500 lire - Sunset Riders

Con 500 lire alla riscoperta di Sunset Riders, run and gun western popolarissimo in sala giochi

Un giorno troverò qualcosa di interessante da scrivere qui dentro.


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Solo Konami poteva unire il run and gun al western, persino ampliando, al tempo, la portata blastatoria di un Contra che solo due anni più tardi, nel 1992, avrebbe messo la quarta, con l'arrivo su SNES del terzo capitolo della serie. Intendiamoci, il Contra originale era, al tempo, un capolavoro, ma di azione in Sunset Riders, perché questo è il videogioco arcade del quale stiamo parlando, ce n'è molta di più, nonostante le diverse ambientazioni.

Konami, detto educatamente, se ne frega altamente degli stilemi di un genere cinematografico che a fine anni '90 era da considerarsi bello che morto e ne tira fuori qualcosa di concettualmente distantissimo, perché vanno bene le sparatorie, ma il run and gun è decisamente troppo, prende alla lettera la frase ricorrente “volavano proiettili”. In effetti i proiettili volano attraverso lo schermo, li si vede bene, lenti e veloci, piccoli e grandi, e occorre schivarne tantissimi per procedere attraverso i livelli che compongono il gioco. Sunset Riders è western solo nell'ambientazione, ma è talmente caciarone e persino kitsch nell'estetica (gli abbinamenti cromatici dei vestiti dei protagonisti sono allucinanti) da risultare trash. E' un meraviglioso western trash, meraviglioso perché è un gioco clamoroso.

Di quell'azione raccontata sopra occorre avere una prova reale, per rendersi conto di quanto puro spirito run and gun risieda nel gioco. Messi di fronte al cabinato di Sunset Riders si veniva letteralmente risucchiati da una formula ludica semplice ed incredibilmente leggibile, al contrario di altre produzioni da sala che lasciavano morti dopo pochi secondi, senza lasciare nemmeno capire cosa fosse successo. Il gioco di Konami non è facile, è, cosa strana per un titolo arcade, molto corretto, nel senso che rende chiarissimo al giocatore cosa fare: primo, sparare, secondo, saltare, ma è il modo di leggere l'azione che fa la differenza, per farla chiara non si finisce mai ad evocare i santi per essere finiti sotto una doccia di piombo dalla quale non c'è scampo. Fa la differenza, in tal senso, la provvidenziale scivolata, che subito il giocatore identifica come elemento salvifico.

"Sunset Riders è un videogioco dalla giocabilità assoluta, eccellente nelle basi del genere di appartenenza"

Sunset Riders è quindi un videogioco dalla giocabilità assoluta, eccellente nelle basi del genere di appartenenza, ma ha anche altre frecce al suo arco, come una inaspettata varietà: correre sul dorso di mandrie di vacche, galoppare a perdifiato a lato di un treno in corsa e persino salirci sopra, facendo ben attenzione non solo ai nemici, ma anche agli ostacoli, muoversi tra pericolosi rilievi montuosi sono solo alcuni dei momenti che il giocatore vive nei panni di uno dei quattro cowboy protagonisti del gioco, da solo o insieme a tre amici, perché il cabinato ha ben quattro postazioni.

[caption id="attachment_163173" align="aligncenter" width="600"]Sunset Riders screenshot Sunset Riders - screenshot[/caption]

Di Sunset Riders esistono anche, in realtà, due conversioni per console. Una per SEGA Mega Drive, terribile, che castra il gioco, riducendolo a quattro livelli e due personaggi, una decisamente migliore, per SNES, dalla qualità grafica leggermente inferiore all'originale ma fedele per contenuti (salvo l'assenza di indiani, bizzarramente politically correct). La versione arcade rimane però la migliore, quella che ha ben meritato le innumerevoli 500 lire inseritevi.

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