Ancora brutte notizie per Eragon

Il secondo weekend americano e i più recenti dati internazionali confermano il fallimento della pellicola e, se possibile, peggiorano ancora la situazione. Insomma, le speranze di vedere dei sequel sono ridotte al lumicino…

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Non si può dire che l’articolo precedente sugli incassi di Eragon (disponibile qui) sia passato inosservato, considerando l’attenzione che gli è stata dedicata da diversi siti specializzati.
Colgo quindi l’occasione di proporre nuovi dati (non positivi) e soprattutto di chiarire alcuni concetti.

Rispetto a quando ho scritto il primo articolo, gli incassi americani non solo non sono migliorati, ma sono anche peggiorati al di là di ogni fosca previsione. Nel secondo weekend, il film ha perso quasi il 70%, un crollo pauroso nonostante le feste avrebbero dovuto aiutare (e infatti il calo peggiore di un altro titolo della top ten è soltanto del 43,5%)
Se andate a questa pagina, in cui sono presenti i peggiori cali della storia (classifica poco prestigiosa, in cui Eragon è 41esimo), noterete come siano tutti fallimenti e come non abbiano portato certo a sequel (anche con Hulk, in realtà, si ricomincerà da zero).
Tanto per capirci, il film che avevamo preso come pietra di paragone, Miami Vice, che aveva concluso la sua corsa a 63 milioni, dopo undici giorni aveva guadagnato quasi 8 milioni in più di Eragon nello stesso periodo. Insomma, è impossibile sperare in un risultato sopra i 65 milioni, mentre è molto più probabile che non si arrivi neanche ai 60.

Nel mondo, la pellicola fantasy ha raccolto altri 21,9 milioni di dollari. Sebbene questo basti per ottenere il primo posto nella classifica internazionale per la seconda settimana di seguito, si tratta di un risultato tutt’altro che eccezionale, se pensiamo che Casino Royale (uscito da quasi un mese e mezzo nelle nazioni più importanti) è secondo con 15 milioni. Se consideriamo che il film è uscito questo weekend in Francia e Italia, ottenendo 6,5 milioni di dollari da questi due Paesi, significa che nel resto del mondo ha guadagnato 15,4 milioni, quindi perdendo almeno il 52% rispetto allo scorso weekend. Insomma, anche nel resto del pianeta Eragon è calato malamente, segno di un mancato gradimento da parte del pubblico.
Al momento, la pellicola ha raccolto 101 milioni totali nel mondo e l’ipotesi che avevo fatto qualche giorno fa (170-180 milioni) è ormai da considerarsi troppo ottimista. L’ipotesi più probabile è che la pellicola raccolga altri 55-60 milioni nel mondo (e non sarà neanche facilissimo riuscirci). 160 milioni incassati, tolte le percentuali di esercenti e distributori, significano meno di 90 milioni di guadagno, a fronte di una spesa iniziale (budget + promozione) intorno ai 200 milioni. Insomma, sempre peggio…

E ora, facciamo chiarezza su alcuni punti:

- Non siamo alle Olimpiadi, in cui l’importante è arrivare ai primi tre posti. La cosa essenziale per un film è far sì che il suo budget venga recuperato e che alla fine della sua corsa porti un profitto, al di là del piazzamento. Un nono posto può essere molto più vantaggioso di un primo, se il budget è piccolo. D’altronde, è la regola base di ogni impresa commerciale in un mondo capitalista, quella di guadagnare più di quanto si spende…

- Gli Stati Uniti rappresentano circa il 50% degli incassi complessivi di una pellicola (talvolta di più, talvolta di meno, come in questo caso). E’ ovvio quindi che, se una pellicola va male negli States, difficilmente potrà portare dei profitti nel mondo. Inoltre, è evidente che non si possa paragonare un brutto dato negli Stati Uniti con un’eventuale buon risultato in qualsiasi altra nazione (in particolare l’Italia, in cui il mercato rappresenta a malapena un decimo di quello americano).

