Animali fantastici – I segreti di Silente è il peggior “film di Harry Potter”
Animali fantastici – I segreti di Silente è inutile, prolisso, senza personalità e senza magia: non stupisce che abbia ammazzato il franchise
Animali fantastici – I segreti di Silente è su Netflix
Animali fantastici – I segreti di Silente e la scomparsa della magia
È brutto (aggettivo sempre un po’ sciocco da utilizzare, perché può voler dire tutto e niente) principalmente perché non ha più nulla di magico. Cioè: ovviamente la magia c’è, e gli animali fantastici pure, al punto che uno (due) di questi è il MacGuffin principale di tutta la storia. Ma con il passare dei film David Yates ha deciso di imprimere alla saga un taglio decisamente cupo, politico, nel tentativo forse di venire classificato come “urgente” o “pregnante”; e questo si è riflesso a cascata su tutto l’impianto del progetto: Animali fantastici – I segreti di Silente è un film blu come non se ne vedevano dai tempi di Underworld, tanto elegante quanto gelido e inespressivo.
Non è un caso che uno dei rari momenti di meraviglia arrivi in una breve scena ambientata a Hogwarts. Tutto quello che questo film riesce a fare è ricordarci, per contrasto, i motivi per cui ci piace Harry Potter: non c’è nulla di quella, appunto, magia nell’opera di Yates. Potreste obiettare che questa è un’altra saga che si svolge nello stesso universo, e che quindi non è costretta a seguire passo passo le orme dell’originale; che la struttura ad anno scolastico non è un obbligo e che personaggi diversi hanno vite diverse ed emozioni diverse, et cetera. Il problema si pone quando l’alternativa proposta non ha un briciolo di fascino: non è che vogliamo per forza il Quidditch e i cento punti a Grifondoro, ma questo non significa che ci interessi una sorta di versione del discount di House of Cards con i maghi.
La maledizione di Silente
D’altra parte questo film nasceva già maledetto, al di là di quelli che poi sono stati i risultati al botteghino. Prima è stato licenziato Kevin Guthrie, condannato per violenza sessuale. Poi c’è stato il caso-Depp, sul quale non vale neanche la pena di tornare tanto è famigerato. La produzione ha scelto di sostituirlo puntando su un altro pezzo da novanta, nella speranza, forse, di far dimenticare le vicende private del vecchio volto di Grindelwald. Certo, con il senno di poi la scelta di Mads Mikkelsen si è rivelata azzeccata, ma crediamo che dica molto di un franchise il fatto che si possa sostituire uno dei personaggi principali senza che la saga ne subisca l’impatto, anzi addirittura migliorando la situazione.
C’era in generale una certa aria da “forse questa cosa sarebbe meglio non farla”, solo che poi è stata fatta. E il contributo che dà alla mitologia del Wizarding World è talmente risibile che a fine visione la sensazione è di non aver imparato nulla di nuovo, se non che Grindelwald, a un certo punto, ha compiuto lo stesso percorso del suo erede Voldemort – forse un tentativo di dimostrare che il tempo è ciclico e che Harry Potter è un franchise nietzscheiano? O forse solo mancanza di fantasia: serviva un film per far vedere che Silente amava Grindelwald e ha dovuto sconfiggerlo, ed è stato fatto. E la questione non è neanche chiusa del tutto! Mancano in teoria ancora una decina d’anni (e i due film che non si faranno più) prima di arrivare al momento in cui il mago più cattivo del mondo finisce in galera. È come se con Animali fantastici J.K. Rowling avesse deciso di trasformare dei libri per ragazzi in un ponderoso racconto politico con ritmi glaciali.
Cosa c’è da salvare?
Poco, davvero. Mikkelsen, come detto, che non imita Johnny Depp ma fornisce una sua interpretazione, tra il fascinoso e il nazistoide, di Grindelwald. Alison Sudol, che ha il personaggio più interessante del franchise e che continua a essere l’unica che non sbaglia una battuta. I costumi e i set, sempre azzeccatissimi anche se fin troppo monocromatici. Una sequenza in un carcere di massima sicurezza. E i titoli di coda: segnalano che la tortura è finita.
“Ma Eddie Redmayne?”, vi chiederete. Curioso, no? Parlando di una saga che racconta le avventure di un magizoologo che salva il mondo, il nome di Newt Scamander non è ancora venuto fuori. Questo perché in Animali fantastici – I segreti di Silente viene messo in secondo piano fin da subito: il film è un’operazione di gruppo, del quale lui fa parte solo perché così dicono i contratti. Per il resto, si conferma il protagonista di una saga fantasy con meno carisma di sempre: è una delle cose che ci mancherà di meno di questo franchise finito (?) tristemente nel nulla.
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