20 cinecomic da vedere
20 cinecomic da vedere per conoscere la storia e l'evoluzione degli adattamenti dei fumetti al cinema, dalle origini fino ad oggi
Dietro alla domanda che ha originato questo articolo “Quali sono i migliori cinecomic da vedere?” va aggiunto un “per…”. Perché ogni lista che si rispetti deve avere una sua funzione, uno scopo. Il primo problema che abbiamo affrontato nella selezione è perciò estremamente pratico. A cosa devono servire questi titoli? Tra le molte scelte ci siamo trovati di fronte a due vie: fare un elenco di film bellissimi tratti dai fumetti, selezionando il meglio del meglio, oppure fare un percorso ragionato per capire lo sviluppo che hanno avuto negli anni.
- Batman (1966)
- Fritz il gatto (1972) diretto da Ralph Bakshi
- Superman (1978)
- Batman (1989)
- X-Men (2000)
- Oldboy (2003)
- Spider-Man 2 (2004)
- Sin City (2005)
- Persepolis (2007)
- Hellboy: The Golden Army (2008)
- Il cavaliere oscuro (2008)
- Watchmen (2009)
- Scott Pilgrim vs. the World (2010)
- The Avengers (2012)
- La vita di Adele (2013)
- I Guardiani della Galassia (2014)
- Black Panther (2018)
- Avengers: Infinity War (2018)
- Zack Snyder's Justice League (2021)
- Spider-Man: Un nuovo universo (2018) + Across the Spider-Verse (2023)
Batman (1966)
Il film tratto dalla serie TV con Adam West è un concentrato di stile camp. Oggi è invecchiato in un meme lungo 105 minuti. Va visto con amore per la sua genuinità e interesse rispetto agli inizi del cinecomic. Batman del 1966 è l’esemplare perfetto da studiare per capire come, all’epoca, si intendevano le trasposizioni dei fumetti nell’audiovisivo. Con una trama che potrebbe stare dentro una striscia, le onomatopee a schermo e una recitazione sopra le righe, ha un’idea ben precisa di ciò che vuole essere. Alcune delle sue scelte stilistiche sono tornate poi più in là (si veda Scott Pillgrim ma anche gli split screen di Hulk di Ang Lee) quando la traduzione da carta a immagini si era ormai assestata nel linguaggio.
Fritz il gatto (1972) diretto da Ralph Bakshi
Basato sulla striscia di Robert Crumb, Fritz il gatto rappresenta la seconda via del cinecomic tra gli anni ’60 e ’70. Ai supereroi, che parlavano ai bambini e ai ragazzi con un linguaggio caricaturale, si contrapponeva una corrente più adulta. Quella provocante e underground. Nel 1968 c’era stato il fenomeno sexy di Barbarella, ma Fritz il gatto riuscì ad essere una vera potenza scorrettissima. Il primo film d'animazione vietato ai minori.
Superman (1978)
Probabilmente il cinecomic più importante di sempre. Ovviamente, è da vedere. Richard Donner fa l’impossibile: dimostra che i fumetti possono dare origine a un cinema "alto", produzioni spettacolari che attirano anche i migliori sulla piazza. Oltre gli effetti speciali, la colonna sonora di John Williams, la presenza scenica di Christopher Reeves e l’idea di girare il sequel back to back (che rivoluzione!), Superman cambia tutto grazie alla sua qualità produttiva. Alla sceneggiatura di Mario Puzo si somma un cast composto da Marlon Brando, Gene Hackman, Terence Stamp, Glenn Ford e altri simboli di un cinema che aveva appena vissuto gli anni più travolgenti di Hollywood.
Batman (1989)
Il Batman di Tim Burton si tiene a braccetto con Superman di Richard Donner per avere dimostrato che cosa potevano portare questi film al cinema: grandi innovazioni tecnologiche e di messa in scena, emozioni per un pubblico trasversale e soprattutto lavorare su più livelli per raggiungere la profondità del cinema d’autore. Tra le citazioni ai grandi film dell’espressionismo tedesco, l’atmosfera oscura, il Joker di Jack Nicholson, l’opera fece un gran bene anche al personaggio cartaceo. Il sequel è ancora meglio, ma fu il primo ad alzare la barra per tutti gli altri.
