A Plague Tale: Innocence e le altre avventure vissute mano nella mano

Quando in un videogioco, come in A Plague Tale: Innocence, si procede insieme a un altro personaggio, si crea una speciale alchimia, come vi sveliamo nel nostro speciale

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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A Plague Tale: Innocence, per quanto imperfetto, non è certamente un gioco che lascia indifferenti. Grazie ad un contesto narrativo solido, una ricostruzione storica convincente, nonché un cast di protagonisti ben caratterizzati, la creatura di Asobo Studio, pur non essendo adatta a qualsiasi palato, è certamente un’avventura carica di fascino, che farà la gioia di chi è alla ricerca di esperienze particolari, dove il focus è puntato sulla trama.

Più di ogni altra cosa, ad emozionare l’utente è certamente il delicato, controverso e difficile rapporto che si instaura e si evolve tra Hugo la sorella protagonista della vicenda, quasi due sconosciuti all’inizio del gioco, costretti a conoscersi e ad amarsi affrontando innumerevoli difficoltà.

La simbiosi che viene a crearsi tra i due è la molla che anima buona parte del gameplay, un ulteriore fattore da considerare quando si tratta di sgattaiolare alle spalle delle guardie, tenendo per mano un bambino che, per forza di cose, rallenta la coraggiosa Amicia e, spesso, la costringe a non lasciarlo per troppo tempo da solo, in quelle rare occasioni in cui i due sono costretti a separarsi.

Non è la prima volta, tuttavia, che nei videogiochi ci troviamo a dover fare i conti con un personaggio da difendere a tutti costi, debole e fisicamente limitato, che va non solo accudito, ma letteralmente accompagnato e guidato passo dopo passo.

Di seguito, trovate una breve lista di altri giochi, oltre a A Plague Tale: Innocence, che ci hanno posto di fronte alla stessa, cavalleresca, esigenza.

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