5 capolavori trash italiani (involontari)
Quando dei registi italiani diventano troppo seriosi, il trash è in agguato. Scopriamo 5 pellicole le cui ambizioni altissime hanno prodotto risultati esilaranti...
Rubrica a cura di ColinMckenzie
5 - Malena di Giuseppe Tornatore
Seconda guerra mondiale, nazifascismo, condizione della donna nel nostro paese, infanzia. Con questi temi, fare un 'filmone' è pressoché obbligatorio. Riuscire però a non sfociare nel ridicolo non è facile e purtroppo per Tornatore il pericolo non viene evitato. Nella pellicola, c'è un classico elemento da trash: ambizioni alte, modalità di racconto bassissime. Impossibile non pensare alle pellicole italiane scollacciate degli anni settanta di fronte alla generosità con cui Monica Bellucci si mostra sullo schermo. Sarebbe bello dire, il Salvatore Samperi di Malizia, ma in realtà sarebbe un paragone troppo alto.
Così come le tante grandi pellicole italiane sulla guerra non vedono certo scalfito il loro posto da questa pellicola, grazie alla superficialità mostrata nel descrivere il conflitto e gli occupanti nazisti. Senza contare una recitazione che è decisamente virata verso lo stereotipo e il macchiettistico...
Decidere di fare un film sul calcio è già pericoloso, considerando che è uno sport che poco si presta al cinema. Decidere di descrivere la vita vorticosa e complessa di Diego Armando Maradona in una pellicola di meno di due ore è decisamente un azzardo e costa caro al regista Marco Risi, che ormai sta facendo di tutto per far dimenticare le sue belle prove iniziali, come Mery per sempre e Il muro di gomma.
D'altronde, i problemi sono chiari fin dall'intenzione di voler raccontare praticamente tutta la vita da professionista di Maradona, quando già soltanto una pellicola sul periodo al Napoli o sull'ultima resurrezione (bloccata) ai mondiali del 1994. Ne deriva una pellicola piena di aneddoti, filmati d'archivio (ma usati male, basta vedere il recente Looking for Eric per vedere come fare un'operazione del genere) e tante frasi a effetto. Momento trash cult: un Marco Leonardi chiaramente imbolsito dal trucco che, più che Maradona, sembra il Ciccio bastardo di Austin Powers...
3 - Eros di Michelangelo Antonioni
Chi scrive, non ama decisamente il cinema di Antonioni da L'avventura (1959) in poi. troppo pretenzioso e falsamente poetiche le storie raccontate dal regista per convincermi, mentre il ridicolo involontario è sempre dietro l'angolo. Basti pensare al mitico "mi fanno male i capelli" di Deserto rosso o alle storie traballanti del penultimo Al di là delle nuvole. Ma nulla in confronto all'episodio Il filo pericoloso delle cose, comparso nel film corale Eros, a cui partecipavano anche Steven Soderbergh e Wong-Kar wai.
Trattasi semplicemente di una storia sconclusionata e senza senso, utilissima comunque per mostrarci tante bellezze nude, impegnate in sottili giochi di erotismo che, più che scandalizzare, annoiano terribilmente. Ma la cosa peggiore è un doppiaggio dilettantesco e assolutamente ridicolo, roba che neanche in un porno da quattro soldi o a un filmino domestico. Incredibile imbarazzo da parte della nostra critica a parlarne come dovuto. Basti vedere questo incredibile pezzo di Maurizio Porro...
Fine prima parte - La seconda uscirà venerdì 6 novembre