5 modi differenti per giocare a Resident Evil 3 | Speciale

Non c’è un modo giusto o sbagliato di giocare a Resident Evil 3, ma è sicuramente un survival horror che si presta a diverse tipologie di fruizione

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


Condividi

C'è un modo corretto o semplicemente migliore per giocare a Resident Evil 3? Ognuno di noi ha un proprio stile di gioco ben definito, un modo individuale di concepire la fruizione videoludica certo non sorda a stimoli esterni, influenzata dal genere a cui si approccia, predeterminata dalle aspettative che possiamo nutrire per il titolo di turno. Difficilmente completeremo un’avventura due volte allo stesso modo, è raro che un nostro amico adotti tecniche e strategie identiche alle nostre.

Del resto, non saremmo tanto attratti dai videogiochi se non ci permettessero un profondo controllo sull’esperienza, un’interattività che si traduce in una totale personalizzazione su cosa e soprattutto sul come compiamo ogni azione richiesta per il completamento degli obiettivi proposti.

Con Resident Evil 3, qui la nostra recensione, è la stessa cosa, con la differenza che parliamo di un gioco che si presta particolarmente ad essere vissuto in modi differenti a seconda di che tipo di giocatore siamo, o di come vogliamo goderci la fuga da Raccoon City. Tra sbloccabili di ogni genere e documenti da reperire esplorando attentamente gli scenari, scopriamo insieme quale sia il modo migliore per fruire della produzione Capcom, in base allo scopo che si vuole raggiungere.

Lo speed runner, per punteggi da paura

Non è un mistero: Resident Evil è una saga che vi giudica continuamente. Numero di salvataggi, le volte che siete morti, ma soprattutto tempo impiegato per completare l’avventura. Da questo punto di vista non c’è alcun dubbio: bisogna fare in fretta, senza perdersi in fronzoli, puntando dritti alla successiva location. Non bisogna fermarsi a raccogliere tutto, né potrete sconfiggere ogni zombie presente nello scenario. Risolvete solo gli enigmi imprescindibili e fate di tutto per stare sotto le due ore complessive.

Il completista, perché il blu è un colore più bello del rosso

Resident Evil 3 ha fatto un bel regalo a tutti coloro che hanno l’ossessione per il completamento dei giochi al 100%. La mappa, difatti, segnala puntualmente l’eventuale presenza di ulteriori oggetti da recuperare in ogni area di gioco. Il colore rosso significa che dovete ancora raccogliere qualcosa nella zona di riferimento. Blu vuol dire che potete proseguire senza alcun indugio. Non solo documenti, ma anche munizioni, piante curative, item fondamentali per risolvere qualche enigma. Se volete accumulare ogni oggetto preparatevi a continui viaggi verso il deposito, così da svuotare l’inventario, e a passare rasenti a qualsiasi superficie, pronti ad impartire il comando per la raccolta degli item.

Il titubante, perché non morire d’infarto è la priorità

Resident Evil 3 tiene alto l’onore della saga quanto a terrore che può infondere nell’utente e salti sulla sedia che vi farà compiere. Tra zombie che sbucano dalle zone d’ombra e Nemesis che non perderà occasione per braccarvi ripetutamente, per i deboli di cuore non sarà affatto un’esperienza facile. Se i nostri 10 consigli per non farsela nei pantaloni non vi fossero bastati, in barba al punteggio finale che otterrete, la regola di base da seguire è solo una: mai più di dieci passi ogni trenta secondi. Ne guadagna anche la criticata longevità del titolo, tra l’altro.

L’amante del rischio, perché lo stile ha pur sempre la sua importanza

L’introduzione della schivata ha reso Resident Evil 3 un capitolo particolarmente votato all’azione. Per molti appassionati al genere, è stata la scusa per rendere Jill una sorta di Bayonetta all’acqua di rose, con il conseguente bullet time che si attiva automaticamente dopo un’elusione perfetta utilizzato sia per risparmiare munizioni preziose, sia per abbattere con maggior efficacia ogni nemico, sia, soprattutto, per fare sfoggio delle proprie abilità con il pad. Non sarà Devil May Cry, ma non sono pochi quelli che hanno deciso di affidare ogni strategia offensiva sul potere della pur rischiosa schivata.

Rambo, tanto i proiettili abbondano

Un'altra caratteristica che ha avvicinato il remake di Resident Evil 3 al genere degli action consiste nella relativa abbondanza di munizioni, soprattutto ai livelli di difficoltà più bassi. Non siamo ai livelli di Resident Evil 5, beninteso, ma mai come in questo capitolo potrete rispedire all’inferno ogni singolo mostro che vi si parerà di fronte, non lesinando sul quantitativo di piombo che potrete vomitargli addosso. Del resto, volete davvero condannare il vecchio vicino di casa di Jill a vagare in eterno, costantemente in astinenza da carne umana? Molto più umano piantargli una scarica di proiettili in testa. Meglio ancora se ad abbatterlo ci penserà una bella granata.

Continua a leggere su BadTaste