Acque profonde: quando il gioco erotico uccide, anche se ha le facce di Ben Affleck e Ana de Armas

Acque profonde funziona sulla carta ma non trova il giusto piglio sullo schermo anche per colpa della chimica strana tra i due protagonisti

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Un applauso al ritorno di Adrian Lyne al thriller erotico con Acque profonde. Il regista di 9 settimane e ½ e Attrazione fatale arriva come un guerriero solitario in quest’epoca di coppie insipide che si amano al cinema ma non fanno l’amore. Rischia molto sullo sguardo: si rimbalza di qua e di là tra il male gaze che si inchioda sulla bella Ana de Armas, e prova anche la via del femminile affidando a lei il ruolo che nel cinema di qualche decennio fa sarebbe stato da uomo. Ovvero un personaggio che affascina e non deve chiedere nulla. Anzi, si prende tutto quello che vuole: gelosia del marito, una buona fortuna economica, ma soprattutto amanti del passato e altri affascinanti e più giovani di lei.

Tributiamo un altro applauso per come il cercarsi erotico dei due protagonisti non sia mai seguito da un giudizio con il ditino alzato a mo’ di rimprovero. Di questi tempi è un miracolo. Lyne li lascia fare sperando che nel loro tira e molla possano ritrovare un po’ di vitalità. Perché questo thriller erotico non ha dentro alcuna passione. Anzi, è spento da migliaia di complessi. Forse è la penna di Sam Levinson, la mente dietro a Euphoria, che anche lì scriveva l’incontro di corpi in questo modo. Nella serie HBO almeno sudano, fremono, si desiderano tanto da volersi fare del male, ma poi l’atto sessuale è quasi una riproduzione meccanica di movimenti molto meno memorabili di tutto quello che l’ha preceduto.

Questione di distanza

Così anche in Acque profonde la passione esplode di più quando i personaggi sono distanti che quando sono in intimità. Perché è di questo che parla il film: della ricerca di una nuova forma di piacere nella coppia derivante dalla privazione. Un po’ come quando si è sott’acqua da troppo tempo (l’istituzione del matrimonio?) e manca ossigeno. Quando si ritorna in superficie c’è un leggero sollievo: quello di essere sopravvissuti. E un leggero senso di piacere: l’aria che entra nei polmoni.

Per Vic Van Allen e sua moglie Melinda la vita di coppia è una routine di perbenismo e interazioni sociali obbligate che soffoca le loro perversioni e le mette sotto pressione fino a farle esplodere in qualcosa d’altro. Qui gli applausi possono calare. Perché nonostante la buone intenzioni Acque profonde è un po’ un disastro. Perché sventola senza timore il cartello “sono un fratello minore di Gone Girl!”. Inquadra Ben Affleck allo stesso modo (o è lui a non riuscire a cambiare personaggio?). 

Solo che il film di David Fincher è (anche) un libro che si legge dalla prima pagina fino all’ultima e dall’ultima alla prima. Cioè è talmente ambiguo e gioca così tanto con il doppio da essere ribaltabile. Gone Girl è fatto di prospettive a cui si fatica a dare una lettura certa. Acque profonde no. È un film più dritto e diretto di quanto voglia far credere.

Dove stanno i problemi di Acque profonde?

La colpa non è di Lyne, ma di Affleck e de Armas. Perché il regista ha capito benissimo l’attrazione tra i due. Addirittura sembra che abbia costruito l’intero film dopo averla notata e solo per poterla filmare. E noi lo accettiamo anche. Però una coppia - e così anche un film - non si regge solo su un elemento luminoso, ma su quello e sul suo opposto. Gli sguardi funzionano, rendono bene la voglia di saltarsi addosso che hanno pur non esprimendola nel sesso, però non funzionano i momenti di litigio.

Quando i due attori non riescono a rendere appieno quello che c’è in sceneggiatura allora si usa un piccolo trucco: gli oggetti. Si tocca qualcosa, ci si lava i denti, ci si muove di qua e di là. Però in questo caso si va veramente a vuoto ed è fastidiosissimo e fintissimo. Allora Acque profonde diventa un poema sull’ambiguità della coppia senza avere due poli di uguale forza. Un problema che affossa tutto quanto di buono costruito.

Acque profonde

Dinamiche di coppia

Vic e Melinda stanno insieme. Ci provano per lo meno. Lo fanno concedendosi spazi molto larghi come per evitare di castrarsi a vicenda. Sono una coppia aperta dove però uno dei due vive malissimo questa apertura. O forse è un problema di entrambi? 

Consciamente sanno che la loro scelta nella relazione è fatta per permettere all’altra persona di sperimentare senza temere il giudizio esterno. La copertura della famiglia felice con bambina è una maschera sociale che permette a Melinda di fare giochi di seduzione che, se non fosse sposata, apparirebbero tutt’altro che innocenti. Ovvero: lei come donna sa quello che penserebbero di lei gli osservatori casuali se la vedessero flirtare con tutti quegli uomini. Una donna facile, un’arrampicatrice sociale con poco cervello. Invece lei ha un anello al dito e questo cambia tutto. Perché per chi guarda lei non seduce, ma viene sedotta. Illude gli uomini di essere in potere. Infatti Vic viene ammirato per la pazienza con cui accetta che le persone ci provino con lei. Non viene mai compatito per quanto sia messo da parte dalla moglie. Un win-win.

Vic è un animale. Cioè tra la parte razionale e quella istintiva ha lasciato vincere la seconda. Ha inventato droni che possono uccidere migliaia di persone, ma non gli importa. Perché la sua azione è solo quella di creare l’arma, l’uso che se ne fa non è affare suo. Lui quindi non si identifica con nessuno al di fuori di sé. Semmai sono questi altri che vengono piegati per il suo personale e intimo piacere.

Perché senza gli uomini che Melinda seduce, Vic non potrebbe essere il più forte. Nella sua perversione è lì il momento di massimo godimento. Non l’andare a letto con sua moglie, ma sapere che lui è ancora l’uno, quello più forte che è arrivato a lei.

È un peccato quindi che ci sia così tanta attrazione solo nei momenti più banali, ovvero quando i due si piacciono. Perché la storia che si racconta in Acque profonde è un’altra: non certo quella di un tira e molla di coppia. È piuttosto un lungo gioco erotico dalla durata di svariati omicidi. Si allontanano per potersi desiderare di più e dimostrarsi cosa farebbero l’uno per l’altra. Anche uccidere!

Sarebbe stato bello se questo film l’avessimo visto anche nei corpi e nei volti dei due protagonisti. Invece è rimasto nella scrittura della sceneggiatura, sotto troppi imbarazzi, troppe lumache e corse in bicicletta e sotto uno dei peggiori titoli di coda che la storia del cinema abbia avuto l’onore di ospitare.

E voi cosa ne pensate? Vi ricordiamo che Acque profonde è disponibile su Amazon Prime Video.

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