Ancora Oscar su Quinto Potere

Altro materiale succulento legato agli Oscar. Così, Manuale d'amore 3 viene esaltato per aver battuto pellicole uscite settimane prima e In un mondo migliore per aver conquistato un migliaio di euro. E c'è anche la tendenza delle mamme mostro...

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Rubrica a cura di ColinMckenzie

Grandioso comunicato dell'Ansa lunedì scorso, segnalatomi da Adriano Ercolani di Coming Soon Television:

INCASSI, MANUALE D'AMORE 3 BATTE GLI OSCAR
IL CIGNO NERO AL SECONDO POSTO E IL DISCORSO DEL RE AL SETTIMO (di Patrizia Vacalebri) (ANSA) - ROMA, 28 FEB – MANUALE D’AMORE 3, commedia in tre episodi con regia di Giovanni Veronesi, che ha debuttato nelle sale venerdì distribuita da Filmauro in 700 copie, ha battuto nella classifica degli incassi cinematografici dell'ultimo week end i film premiati questa notte a Los Angeles con gli Oscar. Il film che vede protagonisti, tra gli altri, Carlo Verdone, Robert De Niro e Monica Bellucci, ha incassato circa 3 milioni di euro (2.949.077 euro), detronizzando la commedia Femmine contro maschi, che scende dal primo posto al quinto, pur realizzando con cinque settimane di presenza nelle sale un ottimo incasso, di quasi 11 milioni. Sale dal terzo al secondo posto in classifica Il cigno nero (Black Swan) di Darren Aronofsky, con la neo premiata agli Oscar come miglior attrice protagonista Natalie Portman, che alla seconda settimana di presenza realizza un incasso totale 2.656.321 di euro. Il discorso del re (The king's speech), grande trionfatore della Notte degli Oscar con quattro tra le statuette più importanti, rimane invece per la quinta settimana al settimo posto in classifica.

Da dove iniziare? Dal fatto che paragonare una popolarissima commedia (almeno, nelle intenzioni) uscita in 700 e passa copie con prodotti come Black Swan (alla seconda settimana e in meno di 300 sale) e Il discorso del re (in meno di 200 schermi e alla quinta settimana!) è quasi psichedelico, come come Femmine contro maschi "detronizzato" (e certo, alla quarta settimana di sfruttamento...)? O magari si potrebbe far notare che non ha molto senso parlare dei titoli vincitori agli oscar come se avessero ricevuto una spinta promozionale, visto che tutto è avvenuto lunedì notte ed è da quel momento che andrebbero controllati gli incassi (e infatti, i due titoli sono ai piedi del podio in questa settimana)? Forse, ma solo forse, il paragone più interessante si poteva fare con Manuale d'amore 2, ma per qualche motivo si è deciso di soprassedere...

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Il Corriere della Sera fa notare, anche grazie a un comunicato stampa, che In un mondo migliore ha aumentato le proprie presenze nei cinema italiani del 155% dopo la vittoria agli Oscar, facendo meglio degli altri trionfatori. Tutto giusto sulla carta, ma visto che in Italia la matematica è spesso un'opinione, andrebbe spiegato che questo è dovuto ai dati bassissimi del film danese poco prima degli Academy Awards (d'altronde, era uscito tre mesi fa...) e quindi è normale che in percentuale aumenti molto. Ma i dati di lunedì, giorni a cui si riferisce la notizia, parlano di 1.100 euro di incasso complessivo, non proprio un assalto nei cinque cinema monitorati.

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Sempre nell'ambito i giornali che amano parlare di tendenze, Silvia Kramar sul Giornale lancia quella delle mamme mostro al cinema e agli Oscar. Avrebbe iniziato Monique con Precious (e fin qui, d'accordo), mentre quest'anno ci sarebbero Jackie Weaver in Animal Kingdom (va bene, vero) e Melissa Leo, "nel ruolo di madre crudele in The Fighter". Al massimo direi un po' arraffona e fuori di testa, crudele mi pare troppo. Poi vengono citati un paio di reality televivi. Insomma, una moda basata su un personaggio cinematografico all'anno? Non è un po' poco per dire "Il suo Oscar (quello di Monique, ndr), insieme alla curiosità voyeuristica di un pubblico assetato di vite sbagliate, hanno convinto Hollywood a moltiplicare il dna di altre madri mostri"? Anche perché, che ci azzecca Hollywood con un film australiano che era già stato presentato al Sundance dello scorso anno, prima ancora che l'Academy desse l'Oscar a Monique?

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Interessante articolo di Silvia Bizio su Banksy. A parte lo sbaglio del titolista sul nome (può succedere), la cosa più intrigante è che in tutto il pezzo non c'è nessun dubbio sulla veridicità del documentario Exit Through the Gift Shop, che non è proprio sicura al 100%. Sarà stato preso maledettamente sul serio? O la Bizio partecipa alla truffa?

Vi ricordo che, per segnalarci articoli interessanti, potete scrivere su questo Discutiamone nel Forum Cinema  

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