American Horror Story - Freak Show, "il più grande spettacolo del mondo"
Quarto e ultimo appuntamento alla scoperta delle passate stagioni di American Horror Story: oggi è il turno di Freak Show
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Se New Orleans era una cornice fondamentale nel racconto di Coven, l'ambientazione in Florida sembra essere incidentale. Certo, siamo lontani dalle grandi metropoli, ma non è tanto l'ambiente quanto gli eventi a definire il racconto, che si svolge in realtà nel macabro universo di un circo di fenomeni da baraccone. Il circo è di per sé un ambiente con alcuni retroscena inquietanti, che si prestano bene al racconto della serie. È un luogo di maschere e incubi, di ruoli recitati dentro e fuori dal palcoscenico (quanto era bello Carnivàle?). La serie di FX non ha mai fatto mistero delle numerose citazioni di vario tipo nel corso delle stagioni, ma stavolta il gioco è più palese e a senso unico. Il circo di Murphy è molto peculiare, ma c'entra niente con lo Strange Circus di Sion Sono: qui siamo di fronte a una variazione sul Freaks di Tod Browning.
Finale non esaltante, dove è soprattutto la passerella d'uscita della Lange che interessa a Murphy. La scrittura la omaggia di un finale onirico e totale, che deve qualcosa alla visione di Fellini (8 e mezzo, La strada): il circo come elemento fondamentale, la stessa intuizione che aveva avuto Tim Burton nel finale di Big Fish. Nel mezzo anche un clown che non è Pennywise, ma fa altrettanta impressione, uno snuff movie d'annata e un tentativo di collegamento tra le varie stagioni non esattamente riuscito.