X-Men (2000)
Bisogna aspettare un decennio per arrivare a un altro film in grado di spostare la qualità delle trasposizioni. Gli X-Men di Singer sono uno spettacolo che adatta bene i fumetti. Li tradisce dove deve ed è fedele nei temi e nell’atmosfera. Si parla di emarginazione, di razzismo e di una società in cambiamento. Stava iniziando l’era moderna. Stava arrivando l’età dell’oro.
Oldboy (2003)
Già, Oldboy è tecnicamente un cinecomic. È tratto da un fumetto così come lo sono Era mio padre e A History of Violence. Entra il concetto di graphic novel, pubblicazioni autoconclusive; un’espressione più autoriale che ha aiutato a rompere molti pregiudizi verso questa forma d’arte sia su carta che al cinema. Oldboy è bellissimo, uno dei migliori film post 2000. Imprescindibile. È il film da vedere in moltissime altre liste
Spider-Man 2 (2004)
Si può discutere se il primo Spider-Man diretto da Sam Raimi sia veramente quello rivoluzionario. Per certi versi è così. Nessuno pensava di poter riprendere così lo swing tra i grattacieli di New York. Sia il primo che il secondo incarnano lo spirito dell’America post undici settembre (c’era pure una scena con le Torri Gemelle poi eliminata). Solo che il secondo film è quello invecchiato meglio. È ancora bellissimo, semplice, straziante. Quando Peter Parker affronta l’impotenza del supereroe, cambia un’intera filosofia. I super poteri smettono qui di essere un dono eccitante, diventano una maledizione castrante.
Sin City (2005)
La via di Frank Miller al cinema. L’adattamento super Pulp di Sin City è sexy in ogni aspetto. Seduce l'uso del bianco e nero digitale per ricreare la china. Affascina l’andamento, la creatività con cui usa i limiti dello schermo, i personaggi e quel senso di vedere qualcosa di estremo in un prodotto commerciale. Sin City si ricorda oggi con nostalgia di un’epoca in cui il genere era coraggiosissimo e portava qualcosa di mai visto prima. È anche grazie a lui che 300, sempre tratto da Frank Miller, è stato accolto con grande entusiasmo lanciando un giovane Zack Snyder.
Persepolis (2007)
Sodalizio perfetto tra graphic novel e cinema d’animazione. Persepolis è il film da sbandierare quando qualcuno sostiene che, solo perché deriva dai fumetti, il genere sia materia per ragazzini. Potentissima, l’opera di Marjane Satrapi è un romanzo di formazione ai tempi della Rivoluzione iraniana.
Hellboy: The Golden Army (2008)
il 2008 e il 2009 furono dei grandi anni per i cinecomic. Il secondo Hellboy è anche un gran film di del Toro. Un film che ha anticipato molte delle cose che sarebbero arrivate poi e ha aiutato a fare amare anche dalla critica queste storie. Un progetto lontano dai grandi marchi che rappresenta bene anche la divisione delle etichette del mondo del fumetto, portato avanti con grande passione e, purtroppo, interrotto.
Il cavaliere oscuro (2008)
Dopo Batman Begins Christopher Nolan perfeziona con Il cavaliere oscuro la sua versione realistica di Batman. Si allontana dai canoni più classici per reinterpretare liberamente la portata simbolica del personaggio. Il film è ad oggi fondamentale, sia per come è fatto (è straordinariamente appassionante) sia perché ha dato il via libera a tanta libertà per i registi. Se esiste Joker, The Batman, ma anche Eternals, è merito di quest’opera.
Watchmen (2009)
Divise all’epoca e divide anche oggi. Watchmen di Zack Snyder è tratto dal fumetto supereroistico più importante di sempre, quello scritto da Alan Moore, che segnò un prima e un dopo. Il live action non riuscì a fare lo stesso nonostante la fedeltà quasi filologica in certi punti e alcuni brillanti tradimenti in altri. Ambiziosissimo, ha cambiato molto poco. Oggi però sembra un film che ha pagato il prezzo di essere arrivato molto, troppo, presto a mettere in crisi il concetto di eroe senza macchia.
Scott Pilgrim vs. the World (2010)
Mentre i fumetti al cinema diventavano grossi, super popolari e roba seria, Edgar Wright creava una nuova grammatica visiva. Il miglior risultato di sempre del tentativo di portare il linguaggio delle tavole in quello del montaggio. Scott Pilgrim vs. the World è tra i cinecomic da vedere perché ancora oggi lascia a bocca aperta per la sua inventiva. Un cult.
