e di non essere riuscito a fare capolino al cinema neanche per una notte, ma se volete recuperarlo lo trovate su Star di Disney+.

The Endless

Justin Benson e Aaron Moorhead sono due tizi appassionatissimi di cinema indipendente e a basso budget, di camere a mano e finti documentari, e soprattutto di culti, sette e altre misteriose riunioni di persone. Lo si nota chiaramente nei due episodi di Archive 81 diretti da loro (il terzo e il quarto), e la loro filmografia lo conferma: finora hanno diretto quattro lungometraggi, e The Endless è il loro migliore, nonché quello più vicino a certe tematiche della serie Netflix.

The Ring

Volevamo in qualche modo inserire un film che parlasse del potere distruttivo dei nastri magnetici, delle bobine, delle pellicole e di altri aggeggi di registrazione e riproduzione audiovisiva, ma siccome nessuno ha mai fatto un film su Il fotocane di Stephen King e Cigarette Burns di John Carpenter potrebbe essere considerato come “episodio di una serie TV antologica”, abbiamo deciso di virare al blu con il film di Verbinski (o di Hideo Nakata se preferite l’originale giapponese), una storia nella quale guardare una VHS ti porta a morire nel giro di una settimana. Non ditelo a Dan.

The Wicker Man

Archive 81 è (anche) una serie che parla di un culto, e possiamo quindi chiudere senza citare quello che è probabilmente il miglior film sull’argomento mai fatto? D’accordo, qui siamo su un’isola e non in un condominio in piena metropoli, ma ancora una volta, sono dettagli.

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