Anthem potrebbe essere un buon gioco, difficilmente sarà un capolavoro – Hands-on

La demo di Anthem ci ha regalato poche certezze e molti dubbi

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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Orfani di un Destiny in crisi d’identità e (molto) probabilmente già condannato, era ed è lecito guardare ad Anthem come il naturale successore, il detentore di un’eredità che si palesa non solo nel concepire un’esperienza online votata alla cooperazione, ma anche in un universo fittizio che propone un inusuale, ed affascinante, equilibrio tra sci-fi e fantasy.

Le rocce volanti di Mass Effect: Andromeda, evidentemente, erano un chiaro indizio sulle rinnovate necessità creative di un team già costretto al riscatto dopo un (pur lieve) passo falso che ancora rabbuia i tanti fan della trilogia con protagonista il Comandante Shepard.

Per un motivo o per l’altro, insomma, c’era molta attesa attorno a questa demo, banco di prova, nonché autentica prova del nove per un gioco chiamato agli straordinari per convincere un pubblico di per sé scettico e scottato dalle esperienze passate.

[caption id="attachment_192956" align="aligncenter" width="1000"]Anthem screenshot Volare e correre a perdifiato regala soddisfazioni a profusione, almeno finché non bisogna virare. Proprio in quel momento iniziano i guai[/caption]

Purtroppo, all’atto pratico, molti dubbi e perplessità sono state ampiamente confermate, nonostante il titolo vanti enormi potenzialità, a partire dal comparto tecnico ed artistico, che comprovano ulteriormente l’abilità dei ragazzi in forza a BioWare da questo punto di vista.

Trama e art design palesano carattere e personalità sin dal primissimo approccio. Oltre a dialoghi che rimandano ad un ricco, e misterioso, background, ci sarà un corposo codex, consultabile in qualsiasi momento, che non vede l'ora di annegarvi in un mare di nozioni sui nemici, eroi, flora e fauna che caratterizzano il mondo alieno su cui si svolge l’intera avventura.

Tutto, come sanno i più informati, ruota attorno ai Creatori, misteriosamente scomparsi, e al potere degli Inni, una sorta di forma d’energia che l’umanità è riuscita a controllare, dando vita agli Strali, esoscheletri fondamentali nella difesa dalle molteplici forze ostili che quotidianamente minacciano la sopravvivenza della nostra specie.

Fort Tarsis è uno dei pochi accampamenti che resiste, assediato da animali feroci, alieni rissosi, fazioni di umani che vogliono usare gli Inni per il loro, oscuro, tornaconto. Nei panni di uno Specialista, dovrete prendere parte ad una serie di missioni che, ipotizziamo, garantirà la pace e farà luce sulle sorti dei Creatori.

Il fortino è una sorta di hub interattiva in cui, tra le altre cose, potrete gestire la personalizzazione dello Strale scelto per la successiva missione. Dai singoli componenti, fino alle armi in dotazione, potrete modificare l’aspetto estetico e l’equipaggiamento dell’esoscheletro fin nei minimi dettagli. L’editor, in questo senso, è abbastanza potente e sufficientemente fornito di item di ogni genere da permettere a chiunque di dare forma al loadout più idoneo al proprio stile di combattimento.

"La sensazione di trovarsi tra le mani un titolo sviluppato con tutti i crismi del caso persiste anche durante i primi scontri a fuoco"Come se non bastasse, ci sono quattro classi diverse di Strali. Dal classico tank, a quello che dà il meglio di sé fungendo da supporto, il ventaglio di possibilità strategiche, includendo i vari componenti aggiuntivi, è quasi annichilente. Tra oggetti recuperabili in battaglia, quelli acquistabili nei negozi di riferimento e altri che potranno essere costruiti a partire dai materiali reperiti nello scenario, riempire l’inventario di fucili, bombe e congegni che donano bonus di diverso tipo è davvero un attimo.

La sensazione di trovarsi tra le mani un titolo sviluppato con tutti i crismi del caso persiste anche durante i primi scontri a fuoco, quando, supportati da altri tre alleati, si scopre un gunfight estremamente soddisfacente, reattivo, affidabile. Complice un comparto tecnico sontuoso, la cui unica pecca consiste nell’eccedere con gli effetti speciali, eventualità che di tanto in tanto rende difficoltosa la lettura dello schermo, le prime schermaglie regalano incoraggianti soddisfazioni.

Ci si fa largo facilmente tra orde di nemici senza volto e bestie feroci che non tarderanno ad attaccarvi non appena entrerete nel loro territorio. In questo senso, anche il level design sembra ben architettato, con scenari avvolgenti, sviluppati in verticale e pieni di ostacoli da sormontare o da utilizzare come riparo sicuro.

Purtroppo, già alla seconda missione, affiorano tutta una serie di difetti che mortificano le ambizioni della produzione di Electronic Arts. Il sistema di controllo, tanto per cominciare, non è esente da critiche. Lo Strale sembra pattinare sul suolo e non appena si stacca da terra, per volare o nuotare nelle profondità di un corso d’acqua, sembra di avere a che fare con un cavallo imbizzarrito difficile da domare.

Ciò che è peggio, l’IA degli avversari è davvero rudimentale, caratteristica che vanifica in buona parte il gameplay del gioco che, teoricamente, dovrebbe incentivare la messa in pratica di fini strategie condivise con i propri alleati. Numericamente soverchianti, i nemici attaccano a testa bassa, senza alcuna tattica, diventando carne da macello per gli utenti che, alla peggio, possono ritirarsi, recuperare energia e tornare all’attacco in tutta calma, decimando progressivamente le forze ostili.

[caption id="attachment_192959" align="aligncenter" width="1000"]Anthem screenshot L’unico boss che abbiamo affrontato, un gigantesco ragno, non ci ha dato chissà quale filo da torcere. Anche in questo caso ci è bastato volare al sicuro e attendere la ricarica degli scudi, prima di tornare all’attacco[/caption]

Può darsi che si tratti di un limite imposto da questa demo, ma la situazione è abbastanza sconfortante, tanto più se si considerano i molti pregi della produzione, tuttavia attutiti da un unico difetto che rischia di rendere monotona e piatta qualsiasi missione.

Anthem ci ha fatto divertire, beninteso. Inoltre, con gli amici giusti, promette già allo stato attuale di fomentare i fan dei multiplayer online. Purtroppo, un paio di difetti di design rischiano di vanificare buona parte degli sforzi di Bioware. Per come stanno le cose, la produzione di Electronic Arts può ambire ad essere un buon gioco, ma le vie dell’Olimpo sembrano già sfortunatamente sbarrate.

Manca meno di un mese alla pubblicazione del gioco. Solo allora sapremo dirvi se ci avevamo visto giusto o se Anthem si stava risparmiando, in attesa di dare il meglio dopo il suo debutto.

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