40 anni fa usciva Superman di Richard Donner - Il primo vero cinecomic
Ricordiamo a 40 anni dalla sua uscita il primo vero cinecomic dell'età moderna ovvero il Superman di Richard "Dick" Donner con Christopher Reeve, Maron Brando e Gene Hackman
Super
Un punto di riferimento per Kevin Smith, emozionatissimo quando Jon Peters lo chiamò a scrivere la sceneggiatura di quel Superman di Burton con Nicolas Cage che doveva, in teoria, superarlo in volo dentro l'immaginario collettivo. Costantemente citato da Christopher Nolan come pietra di paragone auspicata durante il suo speech di presentazione di Batman Begins ai produttori della Warner. Considerato il più fortunato adattamento cinematografico dal fumetto prima che i cinecomic rientrassero prepotentemente e continuativamente nella nostra vita dai primi anni del 2000 con Spider-Man (2002) di Sam Raimi, il quale lo considerava il miglior adattamento da striscia mai realizzato. Non aveva avuto un regista che avesse impresso un marchio autoriale ben preciso come nel caso del Batman (1989) di Tim Burton (anche lui era un fan) ma sembrava il frutto del puro gioco di squadra e stratificazione di esperienze e creatività, anche attraverso i vari licenziamenti della travagliata produzione Salkind-Spengler, tipici della tradizione senza personalismi dello studio system di una volta. Fu girato in back-to-back con il suo sequel più di 20 anni prima della Trilogia dell'Anello di Peter Jackson. Lanciò una star che rese umano l'alieno per eccellenza.
Fece credere a tutto il mondo che un uomo potesse volare.
Men
Tanti cineasti si impegnano alla realizzazione del Superman di Richard "Dick" Donner nel momento in cui George Lucas è impegnato a portare a termine la lunga post-produzione di Guerre Stellari. Perché l'ex attore Donner è considerato ancora oggi, in primis da Nolan, Raimi, Burton e Bryan Singer, come il primo vero regista di cinecomic moderni? Perché il suo Superman da fumetti DC Comics non doveva essere "camp" ma "straight". Via perciò quella sceneggiatura lunghissima e delirante di Mario Puzo e dentro in riscrittura David Newman, Leslie Newman, Robert Benton e il fondamentale, ma non accreditato come sceneggiatore, Tom Mankiewicz (pupillo e poi storico collaboratore di Donner). Il regista newyorchese un tempo molto amico di Steve McQueen volle una prima parte di fantascienza divistica meno fantasy di Lucas ma più pop di 2001: Odissea Nello Spazio. Eccoci allora a Marlon Brando corrucciato che saluta il figlio mentre lo spedisce sul Pianeta Terra avvertendolo di non legarsi troppo emotivamente a quelle creature mortali senza alterare il corso delle cose. Come II atto Donner lottò per una bella porzione di Americana ovvero il racconto della fierezza rurale che esalta i nordamericani grazie alla crescita del piccolo a Smallville dove il piccolo Kal-El cresce svezzato da prodigiosi contadini con le facce di Glen Ford e Phyllis Thaxter. Dopo la gravitas cosmica di Krypton e la semplicità campagnola di Smallville ecco la città frenetica del '900 arrivare prepotente nella terza parte del film, quella più mondana, criminale e romantica in cui Kal-El diventa Clark Kent, va a lavorare per il Daily Planet di Metropolis e rimane intrappolato esteticamente da Lois Lane (che bella ancora oggi la spigliata femminilità di una delle protagoniste della vita notturna della New Hollywood Margot Kidder) ed eticamente da Lex Luthor, anche lui memore più di Superman dei discorsi del papà circa l'importanza della terra... più che del Pianeta Terra. È qui che si giocherà tutta la partita con una trovata che potrebbe anche tornare utile in Avengers - Endgame.
Conclusioni
Tutti credettero effettivamente che un uomo (anche piuttosto goffo nella sua versione terrestre tanto che qualcuno lo paragonò al sempre più archetipico come goffo occhialuto ovvero Woody Allen) potesse volare grazie agli effetti speciali ottici supervisionati da Roy Field attraverso classiche corde per decolli e atterraggi, blue screen e proiezioni frontali. Ma quello che piacque molto del film fu la sua chiara metafora biblica (Kal-El come Gesù e papà Jor-El come Dio) che lo collegava ai kolossal biblici I Dieci Comandamenti e Ben-Hur + l'innocenza dello sguardo di Christopher Reeve (praticamente al suo primo film) + il tono leggero ma mai autoparodico come tutta la prova di un Lex Luthor di Gene Hackman spiritoso quanto vuoi ma realmente agghiacciante come villain sterminatore dando la linea al Joker di Jack Nicholson per il Batman di Tim Burton. Arrivarono tre nomination Oscar (all'epoca l'Academy snobbava ancora questo tipo di produzioni a differenza di oggi) e una bella statuetta vinta come Special Achievement Award per gli effetti visivi.
Richard "Dick" Donner non si lasciò affatto bene con i produttori ma insieme a Lo Squalo e Guerre Stellari, ancora oggi, l'esperienza del suo Superman ci ricorda come la lavorazione difficile e solitaria sia spesso per un cineasta la prima possibile avvisaglia di un futuro capolavoro in grado di segnare un'epoca e fornire un modello.