A Hollywood c’è un molestatore che si spaccia per il regista di Loving Vincent
Hugh Welchman, regista di Loving Vincent, ha subito un furto di identità. Un uomo chiama attrici a suo nome e le molesta per una parte
Tutto inizia a Maggio quando l’agente di Hugh Welchman il regista di Loving Vincent (e vincitore dell’Oscar come miglior cortometraggio per Pierino & il Lupo, film del 2006), riceve un’email da un’attrice. La donna sostiene di essere stata chiamata da un uomo che finge di essere Welchman. La mail non destò particolare preoccupazione, tanto che l’agente non avvisò nemmeno il regista. A settembre però un’altra attrice, a lui sconosciuta, lo attaccava su Instagram descrivendolo come un predatore. Infastidito Welchman blocca la donna sul social network e ne parla al suo agente venendo a scoprire il precedente caso.
Ma come è stato possibile?
Apparentemente il furto di identità non ha lo scopo di estorcere del denaro, ma ha una natura puramente sessuale. Il modus operandi si è ripetuto simile in tutte le occasioni.
Inizialmente l’uomo raggiunge direttamente la vittima al telefono dicendo di essere “Hugh” e di volere proporre un ruolo nella produzione del suo nuovo film. Se l’interlocutrice era dubbiosa sull’identità del presunto regista, egli la invitava (a volte con violenta insistenza) a guardare il trailer di Loving Vincent. Mentre scorrono le immagini il truffatore racconta aneddoti sulla lavorazione del film, come l'ha realizzato utilizzando la particolare tecnica del rotoscopio e così via.
Una volta stabilito il rapporto di fiducia con la vittima il falso Welchman inizia a parlare del ruolo che vuole assegnare, e a discuterne i dettagli.
Tra le sue vittime che hanno testimoniato alla polizia vi sono le stand-up comedian Kaitlin Mamie e Kyle Ocasio, e l’attrice Alexis Capozzi. Tutte e tre hanno raccontato che, dopo lunghe discussioni e chiamate (spesso lunghe ore), l’uomo le ha gradualmente invitate a praticare una sessione di meditazione al telefono per rompere le barriere e lavorare sulle “energie”. Il tutto con la scusa della preparazione per il ruolo, ovviamente.
Man mano che procede il colloquio\meditazione l’uomo inizia ad andare nel privato, chiedendo dettagli intimi e invadenti. Supposizioni sullo stato del matrimonio della vittima (“so che sei infelice”) e allusioni sessuali varie. Spesso l’uomo diceva alle interlocutrici di “sentire” che erano state violentate o molestate in passato e di percepirlo dalla loro energia nel corpo. Quando le vittime si dichiaravano a disagio l’impostore rispondeva sostenendo che fosse tutto normale, per fare uscire la “voce interiore” per il film.
Molte vittime a questo punto hanno chiuso ogni contatto. Altre hanno accettato di connettersi in videochiamata con l’uomo. Ovviamente la videocamera del falso regista era sempre spenta per via di un “malfunzionamento”. Nessuno ha visto il volto dell’impostore. Egli diceva che, per il film, dovevano sentirsi a loro agio senza vestiti, dal momento che il pubblico europeo (dove sarebbe stato prodotto il film) non è così pudico riguardo alla nudità. A quel punto chiede di mostrare un bikini e di indossarlo.
Come mai proprio Hugh Welchman?
Non è chiaro perché sia stato scelto proprio Welchman come vittima del furto di identità, ma è probabile che non ci sia una vera e propria ragione. Il suo è un nome particolare, non sufficientemente noto ad Hollywood, ma neanche sconosciuto.
La sua carriera con un Oscar vinto e una nomination per il lungometraggio e un film di successo alle spalle, ma lontano dai riflettori, lo rende una figura affidabile e sufficientemente oscura da essere credibile. Inoltre il fatto di avere vinto premi importanti lo mette in una posizione di potere e di ricatto.
La polizia di Los Angeles sta indagando sul caso cercando di rintracciarlo. Ma le informazioni sulle chiamate, l’indirizzo IP e l’account Skype non hanno ancora portato a scoprire il colpevole. Resta però l’amaro di una vicenda che ha riportato ancora una volta agli onori della cronaca casi di molestie e di abusi. Welchman ha dichiarato: “ovviamente la vicenda è molto dolorosa per me perché riguarda la mia identità, ma lo è ancora di più per le donne che egli cerca di dominare e di sfruttare”.
Fonte: Hollywood Reporter