The Avengers (2012)
Iron Man ha iniziato tutto e ha segnato un linguaggio che sarà la grammatica di tanto MCU: umorismo, azione, tono solare e continuità con altri film. È con The Avengers che si è capito veramente quello che poteva essere il Marvel Cinematic Universe. Oggi, con tutto quello che è stato lo studio nel decennio successivo, sembra un piccolo film imperfetto. È un errore dovuto proprio a ciò che ha sbloccato Joss Whedon. All’epoca un film con così tanti personaggi di primo ordine era considerato impossibile da produrre, figurarsi da girare. Pochi si aspettavano un risultato di un tale equilibrio. Miracolo compiuto.
La vita di Adele (2013)
Un film erotico, libero, reale, vivo. Ci cono corpi che si incontrano, la giovinezza vorace (rappresentata anche da un mangiare scomposto). Musica, sesso, amore, scoperta di sé. Se si ricordasse più spesso che La vita di Adele è tratto dalla graphic novel Blue Is the Warmest Color, il film di Abdellatif Kechiche sarebbe portato in palmo di mano dai sostenitori del cinecomic. Il genere può essere anche questo: cinema che sconvolge, da festival e da dibattiti, un’opera potente tanto quanto quelle tratte dai libri fatti solo di parole.
I Guardiani della Galassia (2014)
Il film che ha dimostrato il potere dei Marvel Studios. Tratta da un fumetto poco conosciuto anche dagli appassionati, l’avventura di questa banda di perdenti ha lanciato lo studio nel campionato della creatività a tutto tondo. Per la prima volta non servivano proprietà intellettuali note o trame già conosciute per diventare un successo globale. Una Casa delle Idee, nel vero senso della parola: le idee partono da ciò che viene pubblicato su carta, poi hanno però la libertà di andare dove vogliono loro su schermo. E poi grazie ai Guardiani della Galassia il grande pubblico ha scoperto James Gunn, il regista piovuto dalla Troma che ha reinventato la space opera.
Black Panther (2018)
Il più brutto dei film più rivoluzionari per il genere. Ryan Coogler fa un film come molti altri, con poco brio ed effetti visivi sbagliati nel terzo atto. Però azzecca quello che deve: il protagonista e l’antagonista, il momento storico di uscita, la campagna promozionale, e il linguaggio con cui parla alla comunità nera. Nessun film tratto dai fumetti ha dato energia una parte della società (soprattutto americana) come questo. Nel bene e nel male... imprescindibile per quello che ha significato.
Avengers: Infinity War (2018)
Probabilmente il più bello tra i film degli Avengers. Fa il paio con Endgame, l’evento stratosferico, il culmine di un progetto editoriale incredibile che sembra oggi irraggiungibile. Però tutto ciò è stato possibile grazie al finale potentissimo di Infinity War e alla portata colossale senza momenti di stanca di questo meraviglioso film.
Zack Snyder's Justice League (2021)
Il rappresentante della parte più polemica, attivista e influente della fanbase. La storia è lunga e complicata, ma nessun film, probabilmente anche al di fuori del genere, ha avuto un sostegno così costante, invadente, e determinato come la versione di Zack Snyder della Justice League. La sua storia produttiva rappresenta ciò che è (è stato?) il cinecomic per la gente. Una questione di cuore, di giustizia, di passione per cui vale la pena lottare.
Spider-Man: Un nuovo universo (2018) + Across the Spider-Verse (2023)
Prima di Spider-Man: No Way Home, la crossmedialità, il multiverso, un personaggio così grande da non poter restare confinato in un solo nome o una sola cultura. Tutto questo in un film che ha smosso il linguaggio visivo dell’animazione da un periodo di stagnazione. È la somma di tutto quello che è questo percorso che avete appena letto. Spider-Man: Un nuovo universo prende l’aspetto visivo a cui alcuni degli adattamenti più fedeli alle tavole disegnate si erano già approcciati (split screen, frame al secondo variabili, onomatopee a schermo). Usa poi lo strumento del crossover di storie che ha fatto il successo dell’MCU. Si espande in un sequel ancora più ambizioso, tagliato a metà. Parla ad un pubblico trasversale, sia intrattenendolo che portandolo in profondità. È un blockbuster d’autore. Il cinecomic da vedere perché li contiene tutti.
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