Age of Empires II: Definitive Edition è la lampante dimostrazione che certi videogiochi non invecchiano mai | Speciale
La Definitive Edition di Age of Empires II, pubblicata proprio in questi giorni su PC, pur non apportando chissà quali novità, ha avuto e ha il grande pregio di dimostrare come la creatura di Ensemble Studios sia tutt’ora godibilissima
Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".
Laddove al capostipite sono legati ricordi ancestrali, luoghi della memoria lontani almeno quanto lo sono le imprese storiche rievocate nel gioco stesso; se il terzo capitolo ufficiale e il modesto Mythology non furono in grado di riproporre con la stessa caparbietà il feeling unico della saga; Age of Kings è a tutti gli effetti l’iterazione attorno al quale si accordano i pareri non solo di chi ebbe il piacere di giocarlo all’epoca della release originaria, ma anche di tutti coloro che lo scoprirono solo in seguito, consigliati da qualche amico o semplicemente incuriositi dalla fama di cui godeva il titolo.
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Rigiocare ad Age of Empires II oggi, su PC che vantano potenze mostruose rispetto a quelli che per la prima volta si sobbarcarono l’onere e l’onore di processare il codice che componeva l’originale visione di Ensemble Studios, significa imbattersi in un RTS quanto mai moderno, attuale, divertentissimo.
Perché lo stile sopravvive al tempo
Per gli RTS il susseguirsi di generazioni di hardware influisce sulla scaltrezza dell'intelligenza artificiale, sulle potenziali dimensioni della mappa, sul numero di unità visualizzabili contemporaneamente sullo schermo. Per la grafica, solitamente, è un capitolo a parte, visto che scenari e personaggi stilizzati, o abbozzati, sono più che sufficienti per rappresentare al meglio l'azione vera e propria. In questo senso, Age of Empires II già all'epoca della sua uscita originaria era relativamente stupefacente, con modelli poligonali dettagliati e ambientazioni ben caratterizzate. Oggi l'impatto generale è certamente inferiore, ma grazie ai livelli di zoom, grazie alla gestione delle ombre con i settaggi grafici impostati al massimo, siamo tutt'ora di fronte a uno spettacolo che si lascia guardare. Come se non bastasse, l'art design è tutt'ora godibilissimo ed efficace a rendere l'interfaccia comprensibile anche ad uno sguardo fugace.
Perché ci sono piccole e grandi novità che lo rendono nuovo anche ai fan della prima ora
Le novità introdotte in questa riedizione non sono moltissime, ma ci sono. L'interfaccia, tanto per cominciare, fornisce ancora più informazioni senza per questo rendere caotica la schermata. Dalle tecnologie in sviluppo, alle unità che si stanno formando all'interno degli edifici preposti, icone poste ai lati dello schermo informano l'utente sullo stato di avanzamento di potenziamenti e ampliamento dell'esercito. Inoltre, sono state inserite tre nuove campagne, e altrettante civiltà inedite, oltre alle missioni sfida, che vi aiuteranno ad affinare le vostre strategie in livelli dalla notevole difficoltà.
Perché resta il modo migliore al mondo per imparare qualche nozione di storia
C'è un motivo ben preciso se sappiamo con certezza chi fu William Wallace. Non ce ne voglia Mel Gibson e il suo bellissimo Bravehart - Cuore Impavido, che resta indiscutibilmente un capolavoro del cinema, ma se conosciamo le imprese del guerriero scozzese lo dobbiamo soprattutto alla campagna-tutorial di cui fu indiscusso protagonista. Allo stesso modo, le poche nozioni ancora note su Giovanna D’Arco e Rodrigo Díaz de Bivar, detto El Cid, nono sono certo il frutto degli studi compiuti in gioventù, quanto la diretta conseguenza di notte insonni passate nel tentativo di avere la meglio sugli eserciti nemici.
Perché il multiplayer è ancora dannatamente divertente
Per i neofiti non sarà affatto facile iniziarsi al complesso multiplayer del gioco. Il motivo? Molto semplice: ci sono giocatori attivi da anni, che affinano le loro tecniche e strategie da quando il gioco è stato pubblicato la prima volta, autentici mostri di bravura che raderanno al suolo il vostro accampamento in men che non si dica. Eppure, superato l’ostacolo iniziale, magari dopo essersi fatti le ossa superando con successo le campagne del single player, rimarrete estasiati da un RTS così dannatamente eccitante ed assuefacente, frutto di un lavoro di bilanciamento decennale tutt’altro che superato.
Perché non ci eravamo ancora stancati di ascoltare la colonna sonora
Tra una lenta guerra di logoramento e l’altra, a furia di accumulare ore di gioco con Age of Empires II, abbiamo finito per conoscere ogni nota musicale che compone la colonna sonora del gioco. Sebbene in questa Definitive Edition la OST sia stata opportunamente riarrangiata, cancellando per sempre le sonorità MIDI d’un tempo, da ascoltare è tutt’ora un piacere incredibile, capace di sprigionare infiniti ricordi tra i più vecchietti, in grado di intrattenere più che decorosamente i neofiti.