20 film action da vedere

20 film action da vedere che non possono assolutamente mancare nella vostra collezione di calci volanti e inseguimenti in auto

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La nostra selezione di 20 film action da vedere assolutamente

La parola “cinema”, ci dice la Treccani, è la “forma accorciata (sull’esempio del fr. cinéma) di cinematografo, penetrata largamente nell’uso così da soppiantare quasi interamente il termine originario”. E la parola “cinematografo”, sempre secondo la prestigiosa enciclopedia, deriva “dal fr. cinématographe (nome brevettato nel 1893), comp. del gr. κίνημα «movimento» e tema di γράϕω «descrivere»”. Il cinema, quindi, descrive e racconta la sua storia tramite il movimento. Ecco perché ci sono ottimi motivi per sostenere che l’action sia la forma più pura e incontaminata di cinema.

Ecco anche perché non è facile definire con precisione il cinema action, e perché questa lista di 20 film essenziali per il genere è contestabile da molti punti di vista, anche più di quella che abbiamo creato per l’horror. Abbiamo dovuto fare dei tagli dolorosissimi, ed escludere tutti quei film dove la componente action è sì importante, ma che afferiscono ad altri generi: potrebbe farvi strano non vedere, in una lista di film action da recuperare a tutti i costi, opere come Terminator 2, o Aliens, o persino Matrix, ma anche Il braccio violento della legge (che non è un action pur contenendo una delle migliori sequenze d’azione della storia del cinema). Noi abbiamo fatto il possibile per limitarci all’action più pura e incontaminata: film nei quali il movimento è tutto e le parole servono il giusto.

Battle Royale

Il futuro che racconta è distopico e vagamente fantascientifico, ma è solo la cornice: l’azione è brutale, spietata e realistica, e particolarmente disturbante visto che coinvolge un branco di adolescenti. A metà tra survival movie e action pura, è anche uno dei film più influenti degli ultimi venti e passa anni.

Commando

L’action che arriva a sfiorare la fantascienza e il supereroismo con la sola forza della sua assurdità. In Commando è tutto più grosso di quello che dovrebbe, a partire dal suo protagonista, proseguendo con le sue armi e con la quantità di esplosioni, morte e violenza disseminate nei suoi perfetti novanta minuti di durata.

Crank

Crank è la sublimazione dell’action, il movimento come ragione di vita – letteralmente. Chev Chelios non può fermarsi mai, come uno squalo, perché se smette di produrre adrenalina il suo cuore si ferma. E quindi corre, picchia, spara, squarta, fa sesso, e soprattutto non si ferma mai. È grazie a Crank che abbiamo avuto piccole/grandi gemme come Hardcore!.

Die Hard

Indicato da più parti come l’action movie perfetto, e chi siamo noi per smentire questa ovvietà? Il film di McTiernan ha insegnato a intere generazioni come si gestiscono gli spazi, come si coreografano le sparatorie, come si costruiscono un eroe e un villain e come si gira il perfetto film di Natale. Ne avevamo parlato qui.

Fast & Furious 5

Impossibile non inserire un capitolo della saga action più redditizia di sempre, che abbiamo di recente ripassato qui. La nostra scelta ricade sul quinto capitolo, quello che segna il passaggio del franchise da “film di macchine” a “film di qualsiasi cosa”. La sequenza con la cassaforte per le strade di Rio resta ancora oggi un capolavoro di coreografie e pura creatività, e il punto più alto della saga.

Hard Boiled

Forse non lo sapete ma “action movie” a Hong Kong si traduce con “John Woo”. Ispirato ai film dell’ispettore Callaghan, Hard Boiled è forse l’opera più ambiziosa della prima parte di carriera di Woo, nonché quello che convinse la gente di Hollywood a dargli una possibilità (della quale avevamo parlato qui).

Heat – La sfida

Una guardia e un ladro si inseguono su e giù per le strade di Los Angeles e se ne fanno di ogni, arrivando a rovinarsi la vita pur di riuscire ad affermare la propria supremazia. Contiene alcune delle sequenze action più allucinanti mai concepite da Michael Mann, e due prestazioni stellari da parte di De Niro e Pacino.

I guerrieri della notte

Il più grande action urbano della storia, la versione a calci e pugni dell’Anabase di Senofonte, uno dei film più di culto degli ultimi quasi cinquant’anni. Ne avevamo parlato più approfonditamente qui, definendolo tra l’altro “un film clamoroso per come fa incontrare istanze e ispirazioni alte con il cinema di genere più grezzo, viscerale e respingente”.

I sette samurai

La scelta era tra questo e La sfida del samurai, ma abbiamo optato per il film del ’51 perché potrebbe essere uno dei film più importanti della storia del cinema action (e non solo, ma qui di questo parliamo), un modello anche narrativo che è stato copiato e rimasticato migliaia di volte – per esempio, Roger Ebert sostiene che sia con questo film che è nata l’abitudine di presentare l’eroe in una situazione scollegata dalla trama principale, per mostrarci cosa sa fare.

I tre dell’operazione drago

Il miglior film di Bruce Lee? Probabilmente no, ma ci sono ottimi motivi per affermare che sia il più importante, ed è certo che sia quello che ha incassato più soldi. La scelta di affiancare a Lee due co-protagonisti gli toglie un po’ di screentime, certo, ma dà spazio anche ad altri stili di combattimento, creando un mosaico di botte che è diventato poi ispirazione per centinaia di altri prodotti (pensate solo, uscendo dal seminato cinematografico, a Mortal Kombat).

