40 anni dall'arrivo di Animal House in Italia: il "cinema po" di John Landis

40 anni fa usciva in Italia Animal House di John Landis con l'indimenticabile John Belushi. Oggi più di ieri rimane un capolavoro assoluto

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21 febbraio 1979

Atterra Animal House di John Landis nei cinema italiani. È un fulmine a ciel sereno. Se l'incasso straordinario è una sorpresa l'anno precedente in Usa (141 milioni di dollari di botteghino a fronte di "soli" 3 di budget), dove la produzione sfrutta due forti tradizioni satiriche radicate nel territorio, nel Belpaese dell'epoca la pellicola arriva come un vero e proprio oggetto non identificato. Perché? Due motivi fondamentali.
Entrambi di New York.

Saturday Night Live & National Lampoon

Il programma tv comico settimanale Saturday Night Live in onda in Usa dall'11 ottobre 1975, da cui proviene uno dei pezzi da novanta del cast di Animal House al secolo John Belushi, non ha alcun tipo di traduzione delle nostre parti un po' come l'antecedente Flying Circus dei Monty Python da cui prende ispirazione. Negli Stati Uniti nel momento in cui va in produzione il film il Saturday Night Live è già un programma comico di culto presso le giovani generazioni tanto che devono esserci nel cast di Landis altri pezzi grossi dello show tv come Dan Aykroyd (nel ruolo di D-Day) e Chevy Chase (nella parte di Otter). In Italia, in un'epoca senza internet o tv satellitare, pochissimi sanno anche solo cosa sia il Saturday Night Live. Motivo numero due: la rivista satirica mensile National Lampoon. Nata ufficialmente ad aprile del 1970 è parimenti ignorata dalle nostre parti come e più del Saturday Night Live. Invece in Usa è un'istituzione nonché patrocinatrice del progetto cinematografico (il titolo originale è National Lampoon's Animal House). Non solo spopola nelle edicole arrivando a vendere anche 1 milione di copie al mese (ottobre 1974) ma poi produce spettacoli dal vivo e strisce radiofoniche dove si sarebbero esibiti i giovanissimi Richard Belzer, Christopher Guest, Gilda Radner, Belushi, Chase, i fratelli Murray (Bill e Brian) + Harold Ramis. Il geniale fondatore e direttore della rivista Doug Kenney è autore con Harold Ramis e Chris Miller della sceneggiatura del film nonché produttore attraverso i fidatissimi sodali del National Lampoon Matty Simmons e Ivan Reitman (sì: il regista di Ghostbusters, papà di quel Jason autore di Juno e futuro regista di Ghostbusters 3). Il povero Kenney, morto prematuramente nel 1980 a soli 34 anni, appare nel film anche come attore mostrificandosi nel ruolo del nerd senza speranza Stork.

Edizioni

Cosa si può dire ancora di questo capolavoro a 40 anni dalla sua uscita italiana? Avevamo un bellissimo doppiaggio perché erano anni in cui lavoravano artisti sopraffini come Mario Maldesi e Roberto De Leonardis grazie ai quali "There, wolf. There, castle" di Frankenstein Junior (1974) diventava "Lupu... ululà e Castellu... ululì". Anni d'oro quando un regista del calibro di Valerio Zurlini si occupava di adattare per noi Il Cacciatore (1978) di Michael Cimino. Animal House non fa differenza. Gran bella edizione con la voce ruvida di Gil Baroni per John Belushi, un astuto Claudio Sorrentino per il Tim Matheson di Otter (fu lui a sostituire Chevy Chase proveniente come altri dal dramma) e un perfido Antonio Colonnello per il villain dei villain Doug Neidermeyer. L'espressione idiomatica sconcissima When the going gets tough the tough get going divenne...

Erezioni

Dedicammo ad Animal House un Bad School mettendolo in relazione alla saga Pitch Perfect in cui Rebel Wilson giocava a fare il John Belushi di Animal House. Il film di Landis è bello come ieri anzi forse ancora di più. Il regista all'epoca 28enne era un borghese fortemente a sinistra (oggi si direbbe radicale) ed infarcì il film di giovani allupati, arguti tentativi di rimorchio, fancazzismo ma anche precise fissazioni ideologiche che non avrebbero mai abbandonato il suo cinema (in fondo si trattava solo del suo terzo film su diciassette lungometraggi fiction finali). È una pellicola di guerra fisica a differenza di quelle che si consumano oggi sul web ma la polarizzazione manichea del presente c'è tutta. Da una parte i buoni del Gruppo Delta e dall'altra i cattivi del Gruppo Omega. Questi ultimi sono degli ultra conservatori repubblicani nazistoidi con riti di iniziazione degni del Ku Klux Klan. Avete dei dubbi circa l'identità politica di qualcuno attorno a voi? Utilizzate Animal House in chiave "lombrosiana" per vedere se quella faccia è più adatta alla simpatica anarchia del Gruppo Delta o all'agghiacciante culto del consenso del Gruppo Omega ed il gioco è fatto. È un escamotage ancora oggi utilissimo. Nella confraternita dei dissidenti del Gruppo Delta è facile riconoscere vari tipi di maschi. C'è l'elegante casanova, il polemista, il responsabile, l'ingenuo, il misterioso e l'animalesco. Quest'ultimo diventerà addirittura establishment in un finale che prende in giro le didascalie sul futuro dei personaggi alla American Graffiti (1973) di George Lucas. Concludiamo con una stranezza che ha sempre incuriosito Landis, cinefilo come pochi e sempre attento a registrare i cambiamenti stilistici e percettivi dentro il cinema nel corso del '900. Quando John Belushi nei panni di Bluto cerca di sbirciare dentro il dormitorio femminile cadendo rovinosamente con la scala... ebbene Landis è colpito dal fatto che quasi nessuno di quelli con cui lui parli abbia capito perché Bluto cada. Trattasi di erezione. Il pene si allunga a dismisura distanziando così il corpo di Bluto dal lato dell'edificio cui si è appoggiato con la scala. Landis è affascinato e frustrato insieme. Gli piaceva molto quella gag, ci aveva lavorato tanto con Belushi per concepirla e poi metterla in scena nel miglior modo possibile ma nessuno la decodifica. Perché? La spiegazione è nel cartone animato. Se Bluto salta con la scala da una finestra all'altra (impossibile nella pratica) con tanto di effetto sonoro marcato, ammicca in camera rompendo la regola della quarta parete e osserva non visto le ragazze mezze nude ansimando come un lupo mannaro, noi pensiamo, inconsciamente o no, al cartone animato ed usciamo dal territorio della commedia adulta sconcia. Se Bluto viene desessualizzato dalla nostra lettura in quanto buffo personaggio onnipotente e immortale (quella caduta con la scala avrebbe spezzato la schiena a chiunque nel cinema realistico) come Willy il Coyote o Stanlio & Olio (fissazione di Landis fin da bambino), allora è molto più spiegabile cancellare il fatto che possa avere una prosaica erezione.
Vedendolo giustamente in quella scena come cartoon fisico... lo eviriamo.

Conclusioni

È un film che, come tutti i capolavori, diventa una formula da replicare. Ma nessuno è John Landis e quindi Animal House rimane unico come l'esempio insuperabile per quanto riguarda il college movie che inventò.
In fondo è il "cinema po" di accezione godardiana ma declinato secondo la poetica di John Landis ovvero cinema politico, popolare... porco. Tranne quella scena con la scala.

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