Anteprima: abbiamo visto Feast e 30 minuti di Big Hero 6!

Abbiamo visto in anteprima il cormetraggio Disney Feast e 30 minuti di Big Hero 6, l'atteso film d'animazione tratto dai fumetti Marvel

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Uno dei film più attesi della stagione natalizia è un film di animazione: si intitola Big Hero 6 ed è la trasposizione cinematografica di un fumetto della Marvel pubblicato nel 1998 e del quale è stata pubblicata poi una miniserie in sei numeri nel 2008.

Il film è prodotto dai Walt Disney Animation Studios, freschi del successo (da Oscar) di Frozen - il Regno di Ghiaccio, e arriverà nelle sale il 18 dicembre. Lunedì abbiamo partecipato a Milano alla prima tappa di un tour mondiale di presentazione del film, organizzata in questo caso da Disney Italia per i dipendenti, i licenziatari e la stampa, e abbiamo avuto modo di intervistare Roy Conli, produttore del film. Di origini siciliane, Conli ha una lunga storia all'interno della Disney Animation: tra i film che ha prodotto vi sono Il Gobbo di Notre Dame, Il Pianeta del Tesoro e Rapunzel. Durante l'evento ha mostrato diverse scene di Big Hero 6, ha presentato i personaggi e ha svelato diversi passaggi della storia (fin troppi - alcuni non li riporteremo perché contengono grossi spoiler).

FEAST

Prima di parlare di Big Hero 6, Conli ha mostrato al pubblico in sala un... "antipasto": Feast, il cortometraggio che precederà le proiezioni del nuovo film di animazione e che è stato osannato a giugno ad Annecy. Diretto da Patrick Osborne, il corto mostra la storia del rapporto tra un Boston terrier di nome Winston e il cibo seguendo un brevissimo spezzone di diversi giorni nell'arco di 12 anni della sua vita. Attraverso il cibo che mangia il tenero protagonista scopriamo qualcosa di più sul rapporto con il suo padrone e, poi, sul rapporto tra il suo padrone e una ragazza. Molto divertente e, come in tutti i corti Disney, con un grande cuore, il corto è stato realizzato con la stessa tecnica di Paperman solo che a colori. Lungo i sei minuti di durata di Feast la cinepresa non si stacca quasi mai dal terreno e segue costantemente il cagnolino mentre mangia cibo di tipo diverso: a una lettura più approfondita, il corto è anche una riflessione sul rapporto tra gli umani e il cibo, visto che il padrone di Winston gli lascia regolarmente gli avanzi e, in contrapposizione con la sua fidanzata salutista, adora il junk food (soprattutto quando è depresso). Sul piano tecnico, il corto mescola rendering digitale 3D con uno stile piatto e privo di contorni: il risultato sono immagini composte da blocchi di solidi colorati che si muovono in ambienti tridimensionali.

feast 02

BIG HERO 6

Dopo questa anteprima, Conli ha parlato dei Walt Disney Animation Studios, spiegando che da quando John Lasseter è diventato direttore creativo dello studio di animazione ha portato con sè lo stesso approccio innovativo lanciato con Ed Catmull alla Pixar. Anche alla Disney Animation, infatti, è stato inangurato un vero e proprio "story trust", un team di registi che lavorano in gruppo proponendo idee e supervisionando ogni film a partire da Bolt.

Il progetto di Big Hero 6 nasce dopo l'acquisizione della Marvel annunciata cinque anni fa: Don Hall, che aveva iniziato a lavorare alla Disney come storyboard artist per poi diventare story artist e infine regista, da grande fan Marvel ha proposto allo Story Trust l'idea di produrre un cortometraggio su uno delle numerosissime property della compagnia. Si tratta di Big Hero 6, un fumetto poco conosciuto del quale erano usciti solo 12 numero, peraltro in due tranche a distanza di dieci anni l'una dall'altra (1998 / 2008). Lasseter rilancia proponendo di realizzare un lungometraggio e dando massima libertà a Hall per creare una storia nuova, forte del via libera da parte della divisione comics della Marvel (che, attraverso Joe Quesada, ha seguito da vicinissimo la realizzazione del film).

