30 copie per Noi Credevamo? Pure troppe...

La pellicola di Mario Martone avrà una distribuzione limitata, cosa che ha sconvolto il mondo del giornalismo italiano, incapace di capire come funziona il mercato...

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Rubrica a cura di ColinMckenzie

Come solito, quelli che si lamentano (ossia, praticamente tutto il mondo dell'informaziona italica) delle 'sole' 30 copie di Noi credevamo danno il meglio di sé, evidentemente pensando che le copie si stampino gratis (no, costano 1.000 euro l'una, non uno scherzo per film di nicchia), che gli esercenti amino le pessime medie per sala (più copie ci sono in circolazione, meno guadagna il singolo esercente) e che se metti un film in tante sale il pubblico ci va per forza (qui non penso ci sia bisogno di spiegazione). Liberissimo Martone di fare un film per 4 gatti, volutamente lento e che punta al cervello più che al cuore, ma non si chieda alla 01 di svenarsi per promuovere qualcosa che è praticamente 'impromovibile'.

E poi, ritorna il problema del cinema come mezzo per educare le masse, in questo caso magari facendo scoprire ai giovani cosa è stato il Risorgimento. Ma, come giustamente scrive Mauro Donzelli, "Se, come leggo ovunque, il film è stato fatto soprattutto per i giovani per ricordare il Risorgimento (con anche fondi Rai per il 150° anniversario) è stato fatto (per me in maniera mediocre, ma è soggettivo) con un linguaggio che è la cosa più lontana al pubblico di riferimento e contribuisce ad alimentare lo stereotipo della storia come paludata".

In effetti, la speranza ce l'ha anche l'attore Michele Riondino:

Mi auguro che il film arrivi dritto al cuore degli adulti e ai ragazzi".

Certo, sono sicuro che i ragazzi eviteranno commedie e film d'azione per fare la fila per Noi credevamo. Che la confusione sia alta lo dimostrano tanti articoli. Leonardo Jattarelli sul Messaggero (giornale che parla addirittura di 'vergogna' nella recensione a firma Fabio Ferzetti, riferendosi al numero delle copie):

Soltanto 30 sale a partire da venerdì prossimo. Com'è possibile? Quasi un ottavo di una commedia natalizia, un nono di un blockbuster americano".

Veramente, i più forti blockbuster americani e le commedie natalizie escono anche in più di 600 copie, arrivando anche a 800-900 nei casi migliori. Matematica mon amour...

Invece Cinzia Romani sul Giornale scrive:

Noi credevamo che, nei 150 anni dell'Unità d'Italia, con tutti i richiami alla coesione nazionale diramati dal Quirinale e con tutti i soldi erogati al Comitato relativo, fosse possibile convincere centinaia di esercenti a mollare un bel po' di sale, prima di Natale".

Peccato che non ci venga spiegato come, visto che non siamo a Cuba o nella Corea del Nord, si possano convincere degli esercenti a programmare un film a cui evidentemente LORO non credono...

Sul Corriere, si dice:

Che però, da società di distribuzione pubblica (01, Ndr), avrebbe il dovere di sostenere non solo i film commerciali".

A questo punto, inutile sorprendersi se Carlo Degli Esposti, produttore del film, dice:

Trenta copie ci sembrano davvero poche vista l'importanza e la fattura del film".

Insomma, colpe della 01? Al massimo, più che lamentarsi della scarsa diffusione in sala, si potrebbe discutere della scelta di investire 3 milioni di euro in un film del genere. Sarebbe il caso che regista e produttore si ricordassero questo 'piccolo' particolare, visto che hanno un tono da lesa maestà, quando invece dovrebbero ringraziare il cielo che qualcuno abbia sostenuto un prodotto così anticommerciale.

E posso dire che fa impressione leggere tutti questi consensi per un film che a Venezia non ha vinto nessun premio, che è stato accolto senza applausi alla prima proiezione per la stampa e che mi sembra sia piaciuto soprattutto a una ristretta cerchia della critica, seppur importante, molto meno ai giurati più giovani che votavano per il Mouse d'oro, il premio della critica online. E sarebbe il caso di ricordare che al cinema ci vanno i giovani, non i sessantenni...

Vi ricordo che, per segnalarci articoli interessanti, potete scrivere su questo Discutiamone nel Forum Cinema  

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