- Al di là dei soldi incassati totali, conta anche l’andamento. Se un film perde moderatamente di settimana in settimana, significa che sta piacendo e sta creando una base di appassionati che magari vorrebbero vedere un secondo capitolo. E’ il caso di Batman Begins: risultati discreti ma non straordinari (circa 370 milioni di dollari nel mondo), ma un apprezzamento notevole e un ottimo passaparola per una serie che doveva rinascere e che sicuramente incasserà molto meglio con il prossimo Dark Knight.
Il caso di Eragon è l’opposto. Perdere il 70% tra il primo e il secondo weekend (come avvenuto in America) significa aver scontentato il pubblico di lettori che attendevano impazientemente la pellicola e soprattutto non aver conquistato gli spettatori comuni. Un dato del genere fa pensare che un secondo episodio andrebbe anche peggio…

- Nonostante il genere ‘film con i draghi’ non abbia certo prodotto dei classici di grande successo, Eragon non conquisterà neanche il primo posto in questa speciale classifica in America, se consideriamo che i risultati di Dragonheart (51 milioni nel 1997), aggiustati per l’inflazione diventano circa 72 milioni, risultato ormai fuori portata per la pellicola di Fangmeier.

- Se veramente i produttori avessero già deciso di realizzare tutta la trilogia, incuranti dei risultati e fiduciosi di conquistare comunque il pubblico, perché non l’hanno girata tutta insieme (magari aspettando che Paolini realizzasse il terzo libro o comunque almeno lavorando sui primi due capitoli contemporaneamente), risparmiando quindi una notevole quantità di denaro rispetto all’opzione di farli a ‘rate’? In realtà, si è voluto giustamente prima vedere quale fosse il responso del botteghino e poi prendere una decisione. Ricordo che, quando un film ha un grande successo, il sequel viene annunciato subito dopo il weekend di uscita (anche per battere il ferro quando è ancora caldo e portarlo sugli schermi il prima possibile), cosa che qui non è avvenuta. E se i produttori non erano convinti dopo il primo weekend (che non è stato malaccio), figuriamoci quanto lo possano essere dopo questi cali drammatici…

- Non c’è poi da stupirsi che il sequel fosse in ‘preparazione’ e che diverse fonti lo abbiano annunciato. Intanto, è normale sostenere di voler realizzare tutta la trilogia per dare fiducia al pubblico. E poi, la speranza era quella di ottenere buoni risultati e di poter dar vita ad Eldest, cosa che quindi richiedeva un certo lavoro preliminare su sceneggiatura, scenografie, costumi e tutto il resto (proprio per non prolungare l’attesa tra un episodio e un altro), che magari è già stato fatto negli ultimi mesi. Se poi qualcuno ritiene che la certezza di vedere Eldest sia data dal concorso realizzato su Mtv per fare la comparsa (concorso peraltro discretamente ambiguo) e che quindi ci siano dei finanziatori che decidano di sborsare altri 200 milioni di dollari per non deludere i vincitori della competizione, liberissimo di illudersi.

E ora, che succede? Francamente, è probabile che la Fox abbia un’opzione sui prossimi due capitoli e non intenda sfruttarla. D’altronde, non basterebbe certo limitarsi a cambiare il regista (sarebbe stato meglio cercare qualcuno più esperto fin dall’inizio, non un tecnico degli effetti speciali incapace di dirigere gli attori), perché il danno di un primo episodio non soddisfacente è stato già fatto. E poi, sostituirlo con chi? Un regista importante certo non accetterebbe di arrivare in corsa su una serie che ha già deluso le attese, con il rischio di dirigere un flop. Di registi di bassa lega ce ne sono a bizzeffe, ma allora a questo punto perché cambiare, anche considerando che almeno Stefen Fangmeier potrebbe far tesoro dell’esperienza svolta e non si dovrebbe costringere qualcun altro a ricominciare da zero (con tutti i costi supplementari che questo comporterebbe)?

Non è poi il caso di aspettarsi granché da altri investitori. Magari Paolini potrebbe anche riprendere in mano i diritti, ma certo non si può permettere di finanziare lui stesso la pellicola (a meno di non voler ipotecare i guadagni sui suoi prossimi trenta romanzi, ammesso che siano sufficienti). Impossibile poi aspettarsi che un’altra casa di distribuzione possa essere interessata al momento, considerando che anche loro dovrebbero ricominciare da zero, senza peraltro molte garanzie di successo (considerando che la moda fantasy al cinema sembra scemare).

Insomma, per chi vuole vedere la trilogia al cinema, la speranza più concreta è che la saga letteraria continui ad appassionare il pubblico per i prossimi vent’anni e magari convincere qualcuno (nel 2025 o nel 2030) che potrebbe essere conveniente realizzare una trilogia ex novo. E sperare che, intanto, Fangmeier si limiti a girare i filmini casalinghi con la sua famiglia…

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