8 cinecomic superati dai propri autori, da vedere insieme alla Justice League di Zack Snyder

Non solo Zack Snyder's Justice League: ecco altri 8 titoli di cinecomic superati, stravolti e scavalcati dai propri registi

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Zack Snyder è finalmente riuscito a imprimere il proprio marchio personale sulla sua Justice League. È il punto di arrivo di una lunga campagna condotta online per potere dare voce al regista. Zack Snyder’s Justice League è quindi un significativo caso di studio che potrebbe scuotere nel profondo i metodi produttivi degli studios.

Fare un film è un processo collaborativo: la visione del regista deve essere approvata e finanziata dalla produzione. Sono pochi gli autori a detenere tuto il potere sul montaggio finale. Si pensi che anche capolavori indiscussi (come Blade Runner, ad esempio) sono stati tolti dalle mani del regista per essere rimaneggiati. Non sempre questo è un male. A volte la visione più “commerciale” dello studio aiuta anche la riuscita artistica del film. Altre volte invece arrivano sul grande schermo delle opere totalmente figlie della visione del regista.

Abbiamo selezionato 8 cinecomic che, nel bene e nel male, sono stati superati dal carisma dei propri autori.

Hulk (di Ang Lee)

Per qualcuno l’Hulk di Ang Lee è un imbarazzante inciampo nella carriera del regista taiwanese. Per altri è invece un felice esempio di sperimentazione con la forma del cinecomics. Diversamente dall’impronta seriosa della Justice League di Zack Snyder, l’Hulk di Ang Lee è giocoso e sfrenato. Le immagini e il montaggio si piegano all’estetica del fumetto. Picture in picture, una sovrapposizione a griglia delle immagini, le luci morbide, la stravaganza del suo protagonista, fanno di Hulk un unicum nel mondo del cinema a fumetti. Una visione grezza, non limata, che forse lo rende più prezioso (o più sbagliato).

Scott Pilgrim vs. the World

Un film invece totalmente riuscito e che solo Edgar Wright poteva girare: Scott Pilgrim vs. the World. Tra fumetto, cinema, musica e videogioco, la trasposizione dell’opera di Bryan Lee O’Malley brilla per originalità e coerenza con gli intenti. È un film totalmente figlio della grammatica del suo regista. Ne eredita il ritmo di montaggio, le idee ad ogni inquadratura, una fotografia inconfondibile che l’hanno fatto diventare uno dei pochi cult contemporanei.

Cinecomics sin city

Sin City

Siamo molto vicini alla Justice League di Zack Snyder. In Sin City Frank Miller e Robert Rodriguez vedono una possibilità estetizzante, dove l’aspetto visivo è preponderante rispetto alla trama o allo sviluppo dei personaggi. Un cinecomic fatto in punta di china, dove le shilouette immerse nel nero ricordano proprio le tavole di Miller. Tutto viene sparato al massimo: i suoni sono avvolgenti, le voci fuori campo che raccontano i pensieri dei personaggi trasportano lo spettatore in un film clamoroso, invecchiato molto sotto il peso dei seguiti e degli emuli (The Spirit, sempre di Frank Miller). Fu l’iniziatore di quella corrente di pensiero secondo cui, per trasporre il fumetto su pellicola, se ne può riprodurre fedelmente l’aspetto visivo. 

Thor: Ragnarok

Thor: Ragnarok è la risposta alle seguenti affermazioni: “i film Marvel sono tutti uguali” e “non ci sono autori nei Marvel Studios”. Il terzo capitolo del Tonante è un film di Taika Waititi e solo in un secondo luogo dei Marvel Studios. Devia completamente dall’epica shakespeariana dei precedenti due, trova un umorismo peculiare del regista neozelandese e segna un punto di non ritorno per il personaggio. Come per Zack Snyder’s Justice League, anche questo si sarebbe dovuto intitolare Taika Waititi’s Thor: Ragnarok.

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Joker

Il film impossibile. Voluto dallo studio, ma al contempo temuto e sabotato. Joker di Todd Phillips è la personale rielaborazione di Taxi Driver fatta da un regista di commedie prestato alla tragedia. Lontanissimo dalla forma del cinecomic, il discusso film è però figlio di una visione coerente dalle altissime ambizioni artistiche. Non sarebbe uscito in questo modo senza l’originale approccio del regista al materiale di partenza.

Il cavaliere oscuro ex aequo con Batman - Il ritorno

Christopher Nolan e Tim Burton, rispettivamente per Il cavaliere oscuro e Batman - Il ritorno, sono due nomi che fanno eco a due Batman completamente diversi. Uno realistico, terreno, l’altro espressionista. È incredibile come le avventure del giustiziere di Gotham riescano ad essere una tela bianca per i registi che vogliono dipingere la propria idea. Nel bene e nel (molto) male persino Joel Schumacher ci riuscì.

Logan - The Wolverine

Tentativo uno: fallimento. Tentativo due: anche; ma si intravvede qualcosa di buono. Tentativo tre: successo clamoroso. Bisogna ringraziare James Mangold per Logan - The Wolverine: un western atipico ambientato in una distopia. Un film anziano, dolente, che si avvia al tramonto, ma anche di una crudezza che sembrava impossibile prima di questa grande intuizione del regista.

unbreakable

Bonus: Unbreakable

Non un vero e proprio cinecomic (non è tratto da un fumetto), ma un film sui fumetti. Unbreakable è Shyamalan al suo meglio, è un’interpretazione originale e insuperabile ancora oggi. Un progetto che viene dal cuore del suo autore, uscito esattamente come desiderava: con un terzo atto contrario a qualsiasi logica commerciale e pienamente inserito nella cifra stilistica dell’autore. Insuperabile.

Cosa ne pensate della Justice League di Zack Snyder? Fatecelo sapere nei commenti!

Articolo ispirato da: Comicbook

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