40 anni fa alla première di Rocky erano tutti pessimisti... tranne Sylvester Stallone
Esattamente 40 anni fa si svolgeva la storica première di Rocky presso il Paramount Theater di New York
Ed erano soli sul ring.
“Chi pagherebbe mai per andare a vedere un film con uno sconosciuto come protagonista che interpreta un pugile dalla vita modesta e ha una storia d'amore con una ragazza che sembra un brutto anatroccolo?” dicevano quelli United Artists al produttore indipendente che credeva in Sly Irwin Winkler.
Sostanzialmente gli comprarono la sceneggiatura solo per bloccare il film. Poi accettarono di girarlo ma in soli 28 giorni di riprese con un budget sotto il milione di dollari e Stallone pronto a prestare agli altri attori sul set il bagno della sua roulotte in quanto scarseggiavano altri wc.
Winkler ormai aveva ceduto da tempo al fascino di Sly, conquistato dalla tigna di quell'attore sconosciuto e in bolletta, con moglie incinta e non più di 100 dollari nel portafogli, malleabile su tutto ma non su quel personaggio di pugile inspirato dallo sgraziato Chuck Wepner: quella sceneggiatura intitolata Rocky non avrebbe avuto nessun altro attore protagonista se non l'autore stesso. Punto e basta.
Leggenda vuole che la United Artists provò fino alla fine a impedire la realizzazione concreta del film, arrivando addirittura a offrire a Stallone, all'insaputa di Winkler, 250 mila dollari per cedere loro la sceneggiatura e qualsiasi altra velleità artistica. Ma niente. Stallone non andò al tappeto nemmeno in quel momento. Quando cominciarono le riprese di Rocky i soldi erano diventati 950 mila e i giorni di shooting solo 25. E sembrava che dovesse uscire solo in due cinema di due città: Los Angeles e New York.
Dopo quella première di esattamente 40 anni fa Vincent Canby lo stroncò senza pietà sul New York Times. Winkler lesse la recensione e pensò: “È finita”. Lo rincuorò l'attore Peter Falk dicendogli che dopo una visione in sala con il pubblico... lui si era personalmente convinto che il film sarebbe stato un successo.
Aveva ragione il Tenente Colombo.
Dalle stalle alle stelle in men che non si dica dopo quella fredda première: 10 nomination Oscar, 3 statuette portate a casa (Film, Regia, Montaggio), 225 milioni di dollari (dell'epoca) incassati nel mondo e Stallone richiamato di corsa dalla United Artists per un sequel. Ora lo amavano tutti. Ma stavolta era lui quello con il coltello dalla parte del manico ottenendo per Rocky II (1979) un nuovo salario (1 milione), percentuali sugli incassi (5%) e un credit decisivo in più oltre a quello d'attore protagonista e sceneggiatore: regista.
Lo scontro era finito. Avevano vinto Rocky, Sly e Irwin Winkler.