Ecco quindi che, rispetto ai fumetti, il film prende una direzione inedita sia nelle ambientazioni (la fittizia San Fransokyo anziché Tokyo) che nei personaggi e nelle situazioni (Baymax, nel fumetto, non è un robot per assistenza medica). San Fransokyo è una città del vicino futuro (o di un universo parallelo?) che fonde perfettamente le città di San Francisco e Tokyo, un luogo che mette al centro l'innovazione tecnologica, come dimostrano le turbine eoliche sospese sul cielo della città. Per mostrarci il potenziale cinematografico di un luogo così suggestivo, Conli ha proiettato una clip già pubblicata online qualche mese fa, un vero e proprio test:

Si tratta del luogo ideale per presentare il giovane protagonista, Hiro Hamada, un ragazzino geniale che a 13 anni si è già diplomato al liceo e, grazie al tempo libero a disposizione, inizia a dare una direzione molto sbagliata alla sua inventiva, costruendo robot da combattimento da utilizzare in gare clandestine. Suo fratello maggiore, l'altruista Tadashi, è a sua volta un inventore e cerca di riportare Hiro sulla retta via: con l'aiuto di Cass (zia dei ragazzi, vive con loro in una villetta a San Fransokyo) lo convince a visitare la sua università, il San Fransokyo Institute of Technology. Lì fa amicizia con Honey Lemon (che studia chimica ma lavora anche nella caffetteria di proprietà di Cass), Wasabi (un vero precisino), GoGo Tomago (un'altra geniale scienziata) e Fred (appassionato di monster movie e vero e proprio geek, è una sorta di mascotte dell'università).

Ma il vero e proprio protagonista del film (almeno, lo diventerà per gli spettatori) è il robot Baymax. Creato da Tadashi, Baymax è un robot la cui memoria è arricchita da 10mila procedure mediche, in grado di effettuare diagnosi e operazioni sui propri pazienti. Sul piano del design, Baymax ha una forma tondeggiante: le sue meccaniche sono contenute in una guaina vinilica gonfiabile. Chris Atkinson della Disney ha lavorato a stretto contatto con diverse università e in particolare con la facoltà di "Soft Robotics" della Carnegie Mellon School of Robotics di Philadelphia, dove sono stati sviluppati robot gonfiabili con lo scopo di non ferire le persone durante le delicate procedure mediche cui vengono sottoposte.

BIG HERO 6

Robot come quelli della Carnegie Mellon non si muovono in maniera comica come invece fa Baymax. Per sviluppare i suoi movimenti, quindi, gli artisti della Disney hanno sviluppato tre test applicando i movimenti di un bambino ai primi passi, quelli di un bambino ai primi passi con il pannolino... pieno, e quelli di un cucciolo di pinguino. La scelta è caduta sul pinguino, e il risultato è questo test poi utilizzato in uno spot dei Mondiali:

Durante la presentazione Conli ci ha mostrato diverse clip - di cui una lunga ben 16 minuti. Il film è praticamente finito: il produttore ha infatti spiegato che lunedì sono iniziate le ultime due settimane di lavoro (che coinvolgeranno ben 200 artisti), dopo di che per altre due settimane verrà finalizzata la post-produzione, e per il 10 ottobre dovrebbe essere tutto terminato. Nelle clip che abbiamo visto (proiettate in 2D anche se il film sarà in 3D), l'unico elemento non ancora definitivo era il sound design, ma il resto era pressoché pronto, e infatti possiamo già dire che visivamente Big Hero 6 sembra davvero notevole.

LE CLIP

Nella prima scena vera e propria, abbiamo visto Hiro al San Fransokyo Technology Institute, dove ha deciso di partecipare a una mostra mondiale di invenzioni il cui vincitore si aggiudicherà l'ingresso alla scuola. L'invenzione di Hiro sono dei microrobot (minuscoli dispositivi a forma di doppia piramide rovesciata) comandati con un cerchietto che, lavorando in massa, sono in grado di costruire qualsiasi forma utilizzando se stessi o altri oggetti. Curiosamente, anche questo progetto è qualcosa di realmente in studio. Dopo un primo momento di incertezza, e anche grazie all'incoraggiamento del fratello, Hiro riesce a conquistare l'attenzione del pubblico con un vero e proprio keynote nel quale si fa trasportare in giro per il Salone dai suoi robot. È così che vince la borsa di studio.

