10 avvincenti thriller “in tribunale” da vedere in attesa di Giurato numero 2

L’uscita di Giurato numero 2, legal thriller firmato Clint Eastwood, ci porta a consigliarvi altri 10 film che parlano di tribunali e processi

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Tra qualche giorno arriverà anche in Italia il nuovo film di Clint Eastwood, Giurato numero 2, già uscito negli Stati Uniti e descritto da più parti come “il più tranquillo e pacato dei suoi film”. Non è difficile immaginarlo, visto che appartiene a una specie che, se non è in via d’estinzione, è quantomeno in grande pericolo: il legal thriller, e più nello specifico quello che in inglese si chiama courtroom drama, un’espressione che potremmo tradurre goffamente in “dramma da aula”. Nel senso di: un film ambientato interamente o quantomeno per la maggior parte in un tribunale, e costruito quindi sui dialoghi, i volti, le reazioni.

Il genere non ha mai davvero goduto di ottima salute: non è facile dare ritmo a storie così statiche e apparentemente anticinematografiche; per funzionare, un courtroom drama ha bisogno di idee, di grandi dialoghi, di interpretazioni sopra la media. D’altro canto, è vero che è da decenni che prima o poi qualche grande autore si cimenta con il genere: con Giurato numero 2 è il turno di Clint Eastwood, e noi abbiamo selezionato per voi altri 10 film “da aula” nei quali rinchiudervi cercando di decidere chi sia il colpevole. Sono qui sotto, in ordine alfabetico.

… e l’uomo creò Satana (1960)

Esistono quattro diversi adattamenti dell’omonimo spettacolo teatrale datato 1955: noi vi consigliamo il primo, nonché l’unico uscito anche al cinema. La storia forse la conoscete: un secolo fa circa, un insegnante venne arrestato per aver insegnato Darwin a scuola. Finì a processo, perse, venne assolto per un errore tecnico. Nel film di Stanley Kramer, tutto questo è una grande metafora del maccartismo.

Anatomia di un omicidio

Otto Preminger dirige uno dei legal thriller più terrificanti di sempre, nel quale si segue un processo per omicidio che viene ritratto nei minimi dettagli, compresi quelli più cruenti. Importanti accademici l’hanno definito “il migliore e più puro film su un processo mai fatto”.

Codice d’onore

Due marine finiscono a processo per aver ammazzato un loro commilitone nell’ormai arcinota base di Guantanamo. Scritto da uno dei massimi maestri dialoghisti d’America, Aaron Sorkin, e diretto da Rob Reiner che in quegli anni trasformava in oro qualunque cosa toccasse, è anche baciato da un Tom Cruise che al tempo era sul tetto del mondo se non dell’universo.

Il momento di uccidere

Forse il più “action” (con tante virgolette) dei film di questa lista – e d’altra parte dirige Joel Schumacher. Si parla di razzismo, Ku Klux Klan, bambine stuprate e qualche smitragliata: tutto molto americano, e arricchito da un cast notevole.

Il rapporto Pelican

Dal regista di Tutti gli uomini del Presidente, qui al suo ultimo film prima della morte, un altro caso di legal drama che esce spesso dal tribunale per andare in luoghi più classicamente thriller. Più che un film “da aula” è un film che parla di gente che in quelle aule lavora, ma che là fuori ha una vita pericolosissima.

Il verdetto

Sidney Lumet dirige Paul Newman in un legal drama (privo di thriller, questa volta) scritto da un altro genio come David Mamet: tutto al posto giusto, e il risultato furono cinque nomination all’Oscar (con zero vittorie, purtroppo) e uno dei ruoli più indimenticabili di Newman – quello dell’avvocato alcolista che accetta un lavoro per pagarsi il mutuo e che scopre di avere per le mani qualcosa di grosso.

La parola ai giurati

Non indichiamo tra parentesi l’anno di uscita perché vale la pena recuperare entrambe le versioni di questo che nacque come soggetto per la TV e diventò il primo film da regista di Sidney Lumet. L’altra versione è quella firmata da William Friedkin, che riesce a non sfigurare neanche a cospetto di quello che è considerato uno dei migliori film americani di sempre.

Mio cugino Vincenzo

Il lato comico (o comunque da commedia) del legal drama, con una Marisa Tomei oltre ogni immaginazione, ma anche con un primato inaspettato: è uno dei film, se non IL film, più consigliato nelle facoltà di legge di tutta America. Provate per esempio a leggere qui.

Schegge di paura

Tratto da un romanzo di William Diehl, che scrisse un’intera trilogia dedicata all’avvocato Martin Vail, il debutto alla regia di un lungometraggio di Gregory Hoblit (la cui carriera al cinema girerà da lì in avanti tutta intorno al thriller in tutte le sue declinazioni) è un film del 1993 con Richard Gere: potrebbe bastare, e invece potete aggiungere al piatto anche il debutto di Edward Norton, che riesce a rubare la scena anche al collega.

The Lincoln Lawyer

Un altro avvocato dalle origini letterarie (è il fratellastro del detective Harry Bosch, il personaggio più famoso del romanziere Michael Connelly), interpretato da un Matthew McConaughey che proprio quell’anno, anche grazie all’uscita di Killer Joe, cominciò la sua risalita dalle paludi delle romcom nelle quali era stato risucchiato.

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