10 ottimi motivi per riguardare Indiana Jones e l’ultima crociata

Indiana Jones e l’ultima crociata non ha bisogno di presentazioni, ma se vi servono scuse per riguardarlo siamo qui apposta

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Indiana Jones e l’ultima crociata va in onda su Paramount Network questa sera alle 21:10

Partiamo dal presupposto che Indiana Jones e l’ultima crociata non si tocca. È uno dei film più amati degli anni Ottanta e forse dell’intera storia del cinema per cui questa specifica potrebbe sembrare superflua, ma la esprimiamo comunque nel caso apparteniate a quel campo (minoritario ma tutt’altro che invisibile) che crede che il terzo capitolo delle avventure di Henry Jones Jr. sia anche il peggiore, appesantito da certe lungaggini narrative, da un eccesso di esposizione e spiegoni e dall’ingombrante presenza di Sean Connery e delle dinamiche familiari tra i due Jones. È una posizione rispettabile, che rispettosamente respingiamo: delle grandi trilogie di quegli anni (da Star Wars a Ritorno al futuro), Indiana Jones è quella che si conclude sulla nota più alta, e L’ultima crociata è ancora oggi un manuale di come si scrive (e si gira) un’avventura al cinema.

Indiana Jones e l’ultima crociata è un ritorno alle origini per il personaggio (letteralmente, all’inizio del film), dopo le magnifiche stranezze del Tempio maledetto. Ha tutti gli ingredienti che ci si aspetta da un film sul padre nobile del saccheggio di tombe mascherate da archeologia: inseguimenti, sparatorie, catacombe ricolme di preziosi artefatti e ragnatele, viaggi in giro per il mondo, una bella bionda che seduce e/o viene sedotta dall’eroe, un cast di supporto di simpatici caratteristi, un po’ di mitologia paleocristiana, Re Artù e i cavalieri della tavola rotonda, battute, momenti drammatici, e un finale in crescendo che ancora oggi viene citato ovunque e che è anche un capolavoro di artigianato cinematografico e la miglior dimostrazione di come funziona quella che conosciamo come “magia del cinema”. E un sacco di nazisti, questa volta persino il Führer in persona, perché se c’è una cosa che a Indiana Jones piace quanto l’archeologia è prendere a cazzotti i nazi.

Joneses

E allora, potreste chiedervi arrivati a questo punto, se non abbiamo nulla di male o di controverso da dire su Indiana Jones e l’ultima crociata, perché non ci limitiamo a scrivere “guardatelo!!!” e la chiudiamo qui? Perché ci piace andare sul sicuro, e vogliamo essere sicuri di avervi convinti. Per cui, eccovi tot ottimi motivi per dedicare la vostra serata alla ricerca del sacro Graal, ricordandovi sempre che la X è il punto dove scavare.

1. Per ricordare River Phoenix, e quell’eccezionale prima sequenza che è più Spielberg del resto del film. Intendiamoci, Indiana Jones e l’ultima crociata è sempre e comunque 100% Spielberg, e ci mancherebbe altro; ma quelle prime scene in compagnia del giovane Indy interpretato dal mai troppo compianto River Phoenix lo sono addirittura un po’ di più, o quantomeno in modo diverso. Indiana Jones è sempre stato un personaggio adulto che vive avventure adulte, divertenti, certo, e appassionanti, ma anche sensuali, violente, spaventose. I pochi minuti di giovane Indy, invece, profumano di un altro Spielberg, quello dei ragazzini che girano in bici d’estate per capirci – lo Spielberg che è tornato di moda grazie a JJ Abrams e Stranger Things. River Phoenix, poi, era un perfetto giovane Jones: stesso sguardo tagliente e provocatore, ma senza il carisma donato dagli anni, o dai chilometri; sarebbe stato perfetto per una serie di film dedicati – oggi si direbbe semplicemente “per una serie”, e l’abbiamo anche avuta, ma River Phoenix ci manca lo stesso.

2. Perché è qui che nasce il mito di Sean Connery, quello secondo cui “più invecchia più diventa figo”. Messo di fianco a quello che nel 1989 era l’attore più sexy del mondo o giù di lì, Connery dimostrò il potere erotico della brizzolatura e dello sguardo severo – una origin story riconosciuta anche nel canone del film, visto e considerato l’effetto che fa sulla dottoressa Elsa Schneider.

Elsa

3. Per rivedere Gimli dell’altezza giusta. John Rhys-Davies è alto 1.85 m eppure per una generazione intera è solo “il Nano del Signore degli anelli”. È un problema? Ovviamente no, però rivederlo in un ruolo diverso da quello di Gimli è un’ottima occasione per ricordarci che Rhys-Davis è un caratterista con i fiocchi che avrebbe potuto (e dovuto) avere una carriera ancora migliore di quella che ha avuto.

4. Perché Elsa Schneider è l’unica donna che tiene testa a Henry Jones Jr. Anzi, lo sconfigge a più riprese, addirittura lo umilia, e soprattutto lo manipola come un burattino, qualcosa che né Marion né la povera Willie sono mai riuscite a fare. Elsa è uno dei personaggi più interessanti della trilogia, contemporaneamente villain e love interest, e se solo non parlasse nel sonno sarebbe perfetta.

5. Perché è sempre bello vedere Indiana Jones che prende a pugni i nazi. Nessun commento ulteriore ci sembra necessario.

6. Per apprezzare per l’ennesima volta la reciproca influenza creativa tra i film di Lucas-Spielberg e i videogiochi targati Lucasfilm: Spielberg è un gamer da sempre (qui ne parla Ron Gilbert, il creatore tra gli altri di Monkey Island), alcuni snodi narrativi di L’ultima crociata sembrano usciti da un punta-e-clicca, e non è un caso che il vero punta-e-clicca ispirato al film funzioni così bene e sia ancora oggi uno dei migliori giochi su licenza mai fatti. Ovviamente L’ultima crociata resta prima di tutto un film, un’avventura ispirata alle vecchie storie da rivista pulp e ai film con Errol Flynn, ma è chiaro che al tempo Lucasfilm e Lucasfilm Games si parlavano in continuazione.

7. Perché nella sua semplicità questa è ancora oggi una delle scene più divertenti di tutti gli anni Ottanta, che sembra uscita da un film di Zucker-Abrahams-Zucker:

8. Perché l’attore che interpreta Hitler, Michael Sheard, fu protagonista in L’impero colpisce ancora di quella che secondo Lucas è “la miglior scena di morte mai fatta al cinema”. In quella stessa scena peraltro compare anche Julian Glover, che in L’ultima crociata è Donovan.

9. Per dedicare un pensiero al povero Alex Hyde-White, che può dire di aver interpretato il padre di Indiana Jones… ma di averlo fatto di spalle, e di essere stato ridoppiato da Sean Connery.

10. Perché in questi cinque minuti c’è tutto il cinema d’avventura che vi serve:

https://www.youtube.com/watch?v=MxPdqbmYi8U

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