American Gods: abbiamo visto in anteprima i primi due episodi!

Abbiamo visto in anteprima i due episodi iniziali di American Gods: ecco le nostre impressioni a caldo, senza rischio di spoiler

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Che le fondamenta dell'America poggino su un terreno impregnato di sangue è opinione non solo diffusa, ma anche ampiamente declinata in numerose opere narrative di varia natura; in questo filone sembrerebbe volersi inserire American Gods, stando al suo prologo scioccante per cruenza e ironia. Brutalità e divertimento la fanno da padrone nei primi due episodi della serie Starz, tratta dall'omonimo romanzo di Neil Gaiman (coinvolto da vicino nell'adattamento televisivo), divenuto cult non solo per gli appassionati dell'autore britannico, ma in generale per tutti i fan di un certo fantasy che, attingendo a piene mani dal bacino della mitologia, ne reinventa in chiave contemporanea le figure cardine.Brutalità e divertimento la fanno da padrone nei primi due episodi della serie Starz

Chi ha letto il romanzo di Gaiman troverà, in American Gods, un doppio elemento d'interesse: se, da un lato, la trasposizione ideata da Bryan Fuller dimostra un'aderenza mirabile alla fonte d'origine, amplia però con inserti visivamente superbi il dipanarsi della storia, senza cadere nel fatale errore del didascalismo. Ciò che emerge dai primi due episodi è un prodotto tutto volto alla costruzione di un'estetica conturbante e fortemente personale, che mescola sesso, violenza e riferimenti culturali piuttosto alti, velando il tutto con un'ironia acuta e fascinosa.

A capeggiare un cast volutamente caleidoscopico, il Mr. Wednesday di Ian McShane, che colma il gap che lo separa dalla descrizione fisica del personaggio letterario con una performance di compassata sagacia, sebbene mai incline all'autocompiacimento. Plauso doveroso anche all'inquietante Low Key di Jonathan Tucker, che conferma la propria capacità di dar vita a personaggi intriganti e vagamente folli. Convince, poi, la prova di Ricky Whittle, impegnato nel ruolo del protagonista Shadow Moon, traghettatore del pubblico nel mondo bizzarro e a tratti inquietanti dipinto, nel pilot, dalla regia di David Slade (già collaboratore di Fuller per alcuni episodi della splendida, indimenticata Hannibal).

Certo, sorge qualche dubbio in merito all'accoglienza che gli spettatori americani riserveranno a un'opera come American Gods: più di una volta, infatti, scene che nel romanzo risultano semplicemente curiose finiscono per valicare il limite dell'esagerazione nella trasposizione per immagini. Il gusto del grottesco viene, tuttavia, costantemente stemperato da una ricerca visuale sofisticata e impeccabile, forte di una fotografia rutilante e di sequenze oniriche al limite del visionario, che promettono di conferire al racconto l'epicità peculiare già evidente nel romanzo di Gaiman. Se gli dèi - americani e non - della serie di Starz riusciranno a conquistare l'interesse del pubblico grazie alla loro ambizione estetica e narrativa fuori dal comune, la promessa agli spettatori è di un sontuoso baccanale per gli occhi e per la mente.

American Gods debutterà il 30 aprile negli USA su Starz e il 1 maggio in Italia su Amazon Prime Video.

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