Interceptor

Interceptor è Mad Max prima che Mad Max diventasse esplicitamente un film di fantascienza post-apocalittica, ed è quindi più legato all’action pura dei suoi successori. Vi abbiamo raccontato la storia di questo “film muto con il sonoro” qui.

John Wick

In una lista piena di maestri è giusto trovare spazio anche per un allievo, soprattutto se ha fatto così tanto bene al genere. John Wick è arrivato come un fulmine a ciel sereno in un mercato ancora saturo delle influenze wuxia di Matrix e dell’abbondanza di effetti speciali dei nuovi supereroi – quei film che secondo Jason Statham “potrebbe fare anche mia nonna” – portando nel mainstream, per la prima volta dopo tanto tempo, combattimenti veri, eseguiti da professionisti e ripresi e coreografati con cura e amore (e zero camera a mano per coprire i difetti). Poi si è un po’ perso dentro sé stesso e la sua mitologia, ma è grazie a John Wick se siamo tornati, ogni tanto, a vedere dell’azione ben girata anche in un film hollywoodiano.

Kill Bill

È sempre difficile incasellare un film di Tarantino in un genere preciso, ma Kill Bill è forse quello che più si presta (insieme a Death Proof). E se il secondo volume esce dai confini dell’action pura per abbracciare quelli più ampi del film di vendetta, il primo è fondamentalmente una sequenza di combattimenti girati con grande amore per le arti marziali e una notevole creatività (merito delle coreografie della leggenda di Hong Kong Yuen Woo-ping, lo stesso tra l’altro di Matrix).

Mission: Impossible

Il primo? O l’intera saga, che abbiamo ripassato per intero qui? La risposta è “scegliete voi”, tanto il punto rimane: con Mission: Impossible, Tom Cruise si è meritato un posto nell’Olimpo dell’action grazie al suo assoluto sprezzo del pericolo e alla sua scriteriata voglia di superare sé stesso stunt dopo stunt. Perché una cosa è immaginarsi una scena pericolosissima e poi trovare scorciatoie per girarla senza rimetterci le penne; un’altra è non battere ciglio e gettarsi davvero da un elicottero con il solo scopo di farci restare con il fiato sospeso.

Ong-Bak – Nato per combattere

Il film che lanciò Tony Jaa, che è ancora oggi uno dei migliori artisti marziali in circolazione al cinema. Il film che fece scoprire il muay thai al resto del mondo. Il miglior film di Prachya Pinkaew, e il suo più grande successo commerciale. Un sottotitolo italiano che, ahinoi, sembra volerlo precipitare a forza negli abissi del direct-to-video: non fatevi ingannare, perché vent’anni dopo la sua uscita Ong-Bak è ancora uno dei migliori action del millennio.

Police Story 3: Supercop

La scelta più logica sarebbe stata quella del primo episodio della saga, che fece fare un salto di qualità notevole alla già soddisfacente carriera di Jackie Chan. Vi segnaliamo invece il terzo episodio per un motivo molto semplice: a Chan si affianca Michelle Yeoh, un’altra che si faceva da sola gli stunt e non aveva paura di rischiare la vita. Il risultato è un film in cui i due si sfidano a chi fa la cosa più pericolosa, come ha ricordato in passato Yeoh in questa intervista. Un consiglio: non ignorate i titoli di coda, che sono un clamoroso dietro le quinte con immagini che fanno sembrare i momenti peggiori di Jackass una festa per bambini.

Rambo 2

“John Rambo” è sostanzialmente sinonimo di “eroe action”, e non poteva mancare in questa lista. Scegliamo il secondo capitolo perché è il primo dove la figura del veterano del Vietnam si manifesta in tutto il suo testosteronico splendore, definendo un’era di personaggi sopra le righe e con proiettili apparentemente infiniti. Ne avevamo parlato meglio qui.

The Raid

Il film action perfetto, o giù di lì: cinque minuti di esposizione, 90 di mazzate, sempre più violente, sempre più intense, sempre più assurde, coreografate e messe in scena da un dio dorato dell’azione e interpretate da alcuni degli atleti migliori dell’Indonesia e ben oltre. Il Die Hard delle arti marziali. Avevamo sbavato parlandone già qui.

The Rock

Dici “azione” e prima o poi ti viene in mente Michael Bay, forse il regista vivente al quale più di tutti si applica la definizione di “divisivo”. The Rock è (o dovrebbe essere, chi lo sa) il suo film che più di tutti mette d’accordo chi lo ama e chi lo odia: è grosso, ma non ipertrofico, è ricco d’azione ma non soffocato, è diretto e montato con il suo classico stile futurista ma più trattenuto, più a bada e al servizio della storia del solito.

True Lies

Quando uscì fu per qualche tempo l’action più costoso della storia, nonché il primo film di sempre a costare più di 100 milioni. L’idea di James Cameron era quella di girare l’action definitivo per puro accumulo: True Lies sfiora le due ore e mezza nelle quali va a esplorare più o meno ogni sfaccettatura del genere, commedia compresa. Venne al contrario poco compreso, e mai riconosciuto per quello che era davvero: per dirla come avevamo fatto qui, “l’alchimia tra le due facce del film è perfetta, come se True Lies fosse stato scritto da Shane Black in incognito: per ogni montaggio sontuoso di esplosioni e inseguimenti e virtuosismi registici c’è una scena brillante e interpretata come se fossimo in un film di Rob Reiner, e ovviamente quando i due estremi collassano per il terzo e ultimo atto True Lies trascende definitivamente verso quel Valhalla popolato dai vari Arma letale e L’ultimo boyscout”. E così abbiamo citato altri due titoli che avrebbero meritato un posto in questa difficilissima classifica.

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