[caption id="attachment_96262" align="alignright" width="300"]Baymax Baymax con l'armatura Mark I[/caption]

Nella clip successiva, tutti i sogni di Hiro vengono infranti da un evento drammatico che lo getta nell'isolamento più totale, ed è qui che entra in scena Baymax: il robot cui Hiro non aveva mai prestato particolare attenzione si attiva quando il ragazzo si fa male a un piede. Nulla di grave, ma Baymax insiste per fare una serie di analisi e scopre che il suo padrone soffre di... pubertà. La scena è molto divertente, ma permette anche alla storia di proseguire: Hiro trova sotto al tavolo uno dei suoi microrobot e si rende conto che qualcuno lo sta comandando. Baymax lo aiuta a rintracciare gli altri microrobot. A questo punto inizia la clip di 16 minuti, nella quale Hiro e Baymax (impacciatissimo e tenero, ma ricco di risorse) decidono di andare a vedere per quale motivo i microrobot si trovano tutti in un enorme magazzino. La scena serve a farci capire come si sviluppa il rapporto tra i due - che infatti di lì a poco diventeranno inseparabili. Nel magazzino scoprono che il responsabile è un misterioso uomo con una maschera Kabuki (il suo nome è Yokai), il quale scaglia i robot contro i due malcapitati. Sfuggiti alle grinfie di Yokai, si recano alla stazione di polizia, ma l'unica risposta che ottengono è un banale "è meglio che chiamiamo i tuoi genitori, ragazzino". Nel frattempo le batterie di Baymax si scaricano (Hiro lo capisce perché il robot comincia a comportarsi come un ubriaco), e così i due tornano a casa. Hiro è sempre più abbattuto, e la cura di Baymax per la sua depressione, oltre a un tenero abbraccio, è quella di chiamare i suoi amici. Hiro nel frattempo decide di contrattaccare e si lancia in un upgrade tecnologico di Baymax, costruendo una sorta di "Mark I" di quella che sarà poi la sua armatura definitiva e implementando alcune mosse di Karate nel suo codice. I due provano nuovamente a dare la caccia a Yokai, ma si rendono ben presto conto che si tratta di una trappola - grazie al cielo accorrono gli amici di Hiro e li salvano.

Nella clip successiva assistiamo a una scena musicale, un montaggio del lavoro che Hiro fa per dotare se stesso, Baymax e i suoi amici di armature e armi da supereroi (con un unico superpotere: l'intelligenza), e dell'allenamento cui si sottopongono per imparare a levare la maschera Kabuki al villain (vittima di questo esercizio è un povero maggiordomo). In sottofondo, una canzone dei Fall Out Boy.

Questi i costumi dei personaggi:

  • Honey Lemon - Possiede una borsa dalla quale "sforna" delle sfere gommose contenenti intrugli chimici in grado di tirarla fuori dai guai

  • GoGo Tomago - Pattina a grande velocità su dei dischi che poi lancia per difendersi o aggredire un nemico

  • Wasabi - Ha dei guanti in grado di emettere delle specie di lame di energia

  • Fred - Il suo costume è una sorta di mostro sputafuoco

  • Hiro - Possiede una tuta da volo con delle estremità magnetiche che lo collegano a Baymax

E Baymax? Il tenero robot diventa una vera e propria macchina da combattimento: nella sua nuova armatura, comandata in maniera simbiotica da Hiro quando si sistema sulla sua schiena, è in grado di volare e lanciare a razzo i propri pugni. E infatti la scena finale che ci è stata mostrata è uno spettacolare volo tra i grattacieli di San Fransokyo fino alla cima del Golden Gate (opportunamente "giapponesizzato") e di nuovo giù verso il mare e i grattacieli. Baymax si rende conto che l'euforia causata dalle loro imprese sta facendo molto bene alla depressione di Hiro, ed è per questo che accetta volentieri tutti i suoi comandi, anche se non hanno nulla a che fare con la medicina. La clip è davvero spettacolare, e vederla in 2D lascia solo immaginare cosa potrà essere con l'aggiunta delle tre dimensioni, magari in formato panoramico IMAX.

Nel prossimo articolo vi spiegheremo cosa ci ha rivelato Conli nel Q&A dopo la proiezione; prossimamente vi proporremo anche la nostra intervista video con lui. Intanto, ecco nuovamente il trailer del film:

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