Alien: Romulus e l'importanza di Alien: Isolation per la riuscita del film di Fede Alvarez

Alien: Isolation ha avuto una grandissima importanza per la nascita di Alien: Romulus. Scopriamone insieme tutti i retroscena

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È passata circa una settimana dall’uscita di Alien: Romulus nei cinema di tutto il mondo. Una settimana da quando quell’atmosfera opprimente e quel fascino oscuro risalente sin dal primo capitolo del franchise ha fatto ritorno sul grande schermo, convincendo più o meno tutti. L’ultima pellicola diretta da Fede Alvarez, pur senza alcuna ambizione di innovazione, è riuscita a farci respirare un mood a metà tra l’Alien di Ridley Scott e Aliens - Scontro finale di James Cameron. Un mix tra horror e azione dalla durata di circa due ore, durante le quali ci si ritrova spesso a trattenere il respiro per la tensione. Un risultato che, già di per sé, può essere considerato un successo.

Nell’ottobre dello scorso anno, Fede Alvarez pubblicò su X parte del materiale utilizzato come base di partenza per il suo Alien: Romulus. Una bibliografia che spazia dai romanzi ai fumetti, senza però dimenticarsi dei videogiochi. Nella foto troviamo infatti l’artbook di Alien: Isolation, titolo sviluppato da Creative Assembly ormai dieci anni fa su piattaforme PlayStation, Xbox e PC. Stiamo parlando di un’opera incredibile, se possibile ancora più vicina all’idea originale di Ridley Scott e, per questo, in grado di conquistare milioni di giocatori in tutto il mondo.

Dopo aver visto la recente pellicola di Alvarez possiamo quindi confermare l’utilità del materiale utilizzato per dare vita al suo film. Ma perché Alien: Isolation è stato tanto importante per la riuscita di Alien: Romulus? E quali sono i riferimenti a questo videogioco presenti nel film? Curiosi di conoscere le risposte a queste domande? Allora afferrate con voi il vostro rilevatore di movimento e seguiteci alla scoperta di uno dei videogiochi horror più importanti dell’ultimo decennio. Ma fate attenzione: gli xenomorfi potrebbero uscire dalle fo****e pareti!

UNA QUESTIONE DI MOOD

Ammettiamolo: Prometheus e Alien: Covenant hanno sicuramente dei buoni momenti, ma non sono riusciti a catturare appieno l’atmosfera del capostipite. I toni fantascientifici, la stupidità di alcuni personaggi e l’incapacità di fare davvero paura hanno dato vita a due pellicole discrete (soprattutto grazie alla regia di Ridley Scott), ma povere sotto il punto di vista emotivo. Al contrario, Alien: Isolation appare come un gigantesco omaggio al film del 1979, riuscendo a far percepire al giocatore la pericolosità di un singolo xenomorfo. La pericolosità di una creatura possente, letale, famelica e pericolosa persino quando ferita a causa dell’acido che scorre nelle sue vene. Il merito di questo risultato va alla direzione di Alistair Hope, accompagnato dalla solida sceneggiatura di Dan Abnett, Dion Lay e Will Porter. Un risultato che, a distanza di dieci anni, ancora viene ricordato dai fan del franchise.

Questa sensazione di oppressione e la costante paura di veder comparire l’Alien davanti ai nostri occhi sono emozioni che ritroviamo anche in Alien: Romulus. Emozioni accentuate dall’utilizzo di situazioni e di elementi già visti anche nel succitato Isolation, come i portali circolari all’interno dei quali possono strisciare i vari protagonisti. Chi ha giocato all’opera di Creative Assembly ricorderà bene l’importanza di questi spiragli, utili talvolta a sfuggire alla mostruosa creatura, ma altre volte in grado di dimostrarsi vere e proprie trappole mortali. È evidente, infatti, quanto Fede Alvarez abbia studiato gli ambienti e il mood di Alien: Isolation, cercando di replicarli all’interno del suo film.

L’IMPORTANZA DI ALIEN: ISOLATION

Durante una recente intervista a Total Film Podcast, Fede Alvarez ha ribadito quanto l’opera videoludica del 2014 dedicata allo xenomorfo gli sia stata fondamentale per dare vita ad Alien: Romulus. Nel dettaglio, il regista ha affermato che:

“Alien: Isolation è stato ciò che mi ha fatto capire che Alien potrebbe davvero essere ancora terrificante e ben fatto. Ho giocato al videogioco qualche anno dopo la sua uscita e Man in the Dark stava per arrivare al cinema. […] All'epoca mi sono detto: "Ca*zo, se potessi fare qualcosa, mi piacerebbe lavorare ad Alien e spaventare di nuovo il pubblico con quella creatura e quegli ambienti". Mentre giocavo mi rendevo conto di quanto potesse essere terrificante Alien con quelle atmosfere”

Come se non bastasse, Alien: Isolation ha influenzato Fede Alvarez anche in un altro modo. Nel gioco di Creative Assembly, infatti, è possibile salvare la partite tramite appositi telefoni sparsi per tutta la stazione spaziale. Questi telefoni, però, avevano anche la funzione di caricare d’ansia il giocatore, facendogli intuire che di lì a poco sarebbe accaduto qualcosa di potenzialmente molto pericoloso. Il regista uruguaiano ha deciso di omaggiare questa struttura inserendo in Alien: Romulus gli stessi telefoni e dando loro una funzione molto simile. Evitiamo di entrare nel dettaglio per non rovinare l’esperienza a coloro che non hanno ancora avuto occasione di vedere il film, ma si tratta di un easter egg davvero riuscito e divertente. Un easter egg che non fa che confermare l’importanza di Alien: Isolation per Fede Alvarez.

ALIEN: ROMULUS, LA GIUSTA RIPARTENZA PER IL FRANCHISE

Il primo Alien è senza dubbio uno dei film migliori in grado di mescolare horror e fantascienza. Un pezzo di storia del cinema che ha stabilito degli standard, impossibili da ripetere negli anni successivi. Persino Aliens - Scontro finale costrinse James Cameron a prendere una direzione differente, più votata all’azione che al puro terrore. La saga negli ultimi anni si era effettivamente arenata, senza riuscire a trovare una chiave per ripartire degnamente. Con Alien: Romulus, grazie anche ad Alien: Isolation, sembra che questa strada sia stata trovata. Sia chiaro: non si tratta di un punto di arrivo, bensì di un punto di partenza. Dopo aver recuperato l'atmosfera originale è ora il momento di sperimentare, nel tentativo di trovare un nuovo modo non solo di emozionare, ma anche di stupire il pubblico. Un pubblico affamato di nuove storie con protagonista il letale xenomorfo e la perfida Weyland-Yutani.

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